martedì 29 gennaio 2013

Tutti a tavola: c'è Lincoln in salsa spielberghiana

Lincoln




Fonte foto: http://www.vivacinema.it/foto/lincoln-cast-locandine-e-scene-del-film-con-daniel-day-lewis_5921.html



Allora, Lincoln...

                    "Ti fermo subito! Ti è piaciuto, vero?"

E lasciami continuare, che se no perdo il filo. Anche se dopo due ore e più di fiumi di parole un po' di silenzio sarebbe più che salutare. Allora, stavo dicendo, Lincoln è, oltre un sonnifero potentissimo in circolazione, l'ennesimo film di Steven Faccio-film-per-soldi Spielberg basato sulla figura di Lincoln negli anni in cui lottò per abolire la schiavitù in America. Una cosa che ho capito guardando i suoi film è che di base, nelle pellicole che sono riuscito a vedere, c'è sempre un ideale ben preciso: "L'America è grande. L'America è giusta. L'America è avanti anni luce rispetto alle altre nazioni". In ogni sua ripresa, in ogni sua maledetta inquadratura - per nulla memorabili - sento nelle orecchie il fastidioso rumore della bandiera a stelle e strisce che sventola sulle ingiustizie, sui soprusi e sulle atrocità del mondo intero. Conosco persone che credono fermamente, dopo aver visto Salvate il soldato Ryan, che gli americani abbiano fatto tutto da soli, o che gli squali siano delle bestie feroci che non hanno nient'altro da fare che uccidere chi gli capiti a muso. Spielberg non mi è mai piaciuto - non si era capito? -, la sua saccenza morbosa fuoriesce dalle fotografie che gli scattano, dagli autografi che patiti del cinema gli chiedono mentre lo osannano a miglior regista mai esistito, quando Coppola - genio e persona deliziosa, peccato che abbia lasciato sua figlia Sofia da sola con una cinepresa - o Scorsese - pure lui un genio, ma antipatico come un riccio in quel posto - se lo mangiano a colazione quando e come vogliono. Ma veniamo al film. Il film è lungo, completamente trapuntato di dialoghi e battute niente male (a volte ho riso di gusto), il tutto scritto e curato dall'intelligente penna di Tony Kushner - il più grande commediografo in circolazione. La fotografia è affidata al due volte premio Oscar Janusz Kaminsky, una garanzia nel campo cinematografico. Ottima la scenografia, gli interni delle abitazioni e gli esterni curati nel dettaglio e i costumi - discorso a parte per le parrucche, anzi, per una parrucca in particolare, ma ci arrivo dopo. La colonna sonora di John Williams questa volta non è indimenticabile. 


"Ma come funziona sto aggeggio?"






La regia è la solita del mio odiato Spielberg: anonima, elementare, della serie "Ho già vinto due premi Oscar. Perché dovrei impegnarmi? Per far piacere a Denny B.?". Le sue inquadrature non mi hanno fatto battere il cuore - come è successo invece con il Django di Tarantino -, e l'emozione, in questo film non l'ho trovata - neanche nel momento cruciale della votazione, con i sì liberatori e coraggiosi e i no baritonali -, tranne alla fine - perché era finito lo strazio, giustamente.
Danil Day-Lewys è bravo, io Lincoln me lo sono sempre figurato così: un uomo con la barbetta caprina, gli occhi dritti verso un sogno, alto, magro e leggero nel passeggiare, e nel complesso la sua è un'ottima interpretazione, una delle migliori di questo attore e di quest'anno, ma aspetto a definirla la migliore - devo ancora vedere Hugh Jackman come se l'è cavata. Il doppiatore italiano di Lewis è stato Pierfrancesco Favino, quando l'ho saputo mi è venuto un malore, ma alla fin fine se l'è cavata, ed è stato affidato a lui il doppiaggio perché a detta di Lewis, che ha studiato tutto su Lincoln, il presidente aveva una voce sgradevole e stridula, infatti l'attore americano ha utilizzato un tono di voce molto diverso dal solito - ed ecco scoperto perché non l'ha doppiato quel mostro di bravura di Pannofino. Sally Field, che interpreta la moglie di Lincoln, in questo caso, l'ho trovata mediocre, niente di eccezionale da meritarsi una nomination ai Golden Globe e una agli Oscar.


"Se vinco l'Oscar, giuro che mi crocifiggo davanti all'Academy.
Perché non me lo merito, chiaro?"








Così come Tomme Lee Jones, che per l'occasione sfoggia un bel gatto morto sulla testa e zoppica come il Dr. House.


"Smettila di dire che assomiglio al Dr. House! C'è differenza:
lui non ha ucciso il suo gatto per metterselo in  testa!"


