lunedì 30 dicembre 2013

Storia di uomini invisibili di Giacomo Festi



Sono passati mesi dall'ultima recensione libresca e oggi torno perché ci tengo a parlarvi dell'esordio letterario di un autore promettente che non si è prostituito alla moda corrente dei gialli o fantasy vampireschi o distopici di sta ceppa e che ha scritto Storia di uomini invisibili (edito dalla Nativi Digitali Edizioni), un buon primo romanzo che riflette sulla nostra condizione di uomini invisibili.
L'autore, con uno stile a tratti duro, che non te le manda a dire, e in alcuni momenti più lieve, descrive l'accadimento del protagonista, Tommaso Bernini, che un giorno si rompe, smette di funzionare e impazzisce, e come se non bastasse, in un momento di assoluto sconforto, chiede fortemente di diventare invisibile, e strano a dirsi, ma non in un romanzo, ci riesce.  Tommaso diventa invisibile; ma siamo sicuri che gli altri personaggi che l'autore ci descrive più avanti non lo siano anch'essi pur essendo visibili agli occhi di tutti?  
Franco è un lavoratore silenzioso ed efficiente e nessuno si accorge della sua esistenza teneramente infantile;
Andrea è ambizioso, ma si ritrova a fare un lavoro che non lo appassiona, ed è invisibile alla bontà e alla sensibilità;
Giulia è invece invisibile a se stessa, è una donna prettamente forte, ma annoiata, e indossa di solito un sorriso di marmo tranne con Giovanni, unico suo svago, e non si decide a essere felice al di fuori della sua disastrosa vita matrimoniale;
Giovanni è semplicemente un ignavo figlio di papà che ha tante idee in testa, ma non ne realizza manco una; 
poi c'è il vecchio professore che legge i libri al Sant'Ezechiele e la signora Agnese di cui nessuno sembra accorgersi della sua esistenza.
Ho persino avuto l'impressione che Tommaso diventi quasi invisibile per l'autore stesso: se Tommaso nella prima parte del romanzo è il personaggio principale, che sperimenta la sua nuova condizione e incontra il buffo e infantile Franco con cui dividerà il domicilio, nella seconda l'autore sembra quasi ignorarlo facendolo diventare quasi una cornice instabile di una vicenda destinata a sfracellarsi contro il pavimento duro della realtà dove solo gli incubi si realizzano veramente. 
Il caro Giacomo Festi scrive bene, senza dubbio, forse il finale, paragrafato e didascalico, non ha fatto altro che assicurarmi ciò che io penso da anni: non siamo nessuno; siamo carne invisibile; di noi non resterà altro che il ricordo del nulla nella mente dell'ineluttabile.  
Sono quasi sicuro che saprà sorprendermi al prossimo giro di bevuta cartacea; o almeno me lo auguro. 


Ps: Se volete saperne di più sull'autore allora seguite il suo blog Recensioni Ribelli, dove si occupa di recensire film, passione che si evince dai molti titoli di film citati nel suo libro.

Denny B. 






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