lunedì 9 marzo 2015

Moneyball - L'arte di vincere (2011)

Moneyball


★★★★

Gli Oakland Athletics, al termine della stagione 2001, vengono sconfitti dai New York Yankees, non possono partecipare alle World Series, inoltre tre stelle del baseball se ne vanno da Oakland a fine contratto. Come se non bastasse il general manager Billy Beane (Brad Pitt) si vede negare dalla società un aumento di budget per poter permettersi validi giocatori, ma durante un incontro di mercato con i dirigenti dei Cleveland Indians Beane nota Peter Brand (Jonah Hill), un giovane laureato in economia a Yale con idee innovative su come si valuta un giocatore di baseball, e lo assume come assistente general manager degli Oakland Athletics. Basandosi esclusivamente sulla percentuale che indica il numero di volte in cui un giocatore conquista una base senza aiuto di penalità. Billy e Peter mettono assieme una squadra di atleti sottovalutati che farebbe storcere il naso a chiunque gli addetti ai lavori, ma presto, inaspettatamente, cominceranno a ottenere dei risultati.



Brad Pitt, lungo l'arco della sua carriera, raramente mi ha saputo regalare un'emozione, e si è mostrato come un attore più che convincente in pochissimi film, che si possono contare sulle dita di una mano: Seven, The Tree of Life, Bastardi senza gloria, Babel, e Moneyball. Cosa hanno in comune questi film? La rara qualità di quei registi - rispettivamente Fincher, Malick, Tarantino, Inarritu e Miller - che sanno trasformare gli attori mediocri in attori ottimi e che a volte, come nel caso del Truman Capote di Miller, danno l'opportunità a un mostro di bravura qual era Philip Seymour Hoffman, di eccellere particolarmente regalando al mondo un autentico capolavoro di recitazione. In Moneyball - L'arte di vincere Brad Pitt non potrà mai essere accostato ai fuoriclasse, ma, interpretando il ruolo di Billy Beane, dimostra che, se diretto dal regista giusto, può far emozionare anche chi non lo ama come gli americani amano il baseball. 



Nel 2002 una squadra di baseball, gli Oakland Athletics, formata da venti giocatori considerati tra i più scarsi dagli scouts di tutta la Major League, riuscì a vincere venti partite di seguito, stabilendo un nuovo incredibile record nell'American League, dopo undici sconfitte di fila. Moneyball non è un semplice e banale film sullo sport. Ma è un film di guerra, sì: tra la statistica e l'intuizione. Tra la vecchia guardia dei talent scouts che dietro la rete di un campetto osservano i ragazzi giocare a baseball analizzandone ogni colpo messo a tiro e una nuova guardia, un nuovo modo di vedere il baseball attraverso la statistica e la percentuale di basi conquistate da ogni giocatore, che grazie a Billy Bean e Peter Brand divenne un vero e proprio metodo poi adottato anche dalle più importanti squadre della Major League. Spendendo poco più di duecentomila dollari a giocatore, Bean e Brand misero su una squadra all'apparenza debole e senza speranza, ma che, con lo scorrere delle partite, degli scambi e delle aculate contrattazioni, mandarono fuori campo i pregiudizi di qualsiasi addetto al baseball. 