Il mio giudizio complessivo, se non si era capito, è negativo. Il Time Magazine l'ha definito "Cibo per la mente".  Invece il Timer Magazine l'ha definito "Sonnifero per gli occhi" perché Spielberg è un sapiente manipolatore delle misteriose arti di Morfeo. E dopo sto film, mi vado a fare una bella dormita. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Lincoln
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, India
Anno: 2012
Durata: 150 min
Generebiografico, storico, guerra, drammatico
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Doris Kearns Goodwin (libro Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln)
Sceneggiatura: Tony Kushner
Produttore: Kathleen Kennedy, Steven Spielberg
Produttore esecutivo: Daniel Lupi
Casa di produzione: 20th Century Fox, Imagine Entertainment, Amblin Entertainment, The Kennedy/Marshall Company, DreamWorks, Parkes/MacDonald Productions, Office Seekers Productions, Reliance Entertainment, Participant Media
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Effetti speciali: Framestore
Musiche: John Williams
Scenografia: Rick Carter
Costumi: Joanna Johnston

Interpreti e personaggi:
Daniel Day-Lewis: Abraham Lincoln
Sally Field: Mary Todd Lincoln
David Strathairn: William H. Seward
Tommy Lee Jones: Thaddeus Stevens
Joseph Gordon-Levitt: Robert Todd Lincoln
Hal Holbrook: Francis Preston Blair
James Spader: William N. Bilbo
John Hawkes: Robert Latham
Jackie Earle Haley: Alexander Stephens
Lee Pace: Fernando Wood
Gloria Reuben: Elizabeth Keckley
Michael Stuhlbarg: George Yeaman
Jared Harris: Ulysses Simpson Grant
Stephen Spinella: Asa Vintner Litton
Jeremy Strong: John George Nicolay
Bruce McGill: Edwin McMasters Stanton
Walton Goggins: Wells A. Hutchins
Tim Blake Nelson: Richard Schell
Gulliver McGrath: Tad Lincoln
Julie White: Elizabeth Blair Lee
David Oyelowo: Ira Clark
Joseph Cross: John Hay
Lukas Haas: primo soldato bianco
Dane DeHaan: secondo soldato bianco
S. Epatha Merkerson: Lydia Smith
Bill Camp: Mr. Jolly
David Costabile: James Ashley
Wayne Duvall: Benjamin Wade

Doppiatori italiani: 
Pierfrancesco Favino: Abraham Lincoln
Chiara Salerno: Mary Todd Lincoln
Toni Garrani: William H. Seward
Stefano De Sando: Thaddeus Stevens
Paolo Vivio: Robert Todd Lincoln
Dante Biagioni: Francis Preston Blair
Simone Mori: William N. Bilbo
Stefano Benassi: Robert Latham
Sergio Rubini: Alexander Stephens
Riccardo Scarafoni: Fernando Wood
Giuppy Izzo: Elizabeth Keckley
Dario Oppido: George Yeaman
Fabrizio Pucci: Ulysses Simpson Grant
Franco Mannella: Asa Vintner Litton
Luigi Morville: John George Nicolay
Paolo Buglioni: Edwin McMasters Stanton
Francesco De Francesco: Wells A. Hutchins
Alessandro Budroni: Richard Schell
Luca Baldini: Tad Lincoln
Roberta Pellini: Elizabeth Blair Lee
Francesco Venditti: Ira Clark
Edoardo Stoppacciaro: John Hay
Flavio Aquilone: primo soldato bianco
Manuel Meli: secondo soldato bianco
Barbara Castracane: Lydia Smith
Gerolamo Alchieri: Mr. Jolly
Carlo Cosolo: James Ashley
Bruno Alessandro: Benjamin Wade

Premi: 


- 2013 - Golden Globe: 
             - Miglior attore in un film drammatico a Daniel Day-Lewis.

Denny B.












3 commenti:

  1. Non è piaciuto manco a me. poco obiettivo, sembra più la pappardella che ogni americano vuole sentirsi dire sul proprio presidente preferito.
    Aggiungo anche che Spielberg, quando faceva sognare con dinosauri, extraterrestri e professori avventurieri, l'avevo amato.
    E aggiungo anche che il tuo blog mi piace :)

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    1. Io purtroppo con Spielberg, come avrai capito, ho un rapporto davvero pessimo. Sono contento che il blog ti piaccia:)

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    2. Ma dipende da come lo prendi, a mio parere. Se ti piacciono le avventure e le atmosfere sognanti perfetto, ma non devi aspettarti di più da lui. E' più tecnico che teorico.

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