venerdì 15 agosto 2014

L'alba del pianeta delle scimmie

L'alba del pianeta delle scimmie

★★★

Nell'umida giungla del Congo tre scimpanzé vengono catturati e condotti a San Francisco dove lo scienziato Will Rodman (James Franco) della Gen-Sys sta sperimentando un medicinale generico per curare la malattia di Alzheimer e altri disturbi neurologici. Testando il farmaco su dodici scimpanzé scopre che una femmina, chiamata Occhi Luminosi, mostra lo sviluppo di un'intelligenza superiore alla media e un giorno in cui doveva essere mostrata ai finanziatori scappa dalla sua cella e viene uccisa dalle guardie per ordine del capo della Gen-Sys Steven Jacobs (David Oyelowo). Pulendo la cella di Occhi Luminosi il capo settore Robert Franklin (Tyler Labine) scopre uno scimpanzé neonato di cui si prenderà cura Will. Cesare, questo il nome datogli, cresce in fretta e con le stesse capacità cognitive della madre se non addirittura superiori. Nessuno poteva immaginare che qualche anno dopo sarebbe diventato il capo di una rivolta di scimmie. 


Ciao Darwin! Il fatto che il tuo nome sia stato utilizzato per l'omonimo programma televisivo di successo di cui adoro riguardare le repliche quando le passano in tv non è così avvilente come pensi tu. Guardando quest'umanità marcia che fa a gara a chi si distrugge per prima e con quali armi più fantasiose e mortali converrai con me, caro Darwin, che invece di dedicare anni al tuo immenso lavoro sulle origini della specie avresti potuto tranquillamente prendere il sole sdraiato sotto una palma di un'isola caraibica in mezzo all'oceano. 


Cosa c'entra questa pacata filippica con L'alba del pianeta delle scimmie? C'entra, perché il reboot della serie cinematografica degli anni '60, diretto da Rupert Wyatt, è un science-fiction intelligente che spinge volente o nolente a diverse riflessioni socio-antropologiche. Se le scimmie avessero un quoziente intellettivo pari o superiore al nostro vivrebbero nelle nostre città come stimati dottori o meccanici? Sarebbero possibili matrimoni tra umani e scimmie? Ma soprattutto: un clima di pace abbraccerebbe il pianeta Terra? o si finirebbe a pietre, clave e mitragliatori per la conquista definitiva dello stesso da parte dell'una o dell'altra fazione dominante? 


James Franco interpreta Will Rodman, uno scienziato che pare abbia sviluppato la cura (il farmaco ALZ-112) per il devastante morbo di Alzheimer. Dopo la morte della cavia che aveva dimostrato progressi cognitivi mai visti prima, accetta di prendersi cura del piccolo Cesare, che cresce con un padre, come una scimmia particolarmente agile e intelligente, che conosce la lingua dei segni, gioca a scacchi, e intuisce piacere sessuale (grazie al rilascio dei feromoni?) tra il suo padrone e una piacevolissima veterinaria interpretata da Freida Pinto che in due anni di relazione non si è mai chiesta che tipo di lavoro facesse l'uomo con cui ha condiviso il letto. Il successo di Will però non contempla l'ottima crescita di Cesare (un Andy Serkis che non si decideranno mai a far recitare in carne e ossa), ma la celere guarigione del padre affetta da Alzheimer. 


Ma non è tutto farmaco ciò che cura infatti i sintomi del morbo si ripresentano più aggressivi, Will crea il T-113 col consenso del suo capo, un farmaco ancora più potente del precedente, tuttavia suo padre muore ed è costretto ad affidare Cesare a una struttura riabilitativa che in realtà nasconde un vero e proprio "manicomio" per scimmie. I drammi umani per nostra fortuna non sono la parte interessante del film. Non lo è neanche il loro modo di interagire con le scimmie ("Torniamo a casa Cesare"/"Levami le tue zampe luride di dosso"). E' il rapporto che s'instaura tra Cesare e i suoi sfortunati compagni di prigionia con successiva dimostrazione della scimmia dominante e fuga dal centro che ho apprezzato maggiormente. Componente action unita a una trama intelligente e a ottimi effetti speciali: formula vincente per un prodotto d'intrattenimento che non passi e via. 


L'alba del pianeta delle scimmie ha già nel titolo un possibile sequel che è tutt'oggi nelle sale cinematografiche (lunedì la mia recensione). Il film di Wyatt è una preparazione al conflitto tra uomini e scimmie. I pensieri di quest'ultime, raggiunte le sequoie oltre al ponte di San Francisco (ottima la sequenza contro le forze dell'ordine), e arrampicatesi sugli alti alberi, mi sono ben chiari: "Oggi San Francisco. Domani il mondo". In questo le scimmie sono tali e quali agli uomini.  

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia): 

Titolo originale: Rise of the Planet of the Apes
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 2011
Durata: 105 minuti
Generefantascienza, drammatico, azione
Regia: Rupert Wyatt
Soggetto: Pierre Boulle
Sceneggiatura: Amanda Silver, Rick Jaffa, Jamie Moss
Produttore: Amanda Silver, Rick Jaffa, Peter Chernin, Dylan Clark
Produttore esecutivo: Thomas M. Hammel
Casa di produzione: Chernin Entertainment
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox
Fotografia: Andrew Lesnie
Montaggio: Conrad Buff IV, Mark Goldblatt
Effetti speciali: Weta Digital
Musiche: Patrick Doyle
Scenografia: Claude Paré
Costumi: Renée April
Trucco: Emanuela Daus, Naomi Hirano, Emma Julia Jacobs
Sfondi: Helen Jarvis

Interpreti e personaggi:
Andy Serkis: Cesare
James Franco: Will Rodman
Freida Pinto: Caroline Aranha
John Lithgow: Charles Rodman
Brian Cox: John Landon
Tom Felton: Dodge Landon
David Oyelowo: Steven Jacobs
Tyler Labine: Robert Franklin
David Hewlett: Douglas Hunsiker
Jamie Harris: Rodney

Doppiatori italiani:
David Chevalier: Will Rodman
Domitilla D'Amico: Caroline Aranha
Pino Insegno: Cesare
Stefano De Sando: Charles Rodman
Paolo Buglioni: John Landon
Flavio Aquilone: Dodge Landon
Fabrizio Vidale: Steven Jacobs
Marco Baroni: Robert Franklin
Christian Iansante: Douglas Hunsiker

Denny B.

1 commento:

  1. Una simpatica sorpresa. Ogni volta che posso lo rivedo sempre con molto piacere, anche se mi tocca ammettere che verso la fine si appiattisce un poco dopo un inizio davvero capolavoroso.

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