mercoledì 27 agosto 2014

Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Lo Hobbit - La desolazione di Smaug


★★½

Continua il viaggio della compagnia dei nani verso la Montagna Solitaria dove dorme il temibile drago Smaug, ma prima di arrivarci dovranno superare molte insidie e contrattempi: attraversando il Bosco Atro cadono nelle grinfie dei ragni giganti salvo essere liberati da una squadra di elfi silvani guidati da Legolas (Orlando Bloom) e Tauriel (Evangeline Lilly) che li imprigionano a loro volta nelle segrete del Reame Boscoso. Nel frattempo Gandalf (Ian McKellen) giunge a Dol Guldur dove invia Radagast (Sylvester McCoy) a informare Galadriel (Cate Blanchett) dell'imminente scontro con il Negromante.



Che desolazione. Avevo preventivato un calo in questo sequel - tutto nella norma, salvo alcune eccezioni -, ma non così brusco e addirittura defraudante. Mi sento preso per il naso dal signor Peter Jackson. Il primo film di questa trilogia pur non essendo brillante a me aveva fatto ben sperare di gustare nuovamente le atmosfere, la magia e l'epicità della Via Crucis dell'Anello. Gli elementi c'erano tutti: personaggi quali Gandalf di cui ho molta fiducia, Thorin che è un re bello deciso, il simpatico e saggio Balin e poi Bilbo che in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug è ridotto quasi a un personaggio di contorno, benché il film s'intitoli "Lo Hobbit" e non "La compagnia dei Nani" perché il regista è impegnato ad allungare il brodo con ammiccamenti al pubblico, storie d'amore improbabili, la preparazione di Sauron alla guerra, il tutto facendo infuriare i tolkeniani, quelli che sono andati al cinema con il libro de Lo Hobbit aperto sulle ginocchia per controllare se una scena c'era o no nel romanzo, deludendo i nostalgici della Trilogia dell'Anello e deliziando forse quelli che non sono né l'uno né l'altro perché ehy ragazzi! ma avete visto che drago?!


Alla compagnia dei nani ne succedono di tutti i colori quando non v'è Gandalf a badar loro. Rischiano di essere ingoiati dai ragni giganti, per (s)fortuna Bilbo comincia a capire le potenzialità dell'anello rubato a Gollum e almeno una scena è coerente con quanto lo stregone gli dice nel primo capitolo: "Il vero coraggio si basa sul sapere non quando prendere una vita, ma quando risparmiarla". Bilbo uccide un cucciolo di ragno per riprendersi l'anello il cui influsso malefico porta già i suoi amari frutti. E dopo i ragni vengono gli elfi silvani dove ritroviamo una nostra vecchia conoscenza: Legolas. Interpretato da un Orlando Bloom totalmente inespressivo. Che dal quel che so c'entra come un hobbit in mezzo agli orchi. Ma non è l'unico personaggio inesistente nel libro che Jackson decide di inserire infatti abbiamo una nuova e bella elfa silvana di nome Tauriel che udite udite s'innamora (contraccambiata) del nano più piacente della compagnia. E così abbiamo aggiunto un altro po' di brodo nel calderone fantasy e le bimbeminkia hanno qualcosa di cui parlare durante l'intervallo. 



Il meccanismo di Lo Hobbit - La desolazione di Smaug, e anche del primo film, è questo: i nani cadono in trappola e Bilbo o Gandalf li trae in salvo. Tutto qui. E aggiungeteci solo dei combattimenti ben coreografati contro orchi più stupidi del solito che altro non sono che bersagli inamovibili facili per le frecce e le spade elfiche. A già dimenticavo che s'inserisce nella trama gonfiata un brandello di politica con annesso popolo beota che inneggia a Thorin, unico vero re sotto la montagna, perché ha la voce più alta di Bard contrario alla sua pretesa al trono poiché teme il risveglio del drago e la conseguente distruzione della piccola città portuale sotto la montagna. Si trae da un libro per ragazzi un film oscuro, buio e confuso dove l'unico barlume di emozione l'ho avuta quando Thorin e Balin entrano nella montagna, finalmente a casa, e si guardano commossi, e dove l'unico momento di soddisfazione l'ho riservato al favoloso drago Smaug, oggetto sicuramente di masturbazione da parte della massa, doppiato da Luca Ward, e con un design davvero notevole, che sarà l'antagonista principale dell'ultimo capitolo della trilogia di cui non ce n'era davvero bisogno. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia): 


