martedì 30 aprile 2013

A proposito di Jack

A proposito di Schmidt

Fonte foto: terrafilm.tv
Jack ha perso il suo smalto, il suo tocco magico, i suoi occhi mefistofelici si sono annebbiati, peccato. Poi nel 2007 Jack ritorna e ci regala una bellissima interpretazione di Frank Costello in The Departed di Scorsese, dimostrandoci che non è ancora per niente da rottamare, che anzi è ancora una furente Ferrari. In questo film del 2002 Jack sembra veramente alla frutta, per fortuna che ha deciso di ordinare ancora qualche specialità della casa, e il tempo della frutta e del caffé è ancora lontano - e meno male.

Jack è diventato un fervente cattolico: "Oh, Dio ti prego fa che
la Lawrence venga a letto con me."
Il protagonista di questo film è Warren Schmidt (Jack Nicholson) un funzionario di un'impresa assicurativa a Omaha, in pensione da poco, intraprende una fitta corrispondenza a senso unico con un bambino di sei anni della Tanzania. Oltre la pensione, che lo rattrista, sua moglie muore mentre svolge le faccende di casa e rimasto vedovo, con una figlia che sta per sposare un uomo non alla sua altezza, intraprende un viaggio nei luoghi della sua infanzia fino ad arrivare a Denver alla viglia del matrimonio della figlia, dove incontra la madre (Kathy Bates) squinternata del suo futuro genero.

"Emm scusa Dio, ma questa non mi pare sia la Lawrence. Ah, è sua
mamma?! Cavolo non ho specificato nella preghiera quale Lawrence
volevo che venisse a letto con me. Che stupido!"
A proposito di Schmidt sembra un misto di Vita da camper, Beginners, Qualcosa è cambiato e Ti presento i miei e altri pezzi di pellicole varie. Non decolla mai. Scorre in modo noioso per 120 minuti. I personaggi non sono per nulla carismatici o interessanti. La madre del futuro genero di Warren è praticamente lo stesso personaggio della madre di Ben Stiller nella trilogia di Ti presento i miei, il ferramenta e l'idraulico. Non un dialogo è decente, interessante o appassionante, come lo sono invece i titoli di coda. La sceneggiatura è piena di luoghi comuni (ha pure vinto il Golden Globe!!). E per le loro interpretazioni Jack Nicholson (vincitore del Golden Globe) e Kathy Bates hanno ricevuto due nomination agli Oscar - tanto per riempire la cinquina mi sa. 

"Denny B. io ti spacco la faccia, sai?"
E' un film che non mi ha lasciato nulla, scusate, ma non ho più voglia di parlarne.

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: About Schmidt
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 2002
Durata: 124 min
Generecommedia drammatica
Regia: Alexander Payne
Soggetto: Louis Begley
Sceneggiatura: Alexander Payne, Jim Taylor
Produttore: Michael Besman, Harry Gittes
Produttore esecutivo: Bill Badalato, Rachael Horowitz
Casa di produzione: New Line Cinema, Avery Pix
Distribuzione (Italia): Nexo 2003
Fotografia: James Glennon
Montaggio: Kevin Tent
Musiche: Rolfe Kent, Eric Satie
Scenografia: Jane Ann Stewart
Costumi: Wendy Chuck
Trucco: Danielle Cunningham, Carrie Angland, Angie Paul, Emjay Olson, Joy Zapata, Jeanne Van Phue, Stacy Heatherly, Lisa Brockman-Kalz

Interpreti e personaggi:
Jack Nicholson: Warren Schmidt
Hope Davis: Jeannie Schmidt
Kathy Bates: Roberta Hertzel
Dermot Mulroney: Randall Hertzel
June Squibb: Helen Schmidt
Howard Hesseman: Larry Hertzel
Connie Ray: Vicki Rusk
Harry Groener: John Rusk
Len Cariou: Ray Nichols
Mark Venhuizen: Duncan Hertzel
James Crawley: Dave Godberson
Tung Ha: Phil Choi
Cheryl Hamada: Saudra
Steve Heller: Ken
Chris Huse: Chuck Woodard
Phil Reeves: Ministro di Denver
Matt Winston: Gary Nordin
Angela Lansbury: se stessa (voce)

Doppiatori italiani:
Michele Gammino: Warren Schmidt
Eleonora De Angelis: Jeannie Schmidt
Rita Savagnone: Roberta Hertzel
Simone Mori: Randall Hertzel
Angiolina Quinterno: Helen Schmidt
Sandro Iovino: Howard Hesseman
Alina Moradei: Angela Lansbury (se stessa)

Denny B.












