venerdì 26 luglio 2013

KEVIN SPACEY DAY: AMERICANI

Americani


★★★★

"La nostra vita è guardare avanti o guardare 
indietro, nient'altro. Questa è la nostra vita. 
Dov'è il presente?" 
(Ricky Roma)

Oggi 26 luglio, dopo una messa ai voti estenuante, in cui c'era da votare tra Sylvester Stallone e Kevin Spacey, noi blogger di cinema più fighi e preparati e appassionati e in gamba della blogosfera festeggiamo chi ha avuto la meglio nello scontro, uno dei più grandi attori del cinema - e no non mi sto riferendo al mascellone, anche perché non è un attore - bensì al grande Kevin Spacey. Ognuno di noi ha poi scelto con quale film omaggiare l'attore e io ho subito messo le mani avanti: Americani is mine. Chiunque tocchi questo film diventa automaticamente nemico mio.


America. Chicago. Una piccola agenzia immobiliare sta attraversando un momento di crisi economica. In una sera piovosa un agente immobiliare di nome Blake (Alec Baldwin), mandato direttamente da Mitch & Murrey, i proprietari dell'agenzia, lancia una sfida a tutti i dipendenti: chi riuscirà a vendere di più in una notte vincerà il primo premio ovvero una Cadillac Eldorado; chi arriverà secondo vincerà sei coltelli da bistecca; tutti gli altri il licenziamento immediato. Shelley Levene (Jack Lemmon) è il più anziano dei venditori e quello con maggior esperienza, che non riesce a chiudere un contratto da diverso tempo, ha problemi economici, una figlia malata all'Ospedale, ed è disposto a tutto pur di vendere e di non esser licenziato.



Ricky Roma (Al Pacino) è il venditore più in gamba dell'agenzia, dotato di una furbizia, fascino e favella invidiabili riesce sempre a chiudere i contratti a tempo di record. Dave Moss (Ed Harris), incazzato, opportunista, che trama alle spalle di tutti servendosi dell'aiuto del nervoso e insicuro George Aaranow (Alan Arkin). E poi c'è il responsabile dell'ufficio, uno che sta dietro la scrivania, che non sa cosa voglia dire andare porta a porta a vendere terreni, che rispetta le regole,  John Williamson (Kevin Spacey), che non rischia nulla, ma che sarà poi l'ago della bilancia che penderà disastrosamente verso il fallimento di una notte, in cui tutta questa variegata fauna tirerà fuori tutta la spietatezza di cui l'essere umano è capace per sopravvivere nel mondo del lavoro.



Americani, tradotto così schifosamente in Italia, come al solito, il cui titolo originale è invece Glengarry Glen Ross, tratto dall'omonima piéce teatrale di David Mametè un capolavoro indiscusso, uno dei cento film più importanti del mondo, un film da antologia per quanto riguarda il doppiaggio italiano (le voci sono quelle di Giuseppe Rinaldi, Giancarlo Giannini, Carlo Valli, Roberto Pedicini, Saverio Moriones, Angelo Nicotra e Franco Zucca) che qui si supera, raggiunge vette inarrivabili e pianta una bandiera tricolore su un'altra bandiera tricolore (perché nel doppiaggio non ci batte nessuno), un film che ho visto minimo sei volte, che amo alla follia, un film assolutamente perfetto.



La scenografia è ridotta all'osso, abbiamo pochissimi interni tra cui l'ufficio che si è portati a ricordare per tutta la vita, claustrofobico, la cella moderna, e un esterno ricorrente - la strada che separa l'agenzia con il ristorante in cui i dipendenti vanno a mangiare - dove i personaggi si muovono liberi, ma pur sempre intrappolati dalla situazione assurda che da il via alla pellicola, seguiti dall'attenta e umorista regia di James Foley. La sceneggiatura di David Mamet è meravigliosa, i dialoghi tra i personaggi sono qualcosa di unico e irripetibile (quello tra Ricky Roma e James Lingk, un possibile cliente, dove aleggia una latente omosessualità; quello tra Moss e Aaranow, dove l'uno parla con l'altro, ma sembra che stiano parlando da soli) e poi loro, gli attori: Jack Lemmon è straordinario, Ed Harris e Alan Arkin hanno un feeling criminale, Alec Baldwin nel suo piccolo ruolo è statuario e ci si sente piccoli, non si fiata (Io ho fatto 970mila dollari l'anno scorso. Tu quanto hai fatto? Vedi amico, ecco chi sono io. E tu non sei niente. Sei una brava persona? Non me ne frega un cazzo. Un bravo padre? Vaffanculo a casa tua a giocare coi ragazzini!).



