lunedì 15 settembre 2014

Principessa Mononoke

Great Movie

★★★★

Un gigantesco demone cinghiale, Nago, in preda a una maledizione, prende d'assalto un villaggio Emishi e il principe Ashitaka lo combatte e lo uccide al fine di salvare la propria gente, ma sfortunatamente viene infettato dal demone tramite una ferita al braccio che gli dona grande forza, ma lo condanna a una esistenza di atroci sofferenze e infine alla morte. Ascoltando il consiglio della saggia madre del villaggio il principe Ashitaka lascia la sua gente e il luogo in cui è nato e in groppa al suo inseparabile stambecco s'incammina verso ovest in cerca di una cura. Durante il viaggio salverà alcuni contadini dall'attacco dei samurai, incontrerà un monaco errante che gli parlerà dello Spirito della foresta, che potrebbe offrirgli aiuto; presterà soccorso a due sopravvissuti a una spedizione e vedrà per la prima volta San, la "Principessa Mononoke" accompagnata da tre lupi giganti. Passando attraverso il bosco Ashitaka incontra i Kodame, spiriti degli alberi, che gli mostrano la strada per la Città di Ferro dove riconsegna i due sopravvissuti e fa la conoscenza di Lady Eboshi, la padrona della città, e apprende che lo strano oggetto trovato nel cadavere del cinghiale non è altro che un proiettile sparati da una delle molte armi che si fabbricano in questo luogo, che oltre a essere una città, è anche un luogo di rifugio per lebbrosi, malati e schiave liberate. Una notte però la Principessa Mononoke scende verso la città con l'intenzione di uccidere una volta per tutte Lady Eboshi, e Ashitaka sarà di fronte a una scelta: stare in disparte o impedire che si uccidano fra loro.



Avete presente quei documentari naturalistici che si possono beccare in televisione durante un pomeriggio estivo rovinato dalla pioggia improvvisa? Come li giudicate? Io: noiosi, tutti uguali e per nulla sbarra-occhi-e-coscienza. Quando andavo alle superiori, durante l'ultimo anno (il 2012 non lo farei vivere al mio peggior nemico), ho dovuto leggere e studiare un indigesto libro di Vandana Shiva, scrittrice votata alle emissioni di CO2, anidride carbonica e tutta una vasta gamma di cose che non sto a raccontarvi, e sono sicuro che se avessi avuto la scioltezza che ho adesso nel parlare di cinema avrei preso il libro in questione e gettato dalla finestra aperta e al suo posto avrei preso la televisione tenuta nello sgabuzzino da un bidello nullafacente e avrei fatto vedere alla mia adorata classe - ironia come se piovesse - uno dei capolavori del maestro Hayao Miyazaki: Principessa Mononoke. E se già questi individui hanno avuto l'ardire di addormentarsi e sbuffare durante i minuti iniziali di 2001: Odissea nello spazio - Kubrick perdonali, perché non sanno quello che fanno - posso immaginare lo stato di catalessi aggiuntivo che avrebbero raggiunto nel guardare il film del maestro dell'animazione giapponese. 


Principessa Mononoke è un film meraviglioso, uno dei più bei film d'animazione che io abbia mai visto. E' un'opera esteticamente impeccabile: ogni scena è ricchissima di dettagli, neanche una volta sarà presente un disegno meno riuscito dei precedenti di un personaggio o di un albero o di una nuvola. Ogni tavola è curata come se fosse la prima e i miei occhi gioiosi ringraziano con sberluccichii cartooneschi. Ma la trama non vale meno del comparto grafico: il film affronta di petto, come solo Miyazaki sa fare, il rapporto conflittuale tra uomo e natura arricchendo il tutto con personaggi indimenticabili e situazioni tragiche e buie in cui la violenza non è assente - questo per non prendere in giro il pubblico dei giovani con canzoni ogni due secondi o scene d'amore stucchevoli.



Quello che ho riscontrato nei film di Miyazaki è che le donne ricoprono quasi sempre un ruolo fondamentale: in questo capolavoro abbiamo la principessa omonima, forte, determinata a uccidere Lady Eboshi che con i suoi uomini disbosca la foresta privando gli animali che lo abitano del loro habitat, ma che ha anche liberato donne schiave e offerto rifugio ai lebbrosi e malati che la società emarginava. Il confine tra buono e cattivo nella cultura orientale è labile, non così stupidamente marcato come nella nostra. Le donne non se ne stanno davanti la finestra a tessere la tela o ad aspettare l'arrivo del principe azzurro, ma imbracciano fucili, uccidono i nemici, cavalcano lupi, proteggono la loro città e comunità, piangono, ridono, amano e odiano. 