mercoledì 24 aprile 2013

C'è uno scrittore Nella casa

Nella casa

★★★½

Questo film è un ficata pazzesca. Scusate il francesismo (tanto il film è francese), ma finalmente un film odierno bello e non una solita cagatina di mosca senz'anima come la Margherita di Cocciante. Poi per chi come me vuole diventare scrittore Nella casa è una chicca imperdibile. Un film apparentemente semplice che non si fregia di tecnicismi inutili, usa solo le parole, la meraviglia e l'enorme potenza delle parole che scatenano un putiferio dietro l'altro, fino al (per me) tragico finale. 
Il cinquantenne Germain (Fabrice Luchini) è un professore di letteratura presso il liceo Gustave Flaubert in una piccola cittadina francese, sposato con Jeanne (Kristin Scott Thomas che gestisce una galleria di arte moderna. Un giorno Germain da come compito a casa quello di raccontare il week-end, nessun tema attira la sua attenzione, troppo sgrammaticati, tranne uno: quello di Claude (Ernst Umhauer), un apparente timido ragazzo molto bravo nelle materie scientifiche. Il suo tema racconta della sua amicizia con Rapha (Bastien Ughetto), un compagno di classe che appartiene a una classica famiglia piccolo borghese apparentemente perfetta. Ma ciò che incuriosisce di più Germain è la fine del tema (continua). Germain affascinato dal ragazzo lo stimola a continuare a scrivere dicendogli che ha un dono e Claude continua a insinuarsi abilmente nella famiglia di Rapha, conoscendo anche i suoi genitori, e settimanalmente consegna al professore le puntate del suo "romanzo" dove emergono pian piano i problemi della famiglia di Rapha. Germain lo incoraggia sempre di più, correggendolo e consigliandolo, fino al drammatico e magnifico finale.

"Se continui a scrivere come Moccia giuro che ti ci metto io
in una casa: sì, ma di cura."
Non conosco la filmografia di Ozon - ma recupererò sicuramente, perché se ha fatto altri film di questo genere merita eccome - io adoro le pellicole incentrate sulla figura dello scrittore che parlano del meraviglioso meccanismo che porta le dita delle mani a pigiare sui tasti della macchina da scrivere, quali Truman Capote - A sangue freddo (con Philip Seymour Hoffman vincitore dell'Oscar), Scoprendo Forrester (con un Sean Connery da Oscar), Il ladro di orchidee e Ruby Sparks, e ora anche Nella casa - tratto dalla piece teatrale El chico de la ultima fila, bellissimo film con un cast di attori, seppur francesi, di tutto rispetto, partendo da Fabrice Luchini passando da Kristin Scott Thomas e arrivando al giovane Ernst Umhauer che se continua a impegnarsi nella recitazione - lasciando stare la scrittura - potrà regalarci altre notevoli interpretazioni.


Nella casa sta a metà tra l'immaginazione e la realtà, vi ritroverete durante la visione del film a essere sì dei voyeur, ma a non riuscire più a distinguere dove inizia la realtà e dove finisce l'immaginazione, perché durante il racconto di Claude vedrete sbucare da dietro la sua schiena il professor Germain che gli parlerà, consigliandoli cosa fare, cosa scrivere e come scriverlo. Germain che è il "Maestro" si ritroverà a essere sia personaggio del racconto sia persona fisica del mondo e sia tutti e due. Claude, personaggio che ricorda Iago e Hedda Gabler, che con i suoi modi affabili e cortesi manipola chi gli sta intorno e non si limita a superare il "Maestro", ma lo distrugge, lo incanta e Germain non si rende conto di nulla, totalmente perso di fronte al talento del giovane ragazzo, al figlio che non ha mai avuto. (Continua)


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Dans la maison
Paese di produzione: Francia
Anno: 2012
Durata: 105 min
Generedrammatico
Regia: François Ozon
Soggetto: Juan Mayorga
Sceneggiatura: François Ozon
Fotografia: Jérôme Alméras
Montaggio: Laure Gardette
Musiche: Philippe Rombi
Scenografia: Pascal Leguellec

Interpreti e personaggi:
Fabrice Luchini: Germain
Ernst Umhauer: Claude Garcia
Kristin Scott Thomas: Jeanne Germain
Emmanuelle Seigner: Esther Artole
Denis Ménochet: Rapha Artole padre
Bastien Ughetto: Rapha Artole figlio
Jean-François Balmer: Il preside del liceo
Yolande Moreau: I gemelli Rosalie e Eugénie

Denny B.



martedì 23 aprile 2013

Il Batman di Tim Burton

Batman 

★★★★

"Dimmi una cosa, amico mio. Hai mai danzato 
col Diavolo nel pallido plenilunio?"
 (Joker)

Tim Burton ha tutta la mia stima, pur non avendo una passione smodata per lui, ripeto ha tutta la mia stima, perché ha un suo stile personale e non lo tradisce mai ed è riuscito a fare un Batman - il primo film in assoluto - fedele al fumetto, bello chiamando a sé attori degni di questo nome.

"Sono Bruc... batman. Fermi tutti o sparo. Merda mi è scappato...
ora faranno due più due. Speriamo siano scarsi in matematica."
Batman (Michael Keaton) fa le sue apparizioni nei quartieri più malfamati di Gotham City, la sua è una figura ancora sconosciuta, chi ha la (s)fortuna di incontrarlo lo descrive come un uomo pipistrello oscuro e misterioso, che terrorizza i criminali e li consegna alla polizia. Sul suo conto indagano il giornalista Alexander Knox e la fotocronista Vicki Vale (Kim Basinger) che intraprenderà una relazione con Bruce Wayne noto miliardario e filantropo della città. Una sera Batman fa la sua comparsa in un in una delle società di copertura del boss Grissom, dove sta agendo Jack Napier (Jack Nicholson), suo fido braccio destro, intento a far sparire alcuni documenti, ma purtroppo non sa che è tutta una trappola, infatti poco dopo arriva la polizia e Jack dopo uno scontro con Batman cade in un vascone pieno di acido chimico verde e incredibilmente ne uscirà fuori sfigurato pronto a vendicarsi di tutti sotto il nuovo nome di Joker. Toccherà a Batman salvare la città dalla follia omicida di questo pazzo criminale.

