La grande bellezza
Il mio ritardo è quasi imperdonabile. Sono passati mesi dall'uscita del nuovo film di Paolo Sorrentino e cerco di salvarmi in corner ora che è stato scelto come rappresentate dell'Italia ai prossimi premi Oscar. Il motivo per cui non ne ho scritto è molto semplice: volevo rivederlo. E visto che non posso permettermi di andare al cinema ogni volta che vorrei, dopo la prima visione ho atteso l'uscita in dvd per poter godere nuovamente della Roma cupa e decadente (ma ancora viva) de La grande bellezza.
Jep Gambardella (Toni Servillo) è uno scrittore che ha scritto un solo romanzo nella vita (L'apparato umano) e che ora è diventato un giornalista di gossip, un mondano, il "re dei mondani", che partecipa ogni sera a una festa diversa e che vuole "avere il potere di farle fallire". Un uomo che si considera deludente, che è stufo di fare cose che non ha voglia di fare, che se ne va dopo aver fatto sesso poco convinto con una bionda sconosciuta e che quando si sdraia sul letto, dopo essere rientrato a casa, fissa il soffitto bianco e vede il mare prima ancora di immaginarlo.
Passa molte delle sue serate sulla sua terrazza di casa che si affaccia sul Colosseo in compagnia dei suoi amici: Romano (Carlo Verdone), uno scrittore teatrale che elemosina attenzioni da una donna che lo sfrutta economicamente e sentimentalmente; Lello (Carlo Buccirosso), ricco imprenditore che tradisce continuamente la moglie con qualunque donna, basta che ci stia; Dadina (Giovanna Vignola), direttrice del giornale per cui Jep lavora, una nana autoironica e dal pugno deciso; Stefania (Galatea Ranzi), scrittrice di romanzetti radical chic e dall'ego smisurato; e Viola (Pamela Villoresi) , una ricca borghese con il figlio malato mentale.
Jep Gambardella passeggia per le strade di una Roma marmorea, eterna nella sua immobilità, che resta a guardare gli uomini che scatenandosi in feste grandiose, strusciandosi su corpi sudati ed esausti, bevendo e brindando al nulla, corteggiando attenzioni mai sincere, e incoraggiamenti inesistenti, si rivelano le maschere più ambiziose di una decadenza morale inarrestabile.
Jep nelle sue peregrinazioni silenziose incontra personaggi indimenticabili, mostri di un gretta vita che la trattengono con fiumi di corbellerie apparenti e luccicanti, come il guru del botox che seduto in un grande salone barocco a turno offre la sua siringa, nuova ostia consacrata, ai suoi clienti e adepti con cui parla in tono accattivante e adula e rimprovera qualora scopra che lo hanno tradito con un suo rivale, e che sfila per ogni punturina la modica cifra di settecento euro o mille a seconda dei casi; come la bambina che dipinge con il suo corpo, piangendo e sfogandosi sulla tela; o come un suo vecchio amico che ha abbandonato la cocaina per darsi all'eroina e che ha una figlia, Ramona (Sabrina Ferilli), ballerina di streap-tease dalla tristezza magnetica e malinconica, che non si sa in cosa spenda tutti i suoi soldi.
Roma è ripresa di giorno quando il sole si posa sui severi monumenti inondati dai flash delle macchine fotografiche dei turisti di tutto il mondo, quando la notte rimbocca le coperte ai giardini curati dei palazzi nobiliari o alle strade dalla calma storica dove la gente si attarda a riassaporare una condizione di superiorità estetica. Roma non è mai stata così bella e crepuscolare e capace però di deludere come succede con Romano, il personaggio più maturo mai interpretato da Carlo Verdone, che, in una delle scene più toccanti de La grande bellezza, dice "Roma mi ha deluso". Lui e Sabrina Ferilli interpretano i personaggi più autenticamente romani del film, delusi e sofferenti in una città che credevano di appartenerle (i nomi Romano e Ramona hanno un'assonanza con Roma).
Toni Servillo è magnifico nell'interpretare Jep Gambardella, lo scrittore deludente che ha smesso di scrivere seriamente per pigrizia, perché non servirebbe a fermare la caduta dei valori che dilaga nel chiacchiericcio generale, un uomo che ritorna alla fine a fare ciò per cui è nato grazie ai suoi incontri, all'immersione nelle forme più disparate dell'esistenza.
La grande bellezza parla di forma, e raccontandola riesce a svelare la profondità con cui ci si aggrappa alla superficie, all'apparenza delle formalità stilistiche, che a volte vengono infrante per risultare incredibilmente diversi (la scena del funerale).
