Memories of Murder
★★★★
1986. Corea del Sud. In una piccola cittadina di campagna l'ispettore Park Doo-man (Song Kang-ho) trova il corpo di una giovane ragazza barbaramente stuprata e uccisa. Tempo dopo viene ritrovata una seconda vittima. La polizia locale si mostra da subito impreparata e goffa e da Seoul arriva il detective Seo (Kim Sang-kiung) per collaborare alle indagini e fin da subito si mostra in disaccordo coi metodi dell'ispettore Doo-man e con il suo sospettato: un ragazzo ritardato che pare seguisse regolarmente una delle vittime.
Il ritratto che il regista Bong Joon-ho fa in Memories of Murder delle forze dell'ordine di un piccolo paese della Corea è spietato e la nostra reazione è un capo chino avvilito. Gli ispettori sono completamente disorganizzati. Picchiano gli indagati e arrivano, nel caso del ragazzo ritardato, a portarlo in montagna davanti una fossa scavata di fresco affinché confessi un crimine che non ha commesso perché solo avendo in mano l'omicida il caso può essere chiuso e i media applaudire di fronte all'efficienza della polizia coreana; che non ha nemmeno i mezzi per effettuare i test su un campione di sperma ed è costretta quindi a inviarlo in America.
Park Doo-man scimmiotta il tipico detective duro e tenace dell'FBI e spesso decanta il suo talento naturale nel leggere la colpa solo guardando un uomo negli occhi mentre il suo braccio destro deve essere un allievo di Bruce Lee per quanto mena duro gli indagati e chi generalmente non gli aggrada. E l'ispettore capo assomiglia più a un padre compagno di bevute che a un autoritario funzionario statale. In questo ambiente arriva un estraneo: l'ispettore Seo direttamente da Seoul che collabora portando una ventata di metodo e ordine nelle indagini seppur si scontri spesso con Doo-man.
Il film è basato sulla storia vera del primo serial killer coreano attivo tra il 1986 e il 1991 in una piccola provincia. Le vittime vengono ritrovate uccise dopo essere state violentate con i polsi legati, il collo avvolto nelle loro calze e gli indumenti intimi in testa. Seo, studiando i luoghi dei ritrovamenti e le poche prove raccolte, ipotizza che l'assassino colpisce ragazze con un indumento rosso e solo nelle giornate di pioggia.
Memories of Murder si distingue dagli altri thriller per l'unione di momenti bizzarri e umoristici a toni solennemente drammatici. Vediamo Doo-man cantare ubriaco a un karaoke, l'ispettore capo seduto a un tavolo disordinatissimo di un bar svegliarsi da un'abbiocco e vomitare in un cestino mentre una ragazza osserva oltre lo schienale del divano quella che sembra una ginnastica piacevole tra il collega picchiaduro e un'altra ragazza. E poi assistiamo all'ultima intensa mezz'ora con il fiato sospeso. I temi sono l'eterna lotta tra bene e male. La solitudine dell'uomo di legge che ingaggia una caccia all'assassino. E la conseguente impotenza di fronte a un destino crudele. Penso siano tre i thriller definitivi sull'argomento: Zodiac di David Fincher, La promessa di Sean Penn e appunto Memories of Murder di Bong Joon-ho.