Billy Bean è un uomo solitario, ha alle spalle non solo un matrimonio fallito, che gli ha dato una figlia dodicenne che canta con la sua voce tenera quasi un presagio, ma soprattutto una grigia carriera come giocatore di baseball risultato di una svista di un talent scouts che vide in lui quel talento più unico che raro che negli anni non lo portò mai a brillare come atleta della Major League. Assieme a Peter Brand - interpretato da Jonah Hill - vuole andare a rivoluzionare il baseball con un metodo che ignora le solite dinamiche adottate da anni da centinaia di scouts e seppur all'inizio la squadra formata tramite la statistica non sembra funzionare come vorrebbe, tanto che Billy si scontrerà diverse volte con l'allenatore (un duro e serissimo Philip Seymour Hoffman), ma a seguito di scambi di giocatori - ottime le scene di Brad Pitt e Jonah Hill mentre contrattano telefonicamente con gli altri general manager - e dopo ben undici sconfitte, la squadra raccoglie vittorie una dietro l'altra arrivando ad abbattere il record della striscia di vittorie più lunga dell'American League. Ma a Billy non basta. Lui vuole cambiare il baseball e non si rende conto che è il baseball ad aver cambiato lui. Poteva andare al college, laurearsi, e andare allo stadio solamente come spettatore. Il baseball gli ha dato solo delusioni eppure  "Come si fa a non essere romantici con il baseball?"



Moneyball - L'arte di vincere è un film bellissimo e intelligente con un cuore che batte calda malinconia il cui ultimo battito scalfirà ben più di una palpebra. Non v'è soddisfazione in Bennett Miller se lo spettatore, dopo un suo film, non si sente devastato; è come se un punteruolo avesse trovato una crepa nascosta sul nostro muro intonacato di fresco. "Sei un perdente papà. Goditi lo show" canta la figlia, poi le scritte bianche su sfondo nero che precedono i titoli di coda, ed è come se ci avessero scagliato fuori dal campo con un colpo inaspettato. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Moneyball
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 2011
Durata: 133 min
Generedrammatico, biografico, sportivo
Regia: Bennett Miller
Soggetto: Michael Lewis (libro) Stan Chervin
Sceneggiatura: Steven Zaillian, Aaron Sorkin
Produttore: Michael De Luca, Rachael Horovitz, Brad Pitt
Produttore esecutivo: Scott Rudin, Andrew Karsch, Sidney Kimmel, Mark Bakshi
Casa di produzione: Michael De Luca Productions, Scott Rudin Productions, Specialty Films
Distribuzione (Italia): Sony Pictures Italia
Fotografia: Wally Pfister
Montaggio: Christopher Tellefsen
Effetti speciali: Robert Cole
Musiche: Mychael Danna
Scenografia: Jess Gonchor
Costumi: Kasia Walicka-Maimone

Interpreti e personaggi:
Brad Pitt: Billy Beane
Jonah Hill: Peter Brand
Philip Seymour Hoffman: Art Howe
Robin Wright: Sharon
Chris Pratt: Scott Hatteberg
Stephen Bishop: David Justice
Reed Diamond: Mark Shapiro
Brent Jennings: Ron Washington
Ken Medlock: Grady Fuson
Tammy Blanchard: Elizabeth Hatteberg
Jack McGee: John Poloni
Vyto Ruginis: Pittaro
Nick Searcy: Matt Keough
Glenn Morshower: Ron Hopkins
Casey Bond: Chad Bradford
Nick Porrazzo: Jeremy Giambi
Kerris Dorsey: Casey Beane
Spike Jonze: Alan

Doppiatori italiani:
Sandro Acerbo: Billy Beane
Simone Crisari: Peter Brand
Paolo Marchese: Art Howe
Chiara Colizzi: Sharon
Margherita De Risi: Casey Beane
Emilio Cappuccio: Grady Fuson

Denny B.


5 commenti:

  1. Non metto in dubbio che sia un bel film, ma non mi ispira proprio. Poi che locandina orribile...

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    1. Fidati, Jean: guardalo. Non giudicare u film dalla locandina (anche se è orribile, te ne do atto).

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  2. Grande film, per me troppo sottovalutato da una certa critica.
    Bennett Miller ne sa a pacchi.

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    1. Miller non ha ancora sbagliato un film.
      Ok, ne ha fatti solo tre, però è meglio farne tre ottimi che dieci di cui due buoni e i restanti otto terribili.

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  3. un film che ho visto al cinema, e rivisto [volentieri] su sky...
    un Brad Pitt per nulla scontato, così come la trama.

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