mercoledì 17 settembre 2014

Porco Rosso


★★★½

Marco Pagot è un abile aviatore della Regia Aeronautica che in seguito a un misterioso incidente in un combattimento durante la prima guerra mondiale è diventato un maiale antropomorfo. Abbandonata l'aeronautica si ritira sulla costa dalmata sbarcando il lunario con le taglie poste sui pirati del cielo che combatte con il suo idrovolante monoplano di colore rosso e da qui il soprannome con cui è conosciuto da tutti: Porco Rosso. Ma il suo talento lo rende ben presto un ostacolo per i traffici dei pirati dell'aria che riuniscono le forze ingaggiando un asso dell'aviazione quale l'americano Donald Curtis che in uno scontro con Porco Rosso riesce ad abbattere l'aereo ritrovando poi alcuni pezzi in mare e se ne va credendo di averlo ucciso. Marco sopravvive alla battaglia e si reca alla Piccolo S.p.A a Milano dove fa la conoscenza della giovane ed energica Fio che si occuperà della riparazione dell'idrovolante. 



Non ho mai sopportato i discorsi sugli aerei e sui suoi intricati componenti e diavolerie meccaniche prodigiose. Noia e noia e noia è tutto ciò che pensavo quando li ascoltavo ai tempi di una noia cosmica che mi attanagliava ogni dì a causa della mia buona educazione nel far parlare le persone. In questi due ultimi anni mi sono liberato di codeste scocciature, ma non avrei mai detto che un film d'animazione in cui gli aerei sono parte integrante dello stesso mi avrebbe affascinato e meravigliato e fatto provare rabbia durante il minuto finale tanto che se mi trovassi davanti Hayao Miyazaki gli domanderei con sbigottimento "Perché? Perché tanta fretta?". Capirete in seguito. 



Porco Rosso è un film d'animazione, e l'animazione è un arricchimento, quel qualcosa in più che rende una cosa già bella ancora più bella, protetta da una pellicola magica che la rende superiore a qualsiasi momento che altrimenti si passerebbe non guardandolo. I grandi registi sono anche dei maghi che gettano incantesimi sui nostri nervi sensibili che invano tentiamo a volte di coprire, non essendo totalmente coscienti, al fine di non lasciarci in balia dell'illusione realizzata che è il cinema. Hayao Miyazaki è sicuramente uno stregone o uno sciamano e noi ci mettiamo con lui attorno al fuoco per vederne uscire fuori storie epiche animate dalla sacra fiamma primordiale del genio creativo. 



Noi non sappiamo perché Marco Pagot è stato trasformato in un porco. Non ci viene svelato e per questo gli sono grato: ognuno di noi può esprimere la propria idea a riguardo. Il fantasticare non è fine a se stesso, ma è una prolunga che ci permette di fare elucubrazioni anche dopo la fine. Il bello dei grandi film, no?
Forse proprio un porco perché è la dimostrazione che persino un porco è meglio di un fascista. Una citazione a Orwell e al suo La fattoria degli animali? Sta di fatto che Porco Rosso si ritira su una piccola isola e mette da parte l'amore per la bella Gina che quando non gestisce un locale molto frequentato dai pirati del cielo attende l'arrivo di Marco nel suo giardino privato. Nuovamente il femminismo dello Studio Ghibli viene fuori dalle donne della famiglia Piccolo che cucinano e partecipano alla costruzione dell'aereo con perseveranza e forza d'animo. Indimenticabile però è Fio Piccolo, una ragazzina tutta pepe piena di idee che non si ferma mai, che mette a tacere una disputa coi pirati e si offrirà come premio della sfida tra Curtis e Porco Rosso, innamorata di quest'ultimo a cui darà, a un minuto dalla fine, un tenero bacio d'addio (con la convinzione che possa ritrasformarlo in un umano): uno dei personaggi femminili migliori del maestro giapponese. 



Porco Rosso è un film che vola leggero e fresco sul bordo della perfezione. Fino al minuto 87. E' come se avessi davvero volato assieme a Pagot nel cielo limpido; poi però dal nulla una pallottola ha colpito il motore ed è successo così rapidamente che mi sono ritrovato sfracellato in acqua, bagnato, offeso come un pulcino fino a lì coccolato e amato. Miyazaki ci ha voluto un bene immenso, ci ha meravigliato con la sua animazione eccellente, con i suoi personaggi audaci e profondamente umani e poi è come se si fosse stufato e abbia lasciato il compito di scrivere il finale a qualcun'altro di meno amorevole nei nostri riguardi. Ho sentito la necessità di parecchi minuti in più. Un finale frettoloso che è uno schiaffo sul viso che brillava di sogni. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: 紅の豚 Kurenai no buta
Lingua originale: Giapponese
Paese di produzione: Giappone
Anno: 1992
Durata: 93 min
Genereanimazione, fantastico
Regia: Hayao Miyazaki
Soggetto: Hayao Miyazaki, Hikōtei Jidai (manga)
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Produttore: Toshio Suzuki
Produttore esecutivo: Yoshio Sasaki, Sokai Tokuma, Yasuyoshi Tokuma, Matsuo Toshimitsu
Casa di produzione: Studio Ghibli
Distribuzione (Italia): Lucky Red
Art director: Yoshitsu Hisamura
Animatori: Megumi Kagawa, Toshio Kawaguchi
Fotografia: Atsushi Okui
Montaggio: Hayao Miyazaki
Effetti speciali: Kaoji Tanifuji, Setsuko Tamai, Tomoji Hashizume
Musiche: Joe Hisaishi, Tokiko Kato (compositore della canzone-tema "Toki ni wa Mukashi no Hanashi o")
Scenografia: Katsu Hisamura

Doppiatori originali:
Shuichiro Moriyama: Porco Rosso
Akio Otsuka: Donald Curtis
Tokiko Kato: Madame Gina
Akemi Okamura: Fio Piccolo
Tsunehiko Kamijo: Mamma Aiuto Boss
Sanshi Katsura: Mr. Piccolo

Doppiatori italiani:
Massimo Corvo: Porco Rosso
Fabrizio Pucci: Donald Curtis
Roberta Pellini: Madame Gina
Joy Saltarelli: Fio Piccolo
Paolo Buglioni: Boss Mamma Aiuto
Massimo De Ambrosis: Ferrarin
Armando Bandini: Mr. Piccolo
Roberto Draghetti: Boss Francese
Gerolamo Alchieri: Boss Siciliano
Carlo Reali: Boss Austroungarico
Paolo Marchese: Sgherro con maglia rossa di Boss M.A.
Luigi Ferraro: Sgherro fuciliere di Boss M.A.
Elena Magoia: Nonna
Franco Mannella: Giornalista
Bruno Conti: Barista

Denny B.












3 commenti:

  1. Per me invece un finale coerente e armonico, ma de gustibus.
    Piccola chicca: il cognome Pagot del protagonista è un omaggio all'autore di Calimero, del quale Hayao è un amico e sostenitore :)

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    1. Quella di Calimero non la sapevo, grazie.
      No, il finale è un pugno sul grugno. Avrei voluto non finisse mai, il film.

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  2. Non sarà uno dei più considerati di Miyazaki, ma per me è letteralmente splendido.

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