Il mio Al Pacino nel '93 ha ricevuto, per il ruolo di Ricky Roma, la nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista (l'ha vinto come miglior attore protagonista per Scent of a woman: profumo di donna), ma il premio è andato a Gene Hackman per Gli Spietati, purtroppo, perché ripeto in quegli anni in particolare (1992-1993) Al Pacino era l'attore più grande del mondo, e se vedrete Americani ve ne accorgerete. E poi, dulcisis in cinema, abbiamo il festeggiato: Kevin Spacey. In un ruolo più sottotono, ma con due occhiate incenerisce ogni discussione sul nascere, verso il finale, e quando guarda Levene masticando una gomma è fantastico, un momento in cui il potere di un uomo su un altro si fa beffardo e spietato, come questo film, come il cinema, come la vita. 
Buon Kevin Spacey Day a tutti. 




Ecco gli altri blog, oltre al mio, che partecipano al Kevin Spacey Day:

White Russian Cinema 
Cooking Movies
Bollalmanacco di Cinema
Director's cult
Pensieri Cannibali
Cinquecentofilminsieme
In central perk 50/50 Thriller
Montecristo
Ho voglia di cinema
Combinazione Casuale
Viaggiando (meno)
Triccotraccofobia


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Glengarry Glen Ross
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 1992
Durata: 100 min
Generedrammatico
Regia: James Foley
Soggetto: David Mamet (dramma teatrale Glengarry Glen Ross)
Sceneggiatura: David Mamet
Fotografia: Juan Ruiz Anchia Shore
Montaggio: Howard E. Smith Shore
Musiche: James Newton Howard
Scenografia: Jane Musky Kohout

Interpreti e personaggi:
Jack Lemmon: Shelley Levene
Al Pacino: Ricky Roma
Kevin Spacey: John Williamson
Ed Harris: Dave Moss
Alan Arkin: George Aaronow
Alec Baldwin: Blake
Jonathan Pryce: James Lingk
Bruce Altman: Signor Spannel
Jude Ciccolella: Detective

Doppiatori italiani:
Giuseppe Rinaldi: Shelley Levene
Giancarlo Giannini: Ricky Roma
Roberto Pedicini: John Williamson
Carlo Valli: Dave Moss
Angelo Nicotra: George Aaronow
Saverio Moriones: Blake
Franco Zucca: James Lingk

Denny B.

20 commenti:

  1. film immenso e purtroppo dimenticato. condivido anche l'entusiasmo per il doppiaggio, fu fatto proprio un grande lavoro

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    1. Un film così ti rimette in pace con il cinema :)
      Quando sento il doppiaggio poi mi sento orgoglioso di essere italiano.

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  2. La mia ignoranza in materia di Kevin Spacey è impressionante.
    Buon KSD!

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    1. Non che io ne sappia più di te, in questo film fa una piccola parte però è perfetto.

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  3. Film veramente enorme, concordo con Dantès. Difficile, lento, eppure splendido. Visto in una sala di periferia con mio padre, ne uscimmo estasiati.

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    1. Io l'ho fatto vedere a un mio amico e si è addormentato, mentre io lo guardo estasiato ancora oggi che l'ho visto più di cinque volte e so le battute a memoria :)

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  4. Anche questo fa parte dei miei non visto. Buon KSD

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  5. Altro film che ho sempre avuto lì e non ho mai visto, chissà perché!! ç_ç Recupero, recupero!! Buon KSDay!

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    1. Recuperalo assolutamente, poi aspetto una tua recensione ;)

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  6. questo film mi manca.

    quanto alla sfida, non c'è nemmeno stata sfida. trionfo di kevin spacey contro quella chiavica di gatto sylvestro stallone :D

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    1. Devi vederlo :)
      Ma sì, diciamo sfida solo per non far rodere troppo i fan del gatto pompato: "Mi è semblato di capile che ho pelso la sfida".

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  7. Anche a me manca, sembra interessante...magari facessero sfide così per aumentare l'occupazione :D

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  8. mi sembra di capire che vada assolutamente visto! lo recupero..

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  9. Manca pure questo... uff...

    Buon KSD :)!

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  10. Film gigantesco, cult assoluto reso mitico anche dal cast pazzesco.
    Peccato che il buon Spacey interpretasse il solito pusillanime senza palle: ci fosse stato Sly, in ufficio non sarebbe volata una mosca! ;)

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    1. Se nel film (capolavoro) ci fosse stato Sly avrebbe rovinato tutto, siano lodati i responsabili del casting ;)

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