Collezione Folle-primavera-estate.  Per vestirvi così
dovete proprio essere folli.
Quello che salta più all'occhio in questo film è naturalmente l'interpretazione di Jack Nicholson (dal valore assurdo di 60 milioni di dollari!) nella parte del Joker, uno dei personaggi di fantasia più interessanti e complessi che ho sempre amato alla follia fin da piccolo, da quando guardai il film e seguii l'omonima serie animata - ho sempre tifato per i cattivi, io i buoni, i supereroi e i pollitically correct mi son sempre stati sulle balle. Esempi concreti: la puntata in cui morì Lady Oscar io festeggiai con latte e biscotti. Speravo sempre che Heidi cadesse giù da un burrone. Nel Gobbo di Notre-Dame mi faceva pena Frollo e, pur essendo attratto anch'io da Esmeralda, la identificavo come la causa della sua violenza. Superman con quella tutina era semplicemente ridicolo, pur avendo in mente - adesso - il bellissimo discorso di Bill in Kill Bill. Peter Parker-Spiderman mi piaciucchiava, ma poverino - in senso ironico - aveva solo l'imbarazzo della scelta in quanto a gnocca, come Bruce Wayne-Batman d'altronde. Ops ho fatto uno spoiler involontario. Ebbene sì: Bruce Wayne è Batman. Ah, lo sapevate già? Va beh, per chi non lo sapesse...

"MA NO!! Ora sanno che sono Batman, merda. Dovrò
cambiare costume. Magari chiedo in prestito l'armatura del
pezzo di latta lì, com'è che si chiama già?"
Comunque se Keaton e la Basinger sono nel complesso bravi, non hanno compiuto nessuna sbavatura, Jack è semplicemente fenomenale, nella parte del pazzo non lo batte nessuno, perché lui stesso è pazzo, non ha solo UNA rotella fuori posto, ma è l'intero sistema che non va, che non è a posto, ma va bene così, perché ci sa regalare interpretazioni memorabili. Intanto nei vari forum continua a circolare la fatidica domanda "E' meglio il Joker di Nicholson o quello di Ledger?"
Io dico che il Joker di Nicholson è più fumettistico, più scherzoso, più simpatico perché è inserito nel film più fedele al fumetto, ma in quanto a follia ha poco da invidiare a quello di Ledger. Quello di quest'ultimo è un folle omicida metropolitano, meno fumetto più realtà, che fa accapponare la pelle ogni volta che compare sullo schermo. L'interpretazione di Ledger è da antologia (premiata con l'Oscar postumo) così come il doppiaggio di Adriano Giannini, figlio del noto Giancarlo che doppiò in modo esemplare Nicholson nella parte del Joker.


"Lasciami dire cosa sto pensando dolce... Ero nel mio bagno un giorno, quando mi resi conto che io ero destinato alla grandezza... Sai come la gente si preoccupa delle apparenze? "Questo è bello, quello no..." Cosa completamente superata per me. Ora io faccio quello che per gli altri è solo un sogno: io faccio arte, finché qualcuno muore. Capito? Ehehahahah! Io sono il primo artista dell'omicidio a ciclo completo, Cara!" (Joker)

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Batman
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: USA, Regno Unito
Anno: 1989
Durata: 121 min
Genere: azione, fantastico, supereroi
Regia: Tim Burton
Soggetto: Sam Hamm, basato sul personaggio dei fumetti creato da Bob Kane
Sceneggiatura: Sam Hamm, Warren Skaaren
Produttore: Jon Peters, Peter Guber
Produttore esecutivo: Benjamin Melniker, Michael E. Uslan
Casa di produzione: Warner Bros.
Distribuzione (Italia): Warner Bros. Italia, Warner Home Video, Laserdisc: Warner Home Video
Fotografia: Roger Pratt
Montaggio: Ray Lovejoy
Musiche: Danny Elfman, Prince (canzoni)
Scenografia: Anton Furst
Costumi: Bob Ringwood, Tony Dunsterville

Interpreti e personaggi:
Michael Keaton: Bruce Wayne/Batman
Jack Nicholson: Jack Napier/Joker
Kim Basinger: Vicki Vale
Robert Wuhl: Alexander Knox
Pat Hingle: James Gordon
Billy Dee Williams: Harvey Dent
Michael Gough: Alfred Pennyworth
Jack Palance: Carl Grissom
Jerry Hall: Alicia Hunt
Tracey Walter: Bob Hawkins
Lee Wallace: Joe Borg
William Hootkins: Max Eckhardt
George Lane Cooper: Lawrence
Edwin Craig: Antoine Rotelli
John Dair: Vinnie Ricorso
Christopher Fairbank: Nick
George Roth: Eddie
Bruce McGuire: Peter McElroy
Kit Hollerbach: Becky Narita
Lachele Carl: Rene
Steve Plytas: Dr. Davis
Anthony Wellington: Robert
Hugo E. Blick: Jack Napier (giovane)
Charles Roskilly: Bruce Wayne (bambino)
Garrick Hagon: Harold
Adrian Meyers: Jimmy
David Baxt: Thomas Wayne
Sharon Holm: Martha Wayne
Sam Douglas: D.A. Alday
Denis Lill: Bob
Paul Michael: Dwight
Rachel Ryan: Amanda Keeler
Priscilla Cory: Candy Walker

Doppiatori italiani:
Luca Biagini: Bruce Wayne / Batman
Giancarlo Giannini: Jack Napier / Joker
Paila Pavese: Vicki Vale
Stefano De Sando: Alexander Knox
Luigi Pistilli: Alfred Pennyworth
Silvio Spaccesi: Commissario James Gordon
Gianni Musy: Carl Grissom
Paolo Buglioni: Harvey Dent
Sandro Pellegrini: Sindaco Borg
Ennio Coltorti: Ten. Max Eckhardt
Lisa Genovese: Alicia Hunt
Fabrizio Pucci: Peter McElroy
Loris Loddi: Eddie, il rapinatore
Pasquale Anselmo: Nic, il rapinatore
Carlo Valli: Harold
Alessandro Tiberi: Jimmy
Luigi Ferraro: medico
Giancarlo Giannini: Jack Napier da giovane
Max Turilli: chirurgo plastico
Anna Cesareni: Rene
Carlo Valli: sommelier
Pasquale Anselmo: scagnozzo di Napier

Denny B.







lunedì 22 aprile 2013

JACK NICHOLSON DAY: L'ONORE DEI PRIZZI

L'onore dei Prizzi


Fonte foto: il-cinefilo.blogspot.com
Oggi 22 aprile 2013 è il JACK NICHOLSON DAY e noi blogger vogliamo omaggiare il grande attore americano  che proprio oggi compie 76 anni. I miei colleghi - a cui voglio un mondo di bene, sia chiaro -, si sono accaparrati i film migliori con un sistema molto usato chiamato "Chi arriva prima meglio alloggia", ma non ce l'ho con loro, ripeto: voglio bene a tutti. Ma lasciando stare i sentimentalismi il film che ho scelto è L'onore dei Prizzi, ne avevo sentito parlare molto bene, era anche un'occasione per vedere un film mai visto e poco conosciuto, ma, ahimè, sono incappato in un film brutto, triste e senza carisma. E mi piange il cuore dover omaggiare il grande Jack con questo film perché la sua interpretazione è assolutamente trascurabile come tutte quelle dell'intero cast.


"Sparami Jack, ti prego. Io sto film proprio non lo reggo."
"A chi lo dici, pure io non lo reggo. Ora sparo a te e poi
anche allo spettatore così gli risparmio questo inutile supplizio." 
Brooklyn, New York, 1985. Charley Partanna (Jack Nicholson) è un caporegime e uomo fidato del boss mafioso Don Corrado Prizzi (William Hickey) in cui al matrimonio di Teresa Prizzi, nipote del Don, s'imbatte nella bella e bionda Irene Walker (Kathleen Turner), una presunta consulente finanziaria, ma che in realtà è rimasta coinvolta con suo marito in una truffa ai danni della famiglia Prizzi al casinò di Las Vegas, dove un uomo di fiducia di Dominic Prizzi (Lee Richardson), figlio di Don Corrado, rimane ucciso. Charley s'innamora di lei, contraccambiato, e dopo aver ucciso suo marito, per ordine di Dominic, colpevole di aver architettato la truffa a Las Vegas, si sposano, seppur gravi problemi interferiscano con la loro relazione e poi bla bla bla bla bla tutto così, intrighi su intrighi per due ore e dieci minuti. Dove parto ad analizzare questo disastro? Dal meno peggio: il regista Premio Oscar John Houston. La sua regia non è male messa confronto con tutto il resto, non ci sono grandi finezze artistiche, ma tutto sommato va bene. Passiamo alla fotografia un po' sfumata, per nulla godibile, sembra di vedere una puntata di Perry Mason. 


"Perché ho fatto questo film? Per soldi e per farmi Morticia. Sì,
sono un necrofilo, non lo dire a nessuno però."
L'onore dei Prizzi è un film surreale, voleva raccontare in modo grottesco una storia di mafia tentando di prenderla in giro, ma non ci è riuscito, e il risultato, lo ripeto, scusate, è scadente, perché gli attori sono svogliati, senza carisma, e interpretano personaggi che sono delle macchiette anemiche, parodie di se stessi. Il caro Jack è svogliato, vuoto e so che in fondo anche lui sapeva di interpretare un personaggio orribile e per nulla caratterizzato. Angelica "Morticia" Houston per la sua interpretazione è stata premiata con l'Oscar ed è uno scandalo insindacabile: recita per due scene in croce e quando è di scena non è nulla di straordinario, anzi, è inguardabile. Vogliamo parlare della sceneggiatura? Ma anche no, anche perché non saprei che dire oltre "C'era una sceneggiatura? non me ne sono accorto".
L'onore dei Prizzi non è un film che ti prende per i capelli, ti prende al massimo per il culo, e anche lì lo fa senza carisma.
Intanto: tanti auguri Jack.


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Prizzi's Honor
Paese di produzione: USA
Anno: 1985
Durata: 130 min
Generedrammatico, commedia
Regia: John Huston
Soggetto: Richard Condon
Sceneggiatura: Richard Condon e Janet Roach
Produttore: John Foreman
Fotografia: Andrzej Bartkowiak
Montaggio: Kaja Fehr e Rudi Fehr
Musiche: Alex North
Scenografia: Dennis Washington e Bruce Weintraub

Interpreti e personaggi:
Jack Nicholson: Charley Partanna
Kathleen Turner: Irene Walker
Robert Loggia: Eduardo Prizzi
Anjelica Huston: Maerose Prizzi
John Randolph: Angelo 'Pop' Partanna
William Hickey: Don Corrado Prizzi
Lee Richardson: Dominic Prizzi
Michael Lombard: Filargi 'Finlay'

Doppiatori italiani:
Pino Colizzi: Charley Partanna
Rossella Izzo: Irene Walker
Giuseppe Rinaldi: Eduardo Prizzi
Ludovica Modugno: Maerose Prizzi
Sergio Rossi: Corrado Prizzi
Arturo Dominici: Angelo Partanna
Sergio Fiorentini: Dominic Prizzi 

Denny B.













sabato 20 aprile 2013

Al Pacino stasera ad Amici





Sì, io sono un esaltato di Al Pacino, è il mio mito, è il mio attore preferito da quando si ha un attore preferito, lo chiamo ogni tanto Dio, perché non mi venite a dire che è nato dall'incontro di uno spermatozoo con un ovulo perché non ci credo. Lui è della stessa sostanza di Dio. Punto e basta. Poi, ovvio, è il più grande attore vivente e questa sera, per la prima volta ospite in una trasmissione italiana, sarà il quarto giudice della giuria di Amici. Quindi appuntamento alle 21.10 su Canale5, con Amici, con il grande Al Pacino.

venerdì 19 aprile 2013

Gli Uccelli di Hitchcock

Gli Uccelli

★★★★

A Hitch non bastava metterci paura quando ci facciamo la doccia - ma chi se la fa più? - o a renderci protagonisti di un presunto delitto ne La finestra sul cortile, no, non gli bastava: ora abbiamo pure paura degli uccelli. Non riesco più a guardare con gli stessi occhi ingenui i miei bellissimi canarini canterini e allo svolazzar di un passero o di un merlo corro a tapparmi in auto o direttamente in casa. Tutto grazie a Hitch. Grazie mille.


San Francisco. In un negozio di animali s'incontrano l'avvocato Mitch Brenner (Rod Tylor) e la ricca Melania Daniels (Tippi Hedren) in cui Mitch, pur avendola riconosciuta, finge di scambiarla per una commessa del negozio e le chiede informazioni su una coppia di pappagallini inseparabili da donare alla sorellina Cathy per il suo compleanno. Presto lui interrompe questo simpatico teatrino rievocando la circostanza in cui l'ha conosciuta: in tribunale dove era stata processata per guida in stato di ebbrezza e sfascio di una vetrina. Ma Melania si sente attratta e affascinata dal bel avvocato e decide di recarsi personalmente da Mitch, a Bodega Bay dove trascorre i week-end con sua madre e sua sorella, ma durante la traversata della baia Melania viene ferita da un gabbiano ed è solo l'inizio, perché presto gli uccelli si coalizzeranno e attaccheranno inspiegabilmente gli abitanti di Bodega Bay.


Questo è sicuramente uno dei film più particolari del Maestro - come se gli altri già non lo siano abbastanza - ebbe un discreto successo di pubblico, ma la critica del tempo, come al solito, non lo comprese e gli venne criticato il fatto di essersi allontanato da quei thriller a cui aveva abituato il pubblico. Solo anni dopo la morte di Hitchcock Gli Uccelli venne riconosciuto come uno dei suoi capolavori - della serie: devi morire per farti apprezzare a pieno - e, aggiungo io, come uno dei film più inquietanti del mondo, altro che quella merdina dello squalo, mettendoli a confronto Lo squalo sembra una commedia natalizia, un cinepanettone, ecco. Hitchcock chiamò a sé  montatori, scenografi e direttori della fotografia, come Robert Boyle, Robert Burks e George Tomasini - veri esperti del settore - molti addestratori di uccelli, tra cui un corvo che aveva preso in antipatia Rod Tylor che lo inseguiva ogni volta per beccarlo, e usò circa 1500 inquadrature tra cui 400 contenevano trucchi e fotomontaggi. Ma la domanda che tutti si fanno, noi e i protagonisti della storia, - che ne parlano in una spassosa scena all'interno del Tides Café con un'ornitologa, un pescatore, il cuoco, il barista, la cameriera e un ubriaco che cita la Bibbia - è: perché gli uccelli si sono messi ad attaccare le persone? 
Bella domanda, Hitch non ci suggerisce nessuna risposta, mentre noi tentiamo di cercare un perché definitivo. Gli uccelli si ribellano agli uomini perché stufi di essere maltrattati o messi in gabbia o uccisi. Gli uccelli sono solo uno strumento dell'ira divina che si scatena contro l'umanità intera. Gli uccelli, animali graziosi e in fondo innocui, attaccano perché incattiviti dagli uomini che stanno distruggendo il pianeta Terra (il film è del 1963). Oppure è semplicemente la fine del mondo, l'Apocalisse e la meravigliosa scena finale è un potente affresco cinematografico del Giudizio Universale.


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The Birds

Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1963
Durata: 120 minuti
Generethriller, horror
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Daphne Du Maurier
Sceneggiatura: Evan Hunter
Produttore: Alfred Hitchcock
Fotografia: Robert Burks
Montaggio: George Tomasini
Effetti speciali: Larry Hampton, Ub Iwerks
Musiche: Oskar Sala (effetti sonori), Matthew Ross (musica aggiunta)
ScenografiaGeorge Milo
Costumi: Edith Head

Interpreti e personaggi:
Tippi Hedren: Melania Daniels
Rod Taylor: Mitchell "Mitch" Brenner
Jessica Tandy: Lydia Brenner
Suzanne Pleshette: Annie Hayworth
Veronica Cartwright: Cathy Brenner
Ethel Griffies: Signora Bundy, ornitologa
Charles McGraw: Sebastian Sholes, pescatore
Ruth McDevitt: Signora MacGruder, commessa negozio di uccelli
Lonny Chapman: Deke Carter, cuoco
Joe Mantell: commesso viaggiatore
Doodles Weaver: pescatore
John McGovern: impiegato dell'ufficio postale

Doppiatori italiani:
Maria Pia Di Meo: Melania Daniels
Giuseppe Rinaldi: Mitchell "Mitch" Brenner
Rina Morelli: Lydia Brenner
Rita Savagnone: Annie Hayworth
Serena Verdirosi: Cathy Brenner
Franca Dominici: Signora MacGruder, commessa negozio di uccelli
Renato Turi: Deke Carter, cuoco
Manlio Busoni: commesso viaggiatore
Ferruccio Amendola: impiegato dell'ufficio postale

Denny B.







giovedì 18 aprile 2013

La finestra sul cortile o Il Guardone

La finestra sul cortile

★★★★

A chi non è mai capitato di spiare o almeno curiosare i vicini di casa come il più nulla facente dei guardoni? Certo è che se l'abbiamo fatto non avevamo l'impiccio di una gamba ingessata come il protagonista dell'ennesimo capolavoro firmato Alfred Hitchcock La finestra sul cortile.


L. B. "Jeff" Jeffries (James Stewart) è un fotoreporter di successo costretto su una sedia a rotelle con una gamba ingessata a causa di un incidente sul lavoro. Per ingannare il tempo comincia a osservare i suoi vicini di casa prima servendosi di un binocolo e in seguito della sua macchina fotografica con teleobiettivo, mentre Lisa Freemont (Grace Kelly), la sua fidanzata, gli fa visita regolarmente insistendo sul loro matrimonio.  Intanto Jeff, come un inarrestabile voyeur, continua a osservare i suoi vicini: una giovane coppia di sposini, una ballerina che balla e si esercita molto spesso in reggiseno e mutandine, un compositore a cui manca l'ispirazione, una coppia di coniugi che ama il proprio cagnolino, una zitella dal cuore solitario, una single con la passione per l'arte e i Thorwald, una coppia di coniugi in crisi matrimoniale. Una notte Jeff dopo essersi svegliato a causa di urlo di donna comincia a prestare attenzione agli strani movimenti che si verificano nell'appartamento dei Thorwald tanto da convincersi che Lars Thorwald abbia ucciso la moglie e abbia fatto sparire il cadavere


La regia di Hitch è talmente bella e geniale che è da manicomio. Non era da Premio Oscar, ma da dieci Premi Oscar. Non sono né il primo né l'ultimo che accusa l'Academy di non aver capito una minchia del lavoro del Maestro, ora lo idolatrano, ma ora è ora, e il 1954 era il 1954 - e grazie al cavolo. 
James Stewart è proprio bravo, lo apprezzi un barun (piemontese) in Vertigo e qui continui ad apprezzarlo e continui a confondertelo con Cary Grant. Grace Kelly, cioè vogliamo dirle qualcosa? sì, è un po' difficile, lo so, non trovo ancora il numero del Paradiso sulle Pagine Angeliche, ma avessi l'occasione le direi "Sei stata la donna più bella del mondo" - solo Ingrid Bergman (una delle mie inesauribili cotte) può competere con Grace - e "Sei stata una delle più grandi attrici mai esistite" - spero che da lassù legga il mio blog.


La bellezza e la genialità di un film come La finestra sul cortile è che noi siamo Jeff, il protagonista: noi guardiamo con i suoi occhi, anzi siamo i suoi occhi, osserviamo, spiamo, indaghiamo, siamo coinvolti in tutto e per tutto (grandiosa la scena in cui Thorwald si accorge di essere osservato da Jeff-noi spettatori), con una sola differenza: noi non baciamo Grace Kelly, mannaggia; ed è anche la prima volta nella storia del cinema che il protagonista fa le veci del regista, in una magnifica apoteosi della soggettiva. 
Con La finestra sul cortile Hitchcock batte se stesso curiosando "semplicemente" tra i meandri e le finestre del suo mastodontico genio. E compie qualcosa di unico: non solo per la prima volta lo spettatore è il protagonista di un film, ma prova anche il brivido lungo la schiena di essere scoperto. Scoperto colpevole di voyeurismo. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Rear Window
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1954
Durata: 121 min
Genere: commedia, thriller, romantico
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Cornell Woolrich (racconto)
Sceneggiatura: John Michael Hayes
Produttore: Paramount Pictures
Casa di produzione: Paramount Pictures e Patron Inc.
Distribuzione (Italia): Paramount Pictures
Fotografia: Robert Burks
Montaggio: George Tomasini
Musiche: Franz Waxman
Scenografia: Hal Pereira, Joseph McMillan Johnson (con il nome Joseph MacMillan Johnson)
Sam Comer e Ray Mayer (arredatori)
Costumi: Edith Head
Trucco: Wally Westmore

Interpreti e personaggi:
James Stewart: "Jeff" Jeffries
Grace Kelly: Lisa Freemont
Thelma Ritter: Stella, l'infermiera
Wendell Corey: Thomas J.Doyle
Raymond Burr: Lars Thorwald
Judith Evelyn: miss Cuore Solitario
Ross Bagdasarian: il compositore
Georgine Darcy: miss Torse, la ballerina
Irene Winston: la signora Thorwald

Doppiatori italiani:
Doppiaggio originale (1955):
Gualtiero De Angelis: James Stewart
Fiorella Betti: Grace Kelly
Franca Dominici: Thelma Ritter
Emilio Cigoli: Wendell Corey
Giorgio Capecchi: Raymond Burr
Cesare Polacco: Anthony Warde
Dhia Cristiani: Sara Berner
Vinicio Sofia: Alan Lee
Carlo Romano: Ralph Smiley

Ridoppiaggio (1984):
Giorgio Piazza: James Stewart
Maria Pia Di Meo: Grace Kelly
Isa Bellini: Thelma Ritter
Michele Gammino: Wendell Corey
Renato Mori: Raymond Burr

Denny B.












mercoledì 17 aprile 2013

Psyc(h)o: motel? no grazie. Doccia? ma anche no.

Psycho

★★★★

I traduttori italiani si sono persi un H per strada, ma, accorti, non si sono fermati in nessun motel. Noi, molto scemi, vediamo e rivediamo Psycho continuando a perdere ore di sonno, inoltre sono anni e anni che non facciamo più una doccia, solo un bel bagno nella vasca, già sdraiati, così nel caso entrasse un potenziale assassino possiamo far finta di essere già belli che morti, e tutto grazie a quel maledetto genio di Alfred Hitchcock.


Phoenix, Arizona. Marion Crane (Janet Leigh) lavora come segretaria in una società immobiliare alla quale sottrae 40.000 dollari prima di fuggire in auto. Dopo aver viaggiato per più di un giorno si ferma al Bates Motel, gestito da Norman Bates (Anthony Perkins), uno strano ragazzo che vive con sua madre, oppressiva e autoritaria. Mentre sta facendo la doccia, Marion viene uccisa. Lila (Vera Miles), sua sorella, si reca da Sam, l'amante di Marion, per chiedergli se l'abbia vista di recente, lui non ne sa nulla, arriva anche un detective privato che sta indagando sulla presunta scomparsa della signorina Crane e le ricerche e le indagini hanno inizio.


Psycho è stato il più grande successo commerciale di Hitch, un cult intramontabile - tra cent'anni sarà ancora inquietante - e una capolavoro quasi perfetto, toglierei giusto giusto una scena.
Il film Hitchcock di Sacha Gervasi racconta bene la travagliata realizzazione di questo noir inquietante, che fece gridare il pubblico nelle sale e che continua a far prendere un colpo a coloro che lo guardano e lo riguardano tutt'oggi, infatti l'alto tasso di infarto e di brividi è dovuto prettamente ai film di Hitchcock e al primo piano di Rosi Bindi, per quanto riguarda il tasso di dissenteria quello è dovuto ai film di Spielberg e alle canzoni del Merdà Moda. Gli attori di questo thriller sono tutti superbi, a partire dalla bella Janet Leigh che mai avrebbe creduto di far parte - con questo film - della storia del cinema, come Anthony Perkins, bravissimo e con quel sorriso finale da oca nella pelle e Vera Miles, dura e intraprendente.


Hitchcock non fu soltanto un regista - forse il più grande di tutti i tempi - un genio, un artista, ma fu soprattutto un creatore di paure, un promotore di fobie e uno scardinatore di certezze: gli uccelli non possono far del male, sono così carini; nessuno entrerebbe nel bagno mentre ci facciamo la doccia; non saremmo mai vittime di un complotto; nessuno rapirebbe il nostro bambino; e non saremmo mai testimoni di un reato. Ne siamo proprio così sicuri? No, grazie ad Alfred non più.




Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Psycho
Paese di produzione: USA
Anno: 1960
Durata109 min
Generethriller, horror
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Robert Bloch (romanzo)
Sceneggiatura: Joseph Stefano
Produttore: Shamley Productions
Distribuzione (Italia): Paramount
Fotografia: John L. Russell
Montaggio: George Tomasini
Effetti speciali: Clarence Champagne
Musiche: Bernard Herrmann
Scenografia: Robert Clatworthy, Joseph Hurley e George Milo

Interpreti e personaggi:
Janet Leigh: Marion Crane
Vera Miles: Lila Crane
Anthony Perkins: Norman Bates
John Gavin: Sam Loomis
Martin Balsam: Milton Arbogast
John McIntire: sceriffo Al Chambers
Simon Oakland: dottor Fred Richmond
Vaughn Taylor: George Lowery
Frank Albertson: Tom Cassidy
Lurene Tuttle: Eliza Chambers
Pat Hichcock: Caroline, la collega di Marion
John Anderson: Charlie
Mort Mills: poliziotto di pattuglia
Fletcher Allen: poliziotto sul marciapiede
Virginia Gregg: Norma Bates (voce)
Alfred Hitchcock: uomo con cappello texano
Ted Knight: Guardia

