lunedì 8 giugno 2015

Hungry Hearts (2014)


★★★½

Jude (Adam Driver) e Mina (Alba Rohrwacher) s'incontrano in un ristorante cinese di New York o, più precisamente, nel bagno del suddetto ristorante in cui rimangono chiusi dentro. I due s'innamorano, cominciano la loro convivenza in un piccolo appartamento e si sposano. La loro vita sembra viaggiare sul binario della felicità fino a quando Mina non resta incinta e si convince che il bambino avrà un potere speciale come le ha predetto una fattucchiera. Quando il piccolo viene al mondo lei lo alimenta solo con cibi vegetali e lo tiene lontana dall'inquinato mondo esterno convinta così di preservarne la purezza. Jude dapprima la asseconda, ma, rendendosi conto che suo figlio non cresce come dovrebbe, si rivolge a uno specialista che gli comunica che suo figlio rischia la denutrizione se non ingerisce un tot di proteine giornaliere. Avrà inizio una battaglia tra Mina e Jude per l'alimentazione del loro piccolo bambino.

Fischiato al Festival del Cinema di Venezia l'anno scorso, nonostante poi i due attori protagonisti abbiano vinto ben due Coppe Volpi per le loro interpretazioni, recensito negativamente dai nostri critici degni di un paese analfabeta, detestato dagli Vade-Retro-Rohrwacher, e ignorato (o mai visto, ma criticato lo stesso perché Fuck the Sistem) da coloro che "Saverio Costanzo figlio di Maurizio? ma quello è un raccomandato incapace", Hungry Hearts è, volente o nolente, il Gone Girl all'italiana che dai pori trasuda internazionalità. Un film inquietante, coinvolgente e maturo. 

Certe scelte di inquadratura - dall'alto, primissimi piani, ad angolo -, che ricordano molto il Roman Polanski di Rosemary's Baby, aumentano il senso di inquietudine e di angoscia, costantemente in crescendo, che vive questa coppia di sposi aventi divergenze nel campo dell'alimentazione. Lei, ossessionata dalla salute, dall'igiene e contraria a tutto ciò che è di provenienza animale, è, per farla breve, una vegana che costringe il suo bambino a non ingerire carne portandolo alla denutrizione e alla mancanza di crescita. "E' un pazza" dice a un certo punto la madre di Jude e quest'ultimo risponde "E' solo insolita". E voi da quale parte pendete? E' giusto che una madre vegana nutra suo figlio solo con pappette vegetali lasciandolo privo delle proteine necessarie al suo sviluppo? Ma Hungry Hearts non è solo critica agli OGM e il veganesimo che va tanto di moda, ma scava nel rapporto di coppia portando in superficie i lati oscuri dei due componenti senza la spettacolarità messa in scena dall'ottimo thriller di David Fincher

Mina non ha nessuno oltre a Jude. "Io sono la sola famiglia che ha" dice Jude a sua madre. Mina è una donna che si annulla per suo figlio. Si annulla anche sessualmente: il corpo è scarno, gli occhi non hanno più luce, e il rapporto con suo marito è una gabbia dentro un piccolissimo appartamento molto vicino a una cella il cui spazio più claustrofobico è, ironia della sorte, la serra sul tetto in cui coltiva senza usare diserbanti verdura sana priva di conservanti, dove per accedervi bisogna salire una stretta scala a pioli. Mina non ha la consapevolezza di Rosemary di essere incinta di un demone, perché è lei stessa un demone, pericolosa per se stessa e per gli altri. 

Il regista Saverio Costanzo non si limita a descrivere una vita ultrareale di un coppia dal loro primo incontro incredibile in un bagno maleodorante di un ristorante cinese al loro primo e unico figlio, ma, facendo sfociare Hungry Hearts nel golfo del genere thriller e horror, racconta l'ascesa così come la caduta di un amore con un occhio volutamente polanskiano, rendendo chiaro il titolo azzeccato: cuori affamati. Per quanto riempiamo il corpo di cibo, se il cuore è a digiuno, resteremo affamati come sciacalli nella notte. 

1 commento:

  1. In realtà a Venezia non è stato trattato affatto male... solo la stampa italiana, prevenuta e incattivita per partito preso, lo ha stroncato di brutto. Ma il film in generale è piaciuto.
    Hai ragione: anch'io ho scritto che è il 'Gone Girl' italiano, anzi secondo me anche più bello

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