Big Fish - Le storie di una vita incredibile
Fonte foto: www.cinemadelsilenzio.it |
Qual è il marchio di cinema di Tim Burton? Uno che ha portato il dark e il gotico prima di tutti, un'artista dal genio riconoscibile che si è assopito negli ultimi anni dopo essersi piegato a novanta davanti alla Walt Disney? Il fascino per le storie macabre e romantiche (Nightmares Before Christmas, La sposa cadavere), il remake colorato bimbomikiesco e diabetico (La fabbrica di cioccolato), il musical horror criminale (Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street)e il tema sulla diversità a lui tanto caro (Edward Mani di Forbice e Frankenweenie) e poi c'è Big Fish - Le storie di una vita incredibile, il suo film meno burtoniano e più sinceramente suo.
Un giorno Edward si ammala gravemente e William torna alla casa dei suo genitori assieme a sua moglie incinta e attraverso i racconti fantastici intraprende un viaggio che renderà il padre immortale.
Big Fish - Le storie di una vita incredibile come ho scritto sopra è il film meno burtoniano di tutti. Se noi lo vedessimo senza sapere il nome del regista forse non ci verrebbe in mente lui, perché i suoi temi riconoscibili non sono esteriorizzati con tocchi gotici, ma con una delicatezza di fondo racconta un novelliere, un insieme di storie una più incredibile dell'altra che fa tornare lo spettatore bambino, dentro un letto e con le coperte rimboccate.
Gli attori sono tutti inseriti perfettamente in un contesto incredibile: da Ewan McGregor che interpreta il giovane, ambizioso e capatosta Edward Bloom a Steve Buscemi, poeta pessimo e poi lavoratore che s'arrangia (non voglio svelarvi troppo); da Danny DeVito, un leale capocomico di un circo itinerante, a una semprepresente Helena Bonham Carter alle prese con due ruoli; e compare per pochi secondi una giovanissima Miley Cyrus, prima che diventasse un puttanone con disfunzione alla lingua; e c'è anche Marion Cotillard, ma non me ne sono accorto.
Quelli che hanno imparato a conoscermi penseranno "Denny B. si sarà commosso?". Sì, non lo nego mai, credo sia normale piangere durante la visione di un film (anormale se si piange di disperazione) e alcune scene mi hanno toccato, come quella degli asfodeli o della notte all'ospedale a cui seguirà il finale magico sulle parole di William.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: Big Fish
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 2003
Durata: 125 min.
Genere: drammatico, fantastico, sentimentale, avventura
Regia: Tim Burton
Soggetto: Daniel Wallace (romanzo)
Sceneggiatura: John Augusuce Cohen, Katterli Frauenfelder, Dan Jinks, Richard D. Zanuck
Produttore esecutivo: Arne Schmidt
Casa di produzione: Columbia Pictures Corporation, Jinks/Cohen Company, The Zanuck Company
Distribuzione (Italia): Columbia Tristar Films Italia
Montaggio: Chris Lebenzon, Joel Negron
Effetti speciali: Robin A. Linn, Hans Metz, Stan Parks, Stan Winston
Musiche: Danny Elfman
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: Colleen Atwood, Donna O'Neal
Interpreti e personaggi:
Ewan McGregor: Ed Bloom giovane
Albert Finney: Ed Bloom anziano
Billy Crudup: Will Bloom
Jessica Lange: Sandra Bloom anziana
Alison Lohman: Sandra Bloom giovane
Helena Bonham Carter: Jenny / La strega
Robert Guillaume: Dott. Bennett
Marion Cotillard: Josephine
Matthew McGrory: Karl il gigante
Miley Cyrus: Ruth da piccola
David Denman: Don Price a 18-22 anni
Steve Buscemi: Norther Winslow
Danny DeVito: Amos Calloway
Deep Roy: Mr. Soggybottom
Missi Pyle: Mildred
Doppiatori italiani:
Riccardo Rossi: Ed Bloom giovane
Luciano De Ambrosis: Ed Bloom anziano
Vittorio De Angelis: Will Bloom
Micaela Esdra: Sandra Bloom anziana
Valentina Mari: Sandra Bloom giovane
Cristiana Lionello: Jenny / La strega
Angelo Nicotra: Dott. Bennett
Tiziana Avarista: Josephine
Alessandro Rossi: Karl il gigante
Mino Caprio: Norther Winslow
Giorgio Lopez: Amos Calloway
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 2003
Durata: 125 min.
