domenica 28 luglio 2013

Happy Birthday John Ashbery


Oggi non potevo starmene a sonnecchiare sul divano guardando qualche programma di Real Time, godermi così questa torrida domenica (da voi) e ignorare bellamente il compleanno dell'ultimo grande poeta in circolazione - che non ha mai vissuto il fatidico momento di calo artistico che colpisce il genio degli scrittori dopo dieci anni dal suo quotidiano e incessante impiego nell'arte - del mio poeta, il mio maestro, l'unica motivazione per cui prenderei un aereo per New York, fregandomene della lingua di cui capisco solo "the cat is on the table".
Tanti auguri John, quando dico "cento di questi giorni" spero vivamente che tu possa festeggiarli, e se sapessi che sono io l'highlander, cederei molto volentieri questo privilegio a te. 
Se vi interessa di John Ashbery ho scritto ampiamente QUI. Vi lascio con una sua poesia:

Paradossi e ossimori
Questa poesia si occupa del linguaggio a un livello alquanto piano.
Guardala che ti parla. Guardi da una finestra
o affetti irrequietezza. La sai ma non la sai.
Ti manca, la manchi, le manchi, ti manca. Vi mancate a vicenda.
La poesia è triste perché vuole essere tua, e non può.
Cos'è un livello piano? È quella cosa e altre,
e ne mette in gioco un sistema. Gioco?
Beh, di fatto, sí, ma io ritengo che il gioco sia
una piú profonda cosa esterna, un modello di ruolo sognato,
come nella ripartizione della grazia queste lunghe giornate agostane
senza dimostrazione. A finale aperto. E prima che te ne accorga
si perde nel vapore e nel cicaleccio della macchina da scrivere.
È stata giocata un’altra volta. Penso tu esista solo
per tormentarmi a farlo, al tuo livello, e poi tu non ci sei
o hai adottato un atteggiamento diverso. E la poesia
mi ha deposto dolcemente accanto a te. La poesia è te.
da A Worldly Country [Un paese mondano], 2007.

Happy Birthday John Ashbery.
Denny B.

2 commenti: