lunedì 11 agosto 2014

Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re

Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re

★★★★

Gandalf (Ian McKellen) assieme a re Théoden (Bernard Hill), Aragorn (Viggo Mortensen), Gimli (John Rhys-Davies) e Legolas (Orlando Bloom) si recano a Isengard dove incontrano Merry (Dominic Monaghan) e Pipino (Billy Boyd) che li informa del trionfo di Barbalbero su Saruman. Nell'acqua Pipino trova il Palantìr prontamente sequestrato da Gandalf, ma la curiosità dell'hobbit è dura a morire infatti nella notte cerca di dargli un'occhiata attirando su di sé l'attenzione di Sauron. Fermato appena in tempo da Gandalf Pipino gli racconta che cosa ha visto: Minas Tirith in fiamme. Così partono per Gondor cercando di convincere il sovrintendente Denethor (John Noble) a preparasi all'imminente attacco delle truppe di Sauron. Nel frattempo Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Astin) accompagnati da Gollum (Andy Serkis) arrivano davanti alle porte di Minas Morgul dalle quali vedono uscire l'esercito comandato dal Re Stregone di Angmar che prima invade Osgiliath e poi si dirige a Minas Tirith dove si consumerà una tremenda battaglia.  


Vi confesso che ero un pochino emozionato il giorno in cui ho visto per la prima volta il capitolo conclusivo della trilogia sceneggiata e diretta da Peter Jackson. Parlo come se fossero passati anni, invece è passato poco più di un mese. Assaporare un po' di epicità mi ha fatto bene in questo periodo colorato di melma (per essere galanti). Il ritorno del re ha la componente magica ed esplicativa unita a una narrazione robusta e inquadrata intelligentemente de La Compagnia dell'Anello (il mio preferito dei tre) e ha il ribollio della guerra che ti scorre nelle vene quando si ha davanti il male da sconfiggere e l'evenienza che i cantastorie scrivano e cantino le gesta memorabili degli eroi de Le due torri.



I ruoli interpretati dagli attori raggiungono la maturità: ad esempio Merry e Pipino non continuano a essere i soliti curiosi pasticcioni, ma capiscono che c'è in gioco la vita dei loro amici e combattono nonostante la loro statura e ignoranza in materia di battaglia; Aragorn, dopo la morte di Théoden, prende il comando e guida gli uomini di Gondor e dell'ovest contro l'esercito di Sauron. Permettetemi una piccola parentesi goliardica: il bastone di Gandalf è utile quanto un buco nel gomito. Ma invece di tirarlo sul capo dei nemici non può, che so, creare un'onda d'urto magica o una luce accecante? E visto che ha dalla sua le aquile, non poteva prestargliene una a Frodo? 


Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re è la degna conclusione di una delle trilogie cinematografiche più belle di tutti i tempi. Gli straordinari effetti speciali non surclassano mai i sentimenti profondi e puri di cui sono pregni i personaggi di quest'epopea fantastica: Gandalf, in mezzo alla battaglia, narra a Pipino cosa c'è dopo la morte - "Bianche sponde e, al di là di queste, un verde paesaggio sotto una lesta aurora" - e il film può continuare a essere uno stupendo affresco fantasy dove elefanti giganti cadono sotto il peso appuntito delle frecce o dei tagli delle spade, dove un occhio di fuoco da un'alta torre controlla e vede ogni spostamento e gli eserciti si muovono con oscuri intendimenti di morte, ma personalmente amo quei momenti in cui l'uomo parla per spronare i suoi simili o li protegge dal pericolo, quei momenti in cui l'umanità e il desiderio di sopravvivenza adombra la magia; come Aragorn che pronuncia il famoso discorso di fronte ai figli di Gondor prima di lanciarsi contro l'esercito di Sauron; come Théoden che vede sua figlia difenderlo dallo Stregone di Angmar (che nessun uomo può uccidere, appunto); come Pipino che canta per Denethor, con la bocca sporca di cibo, arroccato nella sala del trono mentre il suo ultimo figlio cavalca verso la disfatta; la generosità e la lealtà immensa di Sam nei confronti di "Padron Frodo" e l'amicizia tra Gimli e Legolas dei quali non sapremo mai chi dei due abbia ucciso più orchi; il povero Sméagol talmente ossessionato dall'anello che non si accorge dell'abbraccio della lava bollente. Non c'è solo il ritorno del re Aragorn sul trono di Gondor, ma anche il ritorno di Sam nella sua adorata Contea dopo aver salutato per sempre il suo migliore amico Frodo in partenza verso lidi sconosciuti. Un ritorno dolce e umano che mi fa capire ancora di più che alla fine l'epicità migliore è la serenità di un focolare confortante.

