venerdì 6 marzo 2015

Truman Capote - A sangue freddo (2005)

Capote

★★★★

Kansas. 1959. L'intera famiglia Clutter viene sterminata da due assassini. Il famoso scrittore di Colazione da Tiffany, Truman Capote (Philip Seymour Hoffman), rimasto colpito da questo cruento fatto di cronaca, decide di dedicarsi alla stesura di un romanzo-documento che lo terrà impegnato per i prossimi sei anni. Capote, grazie anche all'aiuto della sua amica Harper Lee (Catherine Keener) ha accesso ai verbali e alla foto delle indagini e per un lungo periodo di tempo intrattiene un rapporto di amicizia con uno dei due assassini, Perry Smith (Clifton Collins Jr.), facendosi rivelare i reali fatti accaduti quella notte in Kansas.


L'interpretazione di Philip Seymour Hoffman in Truman Capote - A sangue freddo è un capolavoro dell'arte della recitazione. Non si limita a piegare il suo tono di voce a quello sottile e fragile di Truman Capote, ma ne fa un ritratto arguto e straordinario di un uomo con le sue peculiarità, le sue risate raschianti, la sua fervida intelligenza e la profondità di un animo sensibile che reca ferite difficili da rimarginare. Un uomo di lettere che con un libro - A sangue freddo - non solo diventa lo scrittore più famoso d'America, ma inventa un genere letterario del tutto nuovo: il romanzo-documento. 



Stando a stretto contatto con gli artefici dell'atto crudele che sconvolse il Kansas nel 1959 - soprattutto con uno in particolare, Perry Smith, di origine indiana, talento nel disegno, di cui Truman disse "Sembra che siamo nati nella stessa casa, solo che io sono uscito dalla porta principale mentre lui da quella sul retro" - Truman Capote capta ogni emozione, prosciuga ogni minuto a sua disposizione affinché il libro venga alla luce dopo un doloroso travaglio. E' incredibile, a un certo punto, come Truman Capote non veda l'ora che sia tutto finito: "Se loro (gli assassini) avranno un altro rinvio della pena io sento che avrò un esaurimento nervoso" dice seduto al bancone del bar durante la festa data da Harper Lee per la pubblicazione di Il buio oltre la siepe, che da lì in poi divenne un classico della letteratura americana. Perry gli scrive dal carcere pregandolo di aiutarlo mandandogli un avvocato capace, ma Truman accatasta le numerose lettere salvo rispondere in maniera telegrafica che è desolato però non può essere di alcun aiuto. Non dimentichiamolo: Truman Capote è uno scrittore e come ogni scrittore che incontra una persona che stuzzica il suo genio letterario una volta che si è cibato della sua storia mettendola su carta la getta con noncuranza nell'immondizia. La razza degli scrittori è la più egoistica che esista al mondo, parafrasando Philip Roth in uno dei suoi romanzi dedicati allo scrittore fittizio Nathan Zuckerman. 



Se confrontiamo A sangue freddo con i precedenti romanzi di Truman Capote ci rendiamo conto come sia vera la frase che pronuncia durante una delle tante feste che animava con i suoi racconti. "Io sono nato per scrivere questo libro". E anche morirci, si può aggiungere. La stesura lo impegnò per ben sei anni e in seguito non portò a termine alcun romanzo. Il suo genio letterario che se ne va dalla porta sul retro proprio come Perry. Altre voci altre stanze e L'arpa d'erba erano romanzi di formazione con protagonisti fanciulleschi inseriti nell'ostile mondo adulto delle contraddizioni, scritti con una prosa delicata, flebile, come la sua voce, come la sua figura di adulto che altro non è che un bambino che si veste con il cappotto lungo e le scarpe del papà per passare in mezzo alle persone grandi lasciando una scia che può benissimo essere quella della fatina Trilly. 



Truman Capote - A sangue freddo di Bennett Miller è un biopic-thriller austero completamente sorretto da un Philip Seymour Hoffman gigantesco che offre il ritratto perfetto di uno degli scrittori più famosi e discussi d'America che scava dentro la psicologia di un assassino con la stessa tenacia e intelligenza di un regista al suo prossimo film. Rivedendolo è fin troppo chiaro come la scomparsa di Hoffman sia stata, per usare un eufemismo, fin troppo prematura come la perdita del genio di Truman Capote dopo il punto finale del suo ultimo romanzo compiuto. 


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Capote
Paese di produzione: Canada, USA
Anno: 2005
Durata: 114 min
Generebiografico, drammatico
Regia: Bennett Miller
Soggetto: Gerald Clarke (libro)
Sceneggiatura: Dan Futterman
Produttore: Caroline Baron, William Vince, Michael Ohoven
Fotografia: Adam Kimmel
Montaggio: Christopher Tellefsen
Effetti speciali: Mark Gebel
Musiche: Mychael Danna
Scenografia: Jess Gonchor
Costumi: Kasia Walicka-Maimone

Interpreti e personaggi:
Philip Seymour Hoffman: Truman Capote
Catherine Keener: Harper Lee
Clifton Collins Jr.: Perry Smith
Chris Cooper: Alvin Dewey
Bruce Greenwood: Jack Dunphy
Bob Balaban: William Shawn
Amy Ryan: Marie Dewey
Mark Pellegrino: Richard Hickock
Allie Mickelson: Laura Kinney
Marshall Bell: Warden Marshall Krutch

Doppiatori italiani:
Roberto Chevalier: Truman Capote
Laura Boccanera: Harper Lee
Michele Gammino: Alvin Dewey

Anna Rita Pasanisi: Marie Dewey

Denny B.





2 commenti:

  1. Posso dirlo? Mi maledici? Ho dormito. Tutto. Il. Tempo.
    A mia discolpa posso dire che avevo la febbre ed ero in Australia, quindi lingua originale senza sottotitoli e camminare.

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    1. Sei discolpata. Si possono contare sulle dita di una mano i film che reggerei qualora avessi la febbre (e fossi in Australia) ;)

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