Sorrentino non ha una visione laica, il suo film è religioso, a suo modo. Inserisce al suo interno due figure che stridono, che servono per muovere una critica: durante una cena a casa di Jep attorno allo stesso tavolo troviamo la Santa, una centoquattrenne che vive la povertà con dedizione e umiltà e che si ciba solo di radici, e il Cardinale Bellucci, che partecipa ai carnevali, e che pensa a riempirsi la pancia e a discorrere solo di cibo.
Mi rendo conto che una recensione non basta per descriverlo, ci sono ancora molte cose da aggiungere, come la scena geniale in cui Lorena (Serena Grandi), mentre guarda in cielo le scie lasciate dagli aerei, tira su col naso come se fossero delle strisce di cocaina, o come il personaggio del "portiere" che possiede tutte le chiavi dei più belli palazzi di Roma, ma ho abusato troppo della vostra pazienza e vi chiedo scusa: la sintesi quando si tratta di descrivere un film che mi ha emozionato viene meno.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 2013
Durata: 142 min
Genere: commedia, drammatico
Regia: Paolo Sorrentino
Soggetto: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Produttore: Francesca Cima, Nicola Giuliano
Casa di produzione: Indigo Film, Medusa Film, Babe Film, Pathé, France 2 Cinéma
Distribuzione (Italia): Medusa Distribuzione
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musiche: Lele Marchitelli
Scenografia: Stefania Cella
Costumi: Daniela Ciancio
Trucco: Matteo Silvi
Interpreti e personaggi:
Toni Servillo: Jep Gambardella
Carlo Verdone: Romano
Sabrina Ferilli: Ramona
Carlo Buccirosso: Lello Cava
Iaia Forte: Trumeau
Pamela Villoresi: Viola
Galatea Ranzi: Stefania
Franco Graziosi: Conte Colonna
Giorgio Pasotti: Stefano
Massimo Popolizio: Alfio Bracco
Sonia Gessner: Contessa Colonna
Anna Della Rosa: Ragazza esangue
Luca Marinelli: Andrea
Serena Grandi: Lorena
Ivan Franek: Ron Sweet
Vernon Dobtcheff: Arturo
Dario Cantarelli: Assistente della Santa
Lillo: Lillo De gregorio
Luciano Virgilio: Alfredo
Giusi Merli "La Santa"
Anita Kravos: Talia Concept
Massimo De Francovich: Egidio
Roberto Herlitzka: Cardinale Bellucci
Isabella Ferrari: Orietta
Fanny Ardant: sé stessa
Aldo Ralli: Cardinale
Antonello Venditti: sé stesso
Giovanna Vignola: Dadina
Giulio Brogi: Maestro del cinema (scene eliminate)
Fiammetta Baralla: Madre di Ramona (scene eliminate)
★★★★
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 2013
Durata: 142 min
Genere: commedia, drammatico
Regia: Paolo Sorrentino
Soggetto: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Produttore: Francesca Cima, Nicola Giuliano
Casa di produzione: Indigo Film, Medusa Film, Babe Film, Pathé, France 2 Cinéma
Distribuzione (Italia): Medusa Distribuzione
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musiche: Lele Marchitelli
Scenografia: Stefania Cella
Costumi: Daniela Ciancio
Trucco: Matteo Silvi
Interpreti e personaggi:
Toni Servillo: Jep Gambardella
Carlo Verdone: Romano
Sabrina Ferilli: Ramona
Carlo Buccirosso: Lello Cava
Iaia Forte: Trumeau
Pamela Villoresi: Viola
Galatea Ranzi: Stefania
Franco Graziosi: Conte Colonna
Giorgio Pasotti: Stefano
Massimo Popolizio: Alfio Bracco
Sonia Gessner: Contessa Colonna
Anna Della Rosa: Ragazza esangue
Luca Marinelli: Andrea
Serena Grandi: Lorena
Ivan Franek: Ron Sweet
Vernon Dobtcheff: Arturo
Dario Cantarelli: Assistente della Santa
Lillo: Lillo De gregorio
Luciano Virgilio: Alfredo
Giusi Merli "La Santa"
Anita Kravos: Talia Concept
Massimo De Francovich: Egidio
Roberto Herlitzka: Cardinale Bellucci
Isabella Ferrari: Orietta
Fanny Ardant: sé stessa
Aldo Ralli: Cardinale
Antonello Venditti: sé stesso
Giovanna Vignola: Dadina
Giulio Brogi: Maestro del cinema (scene eliminate)
Fiammetta Baralla: Madre di Ramona (scene eliminate)
Denny B.
Purtroppo non sono ancora riuscito a recuperarlo, ma spero di potermi presto cimentare nella visione.
RispondiEliminaOttimo post!
Un film che mi ha avvero sconquassato. Da una parte ripetitivo, ridondante e furbetto, dall'altra invee il modo in cui raccontano le cose mi ha letteralmente sconvolto.
RispondiEliminaMi sa che passeranno mesi prima che possa dare un giudizio preciso...