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The Lord of the Rings: The Return of the King
Paese di produzione: Nuova Zelanda, USA
Anno: 2003
Durata: 192 min (DVD widescreen edition)
201 min (versione cinematografica)
251 min (DVD versione estesa)
263 min (Blu-ray Disc versione estesa)
Generefantastico, avventura, epico
Regia: Peter Jackson
Soggetto: J.R.R. Tolkien (romanzo)
Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
Produttore: Peter Jackson, Barrie M. Osborne, Fran Walsh
Produttore esecutivo: Robert Shaye, Michael Lynne, Mark Ordesky, Bob Weinstein, Harvey Weinstein
Casa di produzione: New Line Cinema, WingNut Films, The Saul Zaentz Company
Distribuzione (Italia): Warner Bros. pictures
Fotografia: Andrew Lesnie
Montaggio: Jamie Selkirk, Annie Collins
Effetti speciali: Joe Letteri, Richard Taylor, Jim Rygel
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Grant Major, Dan Hennah, Alan Lee, John Howe

Interpreti e personaggi:
Elijah Wood: Frodo Baggins
Ian McKellen: Gandalf
Viggo Mortensen: Aragorn
Sean Astin: Samvise Gamgee (Sam)
Orlando Bloom: Legolas
John Rhys-Davies: Gimli
Billy Boyd: Peregrino Tuc (Pipino)
Dominic Monaghan: Meriadoc Brandibuck (Merry)
Sala Baker: Sauron
Bernard Hill: Théoden
Miranda Otto: Éowyn
Karl Urban: Éomer
David Wenham: Faramir
John Noble: Denethor
Andy Serkis: Gollum/Sméagol
Lawrence Makoare: Gothmog e Re Stregone di Angmar
Bruce Hopkins: Gamling
Bruce Phillips: Grimbold
Peter Tait: Shagrat
Stephen Ure: Gorbag
Joel Tobeck: Capo degli Orchi
Paul Norell: Re dei Morti
Hugo Weaving: Elrond
Liv Tyler: Arwen
Cate Blanchett: Galadriel
Marton Csokas: Celeborn
Bret McKenzie: Lindir
Ian Holm: Bilbo Baggins
Thomas Robins: Déagol
Sarah McLeod: Rosie Cotton
Christopher Lee: Saruman (versione estesa)
Brad Dourif: Grima Vermilinguo (versione estesa)
Peter Jackson: Mercenario (versione estesa)
Bruce Spence: Bocca di Sauron (versione estesa)

Doppiatori originali:
John Rhys-Davies: Barbalbero
Sala Baker: Sauron

Doppiatori italiani:
Davide Perino: Frodo Baggins
Pino Insegno: Aragorn
Massimiliano Alto: Samvise Gamgee (Sam)
Gianni Musy: Gandalf
Stella Musy: Arwen
Cristiana Lionello: Galadriel
Renato Mori: Gimli
Stefano De Sando: Théoden
Corrado Conforti: Peregrino Tuc (Pipino)
Paolo Vivio: Meriadoc Brandibuck (Merry)
Massimiliano Manfredi: Legolas
Luca Biagini: Elrond
Ilaria Stagni: Éowyn
Francesco Bulckaen: Faramir
Riccardo Rossi: Éomer
Oreste Rizzini: Denethor
Francesco Vairano: Gollum/Sméagol
Vittorio Congia: Bilbo Baggins
Roberto Ciufoli: Deagol
Roberto Draghetti: Gamling
Roberto Stocchi: Shagrat
Mauro Magliozzi: Gorbag
Claudio Fattoretto: Gothmog
Paolo Buglioni: Re degli Stregoni
Rachele Paolelli: Rosie
Giampaolo Genovesi: Everard Tronf
Nino Prester: Re dei Morti
Davide Marzi: Grimbold
Carlo Scipioni: Irolas
Gianni Del Vescovo: Capo degli Orchi
Claudio Puglisi: Madril
Nanni Venditti: Lindir
Carlo Baccarini: Barbalbero
Gerolamo Alchieri: Sauron
Omero Antonutti: Saruman (versione estesa)
Gianluca Tusco: Vermilinguo (versione estesa)
Oliviero Dinelli: Bocca di Sauron (versione estesa)

Denny B.

2 commenti:

  1. Chiusura perfetta per una grande trilogia, forse lo Star Wars della nostra epoca.

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  2. Una trilogia destinata a fare storia. E il particolare ultimo su Gollum mi era sempre sfuggito, devo ammettere...

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