Quello che l'ispettore Park Doo-man è convinto di saper fare (leggere l'anima degli uomini guardandoli negli occhi) è un'azione che non porta ad alcuni risultato: perché il male fugge dagli sguardi e si nasconde nelle facce più comuni. Si cela sotto la maschera della normalità; quella che Hannah Arendt descriveva come "banalità del male". Esso risiede sottopelle, cresce alimentato dall'odio e da quell'arcana forza oscura che spinge un essere umano a uccidere un proprio simile. Il male si palesa di fronte ai nostri occhi per un rapidissimo secondo quando l'assassino sbuca dai cespugli per aggredire la sua nuova vittima. Lo confesso: ho addirittura bloccato il film per vedere il killer in faccia e il verdetto è avvilente alla luce delle parole pronunciate verso il termine della pellicola. Quel primo piano finale è un capolavoro. Gli occhi riaccesi in un volto sconfitto che ci scrutano alla ricerca del colpevole. Di una faccia normale in mezzo a milioni di facce normali.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: 살인의 추억 Salinui chueok
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2003
Durata: 130 min
Genere: drammatico, poliziesco
Regia: Bong Joon-ho
Sceneggiatura: Bong Joon-ho, Kim Kwang-rim, Shim Sung Bo
Produttore: Cha Seoung-Jae, Kim Moo Ryung, No Jong-yun
Produttore esecutivo: Lee Kang-bok
Casa di produzione: Sidus Pictures, CJ Entertainment
Fotografia: Kim Hyung-ku
Montaggio: Kim Sun-min
Musiche: Iwashiro Taro
Scenografia: Ryu Seong-hie, Yu Seong-hie
Interpreti e personaggi:
Song Kang-ho: detective Park Doo-man
Kim Sang-kyung: detective Seo Tae-Yoon
Kim Roe-ha: detective Cho Yong-koo
Song Jae-ho: sergente Shin Dong-chul
Byeon Hee-bong: sergente Koo Hee-bong
Ko Seo-hie: Kwon Kwi-ok
Park No-shik: Baek Kwang-ho
Park Hae-il: Park Hyeon-gyu
Jeon Mi-seon: Kwok Seol-yung
Doppiatori italiani:
Dario Oppido: detective Park Doo-man
Lorenzo Scattorin: detective Seo Tae-Yoon
Gianluca Iacono: detective Cho Yong-koo
Mario Scarabelli: sergente Shin Dong-chul
Marco Pagani: sergente Koo Hee-bong
Debora Magnaghi: Kwon Kwi-ok
Massimo Di Benedetto: Baek Kwang-ho
Gabriele Calindri: Park Hyeon-gyu
Lorella De Luca: Kwok Seol-yung
Matteo Zanotti: Chong Bion-sun
Sergio Romanò: Padre di Du - Man
Tosawi Piovani: So-Hyon
Benedetta Ponticelli: Mun Nam-ju
Denny B.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: 살인의 추억 Salinui chueok
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2003
Durata: 130 min
Genere: drammatico, poliziesco
Regia: Bong Joon-ho
Sceneggiatura: Bong Joon-ho, Kim Kwang-rim, Shim Sung Bo
Produttore: Cha Seoung-Jae, Kim Moo Ryung, No Jong-yun
Produttore esecutivo: Lee Kang-bok
Casa di produzione: Sidus Pictures, CJ Entertainment
Fotografia: Kim Hyung-ku
Montaggio: Kim Sun-min
Musiche: Iwashiro Taro
Scenografia: Ryu Seong-hie, Yu Seong-hie
Interpreti e personaggi:
Song Kang-ho: detective Park Doo-man
Kim Sang-kyung: detective Seo Tae-Yoon
Kim Roe-ha: detective Cho Yong-koo
Song Jae-ho: sergente Shin Dong-chul
Byeon Hee-bong: sergente Koo Hee-bong
Ko Seo-hie: Kwon Kwi-ok
Park No-shik: Baek Kwang-ho
Park Hae-il: Park Hyeon-gyu
Jeon Mi-seon: Kwok Seol-yung
Doppiatori italiani:
Dario Oppido: detective Park Doo-man
Lorenzo Scattorin: detective Seo Tae-Yoon
Gianluca Iacono: detective Cho Yong-koo
Mario Scarabelli: sergente Shin Dong-chul
Marco Pagani: sergente Koo Hee-bong
Debora Magnaghi: Kwon Kwi-ok
Massimo Di Benedetto: Baek Kwang-ho
Gabriele Calindri: Park Hyeon-gyu
Lorella De Luca: Kwok Seol-yung
Matteo Zanotti: Chong Bion-sun
Sergio Romanò: Padre di Du - Man
Tosawi Piovani: So-Hyon
Benedetta Ponticelli: Mun Nam-ju
Denny B.
Grandissimo film per un grandissimo regista - fatta eccezione per lo scialbo Snowpiercer -. Il Seven d'oriente, direi.
RispondiEliminaSnowpiercer l'ho trovato tutto tranne che scialbo, sai?
EliminaQuesto è un capolavoro.
anche per me un grandissimo film e a me è piaciuto anche Snowpiercer...
RispondiEliminaPure a me è piaciuto Snowpiercer.
EliminaFinale di recensione stupendo, non avevo fatto caso a quell'analogia!
RispondiEliminaE molto bello anche il film, per me molto di più di "Zodiac", che non mi ha mai entusiasmato parecchio.
Ti ringrazio ;)
EliminaZodiac lo amo perché prendendo la storia di un serial killer mai catturato Fincher fa un ritratto dell'america di quegli anni; e poi è diretto, montato e interpretato perfettamente.