Doppiatori italiani:
Rosetta Calavetta: Marion Crane
Lydia Simoneschi: Lila Crane
Pino Locchi: Norman Bates
Giuseppe Rinaldi: Sam Loomis
Nando Gazzolo: Milton Arbogast
Giorgio Capecchi: sceriffo Al Chambers
Emilio Cigoli: dottor Fred Richmond
Luigi Pavese: Tom Cassidy
Manlio Busoni: George Lowery
Flaminia Jandolo: Caroline, la collega di Marion
Franca Dominici: Eliza Chambers
Cesare Barbetti: Charlie
Renato Turi: poliziotto di pattuglia
Wanda Tettoni: Norman Bates

Denny B.









martedì 16 aprile 2013

Vertigo: l'uomo che soffrì due volte

La donna che visse due volte

★★★★

Se dopo aver visto il film - ancora seduti attoniti sul divano - qualcuno entrasse in casa vostra e vi tagliasse un dito di una mano, state certi che non sentireste nulla, sareste completamente anestetizzati, qualsiasi vostro dolore comunque sarebbe niente al confronto di quello che prova e proverà in eterno John "Scottie" Ferguson, il protagonista acrofobico di Vertigo, tradotto - male - in La donna che visse due volte.
John "Scottie" Ferguson (James Stewart) è un ex-agente di polizia affetto da acrofobia dimessosi dopo aver visto cadere nel vuoto un suo collega impegnato a salvarlo durante un inseguimento di un malvivente sui tetti di San Francisco. Un giorno viene contattato da Gavin Elster (Tom Helmore), un suo ex-compagno di college, che gli chiede di sorvegliare sua moglie Madeleine (Kim Novak), vittima di strane ossessioni. John accetta e sarà l'inizio della sua fine.


Il film è ricco e sapientemente costruito, come ogni lavoro del Maestro, nulla è lasciato al caso, tutto è curato come una bella tavolata, pronta per noi avidi spettatori, ed è tratto dal romanzo D'entres les morts di Thomas Narcejac e Pierre Boileau che leggerò sicuramente. Il film è un sapiente mix di giallo, noir e love story, non voglio assolutamente fare spoiler per chi non l'avesse mai gustato a pieno, ma posso dire che che la love story tra Scottie e Madeleine è la più crudele e tormentata delle love story cinematografiche - Hitchcock, se vogliamo, è un po' pirandelliano, con sadismo e crudeltà non risparmia sofferenze e dolori a nessuno dei suoi personaggi.


La regia è perfetta e geniale: il senso della vertigine è frutto di una sincronia tra una zoomata in avanti e una carrelata all'indietro. James Stewart è straordinario davvero - anche se a volte me lo confondo con Cary Grant (non sono gemelli?). Kim Novak, un po' troppo bionda - io e Hitch non ci saremmo mai rubati le donne a vicenda, beh per Grace Kelly e Ingrid Bergman avremmo fatto follie e saremmo arrivati a dichiararci guerra l'un l'altro - è molto brava e fu stata chiamata a sostituire Vera Miles che rifiutò la parte perché incinta (si sarebbe rifatta con Psyco). Barbara Bel Geddes che interpreta Midge, l'amica di Scottie, segretamente innamorata di lui, è così naturale e frizzante (no,  non è l'acqua Brio Blu o Rossa), che sono  finito io per innamorarmene. 
I film più belli li riconosci, anche, e soprattutto, quando, raggiunto il finale, offrono una parvenza di continuità, lo spettatore immagina la continuazione, pensa, rimugina su un episodio o sulla vita dei personaggi dopo la comparsa  dei titoli di coda. E La donna che visse due volte non è solo un film bello: è un capolavoro così alto che ti fa venire le vertigini.  

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Vertigo
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1958
Durata: 128 min
Generethriller
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Pierre Boileau, Thomas Narcejac
Sceneggiatura: Alec Coppel, Samuel A. Taylor
Produttore: Alfred Hitchcock per Paramount
Distribuzione (Italia): Paramount
Fotografia: Robert Burks
Montaggio: George Tomasini
Musiche: Bernard Herrmann
Scenografia: Henry Bumstead, Hal Pereira

Interpreti e personaggi:
James Stewart: John 'Scottie' Ferguson
Kim Novak: Madeleine Elster/Judy Barton
Barbara Bel Geddes: Marjorie Midge Wood
Tom Helmore: Gavin Elster
Henry Jones: Coroner
Raymond Bailey: Dottore di Scottie
Ellen Corby: Proprietaria del McKittrick Hotel
Konstantin Shayne: Pop Leibel

Doppiatori italiani:
Doppiaggio originale (1958):
Gualtiero De Angelis: John 'Scottie' Ferguson
Rosetta Calavetta: Madeleine Elster/Judy Barton

Ridoppiaggio (1984):
Giorgio Piazza: John 'Scottie' Ferguson
Vittoria Febbi: Madeleine Elster/Judy Barton
Anna Rita Pasanisi: Marjorie Midge Wood
Gianni Marzocchi: Galvin Elster
Renato Mori: Medico di Scottie
Cesare Barbetti: Giudice

Denny B.