Titolo originale: The Hobbit: The Desolation of Smaug
Paese di produzione: Nuova Zelanda, USA
Anno: 2013
Durata: 161 min(versione cinematografica)[1], 185 min(versione estesa)[2]
Generefantastico, avventura, epico
Regia: Peter Jackson
Soggetto: J. R. R. Tolkien (romanzo)
Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens, Guillermo del Toro
Produttore: Peter Jackson, Fran Walsh, Carolynne Cunningham, , Zane Weiner
Produttore esecutivo: Alan Horn, Carolyn Blackwood Ken Kamins, Toby Emmerich Callum Greene
Casa di produzione: New Line Cinema, Metro-Goldwyn-Mayer, WingNut Films
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Fotografia: Andrew Lesnie
Effetti speciali: Weta Digital (Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton e Eric Reynolds)
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Alan Lee, John Howe, Dan Hennah

Interpreti e personaggi:
Martin Freeman: Bilbo Baggins
Ian McKellen: Gandalf
Richard Armitage: Thorin Scudodiquercia
Ken Stott: Balin
Graham McTavish: Dwalin
Aidan Turner: Kíli
Dean O'Gorman: Fíli
Mark Hadlow: Dori
Jed Brophy: Nori
Adam Brown: Ori
John Callen: Óin
Peter Hambleton: Glóin
William Kircher: Bifur
James Nesbitt: Bofur
Stephen Hunter: Bombur
Benedict Cumberbatch: Smaug
Luke Evans: Bard l'Arciere
Orlando Bloom: Legolas
Evangeline Lilly: Tauriel
Lee Pace: Thranduil
Manu Bennett: Azog
Lawrence Makoare: Bolg
Mikael Persbrandt: Beorn
Sylvester McCoy: Radagast
Cate Blanchett: Galadriel
Stephen Fry: Governatore di Pontelagolungo
Ryan Gage: Alfrid
John Bell: Bain
Peggy Nesbitt: Sigrid
Mary Nesbitt: Tilda

Doppiatori originali:
Benedict Cumberbatch: Sauron

Doppiatori italiani:
Gigi Proietti: Gandalf
Fabrizio Vidale: Bilbo Baggins
Fabrizio Pucci: Thorin Scudodiquercia
Luca Ward: Smaug
Daniela Calò: Tauriel
Marco Foschi: Thranduil
Giorgio Borghetti: Bard l'Arciere
Massimiliano Manfredi: Legolas
Carlo Valli: Balin
Bruno Conti: Dwalin
Stefano Crescentini: Kíli
Corrado Conforti: Fíli
Roberto Stocchi: Dori
Luigi Ferraro: Nori
Edoardo Stoppacciaro: Ori
Andrea Tidona: Óin
Edoardo Siravo: Glóin
Francesco Sechi: Bifur
Antonio Palumbo: Bofur
Mauro Magliozzi: Bombur
Paolo Marchese: Beorn
Bruno Alessandro: Radagast
Cristiana Lionello: Galadriel
Massimo Lopez: Governatore di Pontelagolungo
Franco Mannella: Alfrid
Manuel Meli: Bain
Erica Necci: Sigrid
Arianna Vignoli: Tilda

Denny B.

6 commenti:

  1. A me non era dispiaciuto ma purtroppo non è ai livelli dell'episodio "peggiore" della prima trilogia. Difatti, è uno di quei film che passa e va senza lasciar traccia, tanto che a dicembre mi toccherà una bella maratona o chi diavolo si ricorda di cos'era successo negli altri film? XD

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    1. Io li ho visti apposta per vedere e recensire il terzo XD

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  2. Pessimismo e fastidio.M'era uscito solo fiele.http://cinematografiapatologica.blogspot.it/2014/06/le-minirece-lo-hobbit-la-desolazione-di.html

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    1. Ho letto ;)
      Chissà cosa si è inventato per il prossimo capitolo.

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  3. Per me si salva solo per il drago, tutto il resto è pura inutilità -come il primo film, d'altronde.

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    1. Sì, sono d'accordo. Però il primo film è molto meglio di questo.

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