Genere: drammatico, fantastico, sentimentale, avventura
Regia: Tim Burton
Soggetto: Daniel Wallace (romanzo)
Sceneggiatura: John Augusuce Cohen, Katterli Frauenfelder, Dan Jinks, Richard D. Zanuck
Produttore esecutivo: Arne Schmidt
Casa di produzione: Columbia Pictures Corporation, Jinks/Cohen Company, The Zanuck Company
Distribuzione (Italia): Columbia Tristar Films Italia
Montaggio: Chris Lebenzon, Joel Negron
Effetti speciali: Robin A. Linn, Hans Metz, Stan Parks, Stan Winston
Musiche: Danny Elfman
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: Colleen Atwood, Donna O'Neal
Interpreti e personaggi:
Ewan McGregor: Ed Bloom giovane
Albert Finney: Ed Bloom anziano
Billy Crudup: Will Bloom
Jessica Lange: Sandra Bloom anziana
Alison Lohman: Sandra Bloom giovane
Helena Bonham Carter: Jenny / La strega
Robert Guillaume: Dott. Bennett
Marion Cotillard: Josephine
Matthew McGrory: Karl il gigante
Miley Cyrus: Ruth da piccola
David Denman: Don Price a 18-22 anni
Steve Buscemi: Norther Winslow
Danny DeVito: Amos Calloway
Deep Roy: Mr. Soggybottom
Missi Pyle: Mildred
Doppiatori italiani:
Riccardo Rossi: Ed Bloom giovane
Luciano De Ambrosis: Ed Bloom anziano
Vittorio De Angelis: Will Bloom
Micaela Esdra: Sandra Bloom anziana
Valentina Mari: Sandra Bloom giovane
Cristiana Lionello: Jenny / La strega
Angelo Nicotra: Dott. Bennett
Tiziana Avarista: Josephine
Alessandro Rossi: Karl il gigante
Mino Caprio: Norther Winslow
Giorgio Lopez: Amos Calloway
Denny B.
Ogni volta che si parla di Big Fish come del meno burtoniano della sua filmografia, capisco quanto poco si sia realmente compreso, il cinema di questo regista. Ovviamente tu sai quanto ti stimi e quanto, al contempo, ami Burton. Io vedo in questo film il Burton allo stato puro, e ti giuro, se non lo avessi mai visto oggi, dalla sequenza nel grande fiume io capirei che si tratti di un altro, forse il più grande, figlio di Tim. E non faccio riferimento alla faccia di Jack o alla spirale che come può lui la esibisce ancora, e ancora. Big Fish è una storia incredibile, e parla soprattutto di un padre e un figlio. Racconta di come la vita a volte possa sopravvivere con una storia, o più, da custodire e da tramandare. Perché le storie ci tengono in vita, le cose più semplici ci annientano mentre le imprese impossibili ci fanno sentire persone normali, accettabili. Io penso a Burton e vedo un bambino in soffitta a disegnare, a sognare un mondo o un'infinità di mondi possibili nei quali rifugiarsi. Vedo Edward e vedo suo figlio, e vedo Burton che da figlio diventa padre e questo prende lentamente vita all'interno del suo film. Ecco perché, a mio avviso, questo rimane il film più burtoniano di tutti. E la gente vede questo come il suo capolavoro, e giustifica la sua opinione, parlando di un film che non sembra essere nemmeno dello stesso regista. Per me è assurdo, ma rispetto sempre ciò che non comprendo degli altri. Detto questo, un abbraccio caro Denny. ;-)
RispondiEliminaSo bene del tuo amore viscerale per Tim Burton che traspare dalle tue recensioni e da questo commento che mi ha fatto piacere ricevere :) Io prima di vedere Big Fish quando sentivo Burton mi veniva in mente Edward Mani di Forbice, film che non vedrò mai più nella vita, o Nightmare Before Christmas, perché ci ha abituato a gotic, dark e macabro, ora penserò a questo, perché è il film più sinceramente suo, il film che aspettava di dirigere da una vita, forse.
EliminaUn abbraccio a te ;)
Ricordo ancora le due bbballe dolicocefale che mi feci in sala...Non l'ho mai capito.
RispondiEliminaFilm stupendo, per me in assoluto il Capolavoro di Burton. Bellissimo.
RispondiEliminaD'accordo, anche se Nightmare Before Christmas è troppo bello.
EliminaOh ma tu guarda, uno dei film della mia top10 :)
RispondiEliminaPer me invece un film burtoniano al 100%. Anzi, sui questi lidi Burton non si è più avvicinato, purtroppo, ma qualunque cazzata possa fare da qui in avanti (a proposito, a me "La fabbrica di cioccolato" piace) lo perdonerò solo per aver fatto questo.
Come non hai notato la cara Marion? E' la moglie francese del protagonista... che altri non è che Doc Manhattan :D
Per me la Marion potrebbe andare a coltivare olive e pomodori tanto fa sboccare il cenone di capodanno ogni volta che la vedi recitare con quella spocchia da francese arrivata. Mi è venuto verso la fine il pensiero al Doc Manhattan ;)
Elimina"La fabbrica di cioccolato" è una bambinata, non regge con l'originale. Poi Depp sembra un androgino.
Ufficiale, con le attrici non andremo mai d'accordo. A me Marion piace assai, e da quando in rete circolano le sue foto in topless l'amo ancora di più *.*
EliminaA me la fabbrica cioccolatosa è piaciuto proprio per quello. Quello vecchio, ti dirò, non l'ho mai visto...
Non posso commentare degnamente perché l'avevo visto all'uscita cinematografica e poi mai più. Comunque ne conservo un buon, commovente ricordo.
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