La stessa vasta gamma di emozioni e sentimenti che sarebbe in grado di dare un attore in carne e ossa in Principessa Mononoke le figure precedentemente pensate e disegnate da Miyazaki le hanno e le mostrano in un modo cosi fresco e disinibito che mi ha fatto tornare in mente il senso più profondo dei film d'animazione: mostrare la realtà attraverso la lente d'ingrandimento della fantasia. Affrontare temi importanti facendo riflettere lo spettatore appassionandolo anziché appesantendolo di concetti soporiferi. Il maestro dell'animazione stuzzica l'anima e il cuore con gli occhi di San, i quieti Kodame, lo stambecco gigante che alla libertà preferisce continuare a stare con il proprio padrone. La mia scena preferita: è un momento così perfetto e dolce vedere San che piange dicendo "Va via! Ho orrore di voi umani. Sta lontano!", e Ashitaka che abbracciandola la tranquillizza con uno spontaneo "Scusa, non posso starti lontano". Nessuna banalità. Nessun senso di "già visto". Solo un attimo di perfezione in un'opera cinematografica che ha pochi eguali. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: もののけ姫 Mononoke-hime
Lingua originale: Giapponese
Paese di produzione: Giappone
Anno: 1997
Durata: 134 min
Genereanimazione, fantastico, romantico
Regia: Hayao Miyazaki
Soggetto: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Produttore: Toshio Suzuki
Produttore esecutivo: Yasuyoshi Tokuma
Casa di produzione: Studio Ghibli
Distribuzione (Italia) : Buena Vista International (edizione 2000) Lucky Red (edizione 2014)
Art director: Kazuo Oga, Nizō Yamamoto, Satoshi Kuroda, Naoya Tanaka, Yōzō Takeshige
Character design: Hayao Miyazaki
Animatori: Yoshifumi Kondō, Masahi Ando, Kitaro Kisaka
Fotografia: Atsushi Okui
Musiche: Joe Hisaishi
Sfondi: Sadayuki Arai, Masako Osada, Kiyomi Ota, Hisae Saito, Hiroaki Sasaki, Seiki Tamura, Noboru Yoshida

Doppiatori originali:
Yōji Matsuda: Ashitaka
Yuriko Ishida: San; Kaya
Sumi Shimamoto: Toki
Yūko Tanaka: Eboshi
Akihiro Miwa: Moro
Hisaya Morishige: Okkotonushi
Tsunehiko Kamijo: Gonza
Mitsuko Mori: Signora Hii
Kaoru Kobayashi: Jiko-Bō
Masahiko Nishimura: Kōroku
Mitsuru Sato: Tatarigami

Doppiatori italiani:
Doppiaggio Buena Vista 2000
Alessandro Quarta: Ashitaka
Laura Lenghi: San
Alessandra Cassioli: Eboshi
Marzia Ubaldi: Moro
Glauco Onorato: Okkotonushi
Paolo Buglioni: Gonza
Giorgio Lopez: Jiko-Bō
Francesca Guadagno: Toki
Mino Caprio: Kōroku

Doppiaggio Lucky Red 2014[1]:
Lorenzo De Angelis: Ashitaka
Joy Saltarelli: San; Kaya
Alessandra Cassioli: Eboshi
Ludovica Modugno: Moro
Stefano Mondini: Divinità-lupo
Sergio Fiorentini: Okkotonushi
Angelo Nicotra: Gonza
Pino Insegno: Jiko-Bō
Valeria Vidali: Toki
Gianluca Crisafi: Kōroku

Denny B.








4 commenti:

  1. Ciao, sono arrivata da te dal blog criticissimamente. Sono una ragazza di 20 anni che adora molti film d'animazione e serie animate, e non bado al fatto che siano per bambini o per tutti, perchè se li trovo che riscontrano i miei gusti li guardo. Detto questo, Miyazaki l'ho scoperto nel 2012 e ho visto dei suoi film: Porco Rosso, Howl, Totoro, La Città Incantata, Ponyo e la Principessa Mononoke.
    Inizio subito col dire che quello che mi è piaciuto di meno è stato la Città Incantata, nonostante avesse i suoi buoni momenti, l'ho trovato piuttosto discontinuo.
    Tuttavia, gli altri film mi sono piaciuti da impazzire.
    Mononoke l'ho visto con una mia amica al cinema quando l'hanno dato a maggio e ne sono rimasta positivamente colpita: mi è piaciuto molto il fatto che Miyazaki non ha bisogno di edulcorare niente e non si faccia scrupoli a mostrare il sangue colare dai cinghiali, nè l'uccisione del Dio Bestia. La trama l'ho trovata piuttosto complicata ma piacevole da seguire, vorrei rivedere questo film intenso e magari comprarmi il DVD e mostrarlo ai miei familiari. Mi è piaciuto il fatto che la morte del Dio Bestia sia permanente e che quando il bosco si rigenera, non è più il vecchio bosco, ma un bosco nuovo (per fortuna, non avrei sopportato un finale ciclico in questo caso! la divinità è morta per colpa degli umani crudeli ed è giusto che questi si becchino una punizione). Gli umani hanno ucciso la divinità e ora per punizione devono ricostruire tutto daccapo. è un finale molto bello e anche profondo e sconvolgente.
    L'unico neo (segnalato dalla mia amica) è la rimozione nel doppiaggio italiano del fatto che le donne del villaggio fossero prostitute messe in salvo.
    Per il resto un film che devo assolutamente rivedere, anche perchè è piuttosto denso e complicato.

    P.S.: sono anche una fan dei videogiochi dei Pokèmon e nel 2012, in un momento di noia avevo visto Pokèmon 4ever, film molto leggero "da popcorn"...ebbene sai una cosa? Quel film è una scopiazzatura di Mononoke! (tra le varie scene, c'è quella del lago con l'acqua miracolosa che viene copiata)

    RispondiElimina
  2. Un capolavoro!
    Ma della nuova versione con bestemmie aggiuntive che ne dici?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo non ho avuto la possibilità di vederla al cinema, ma la recupererò senz'altro. Tu l'hai vista?

      Elimina
    2. Aspetto direttamente l'uscita del dvd, che il mio ormai è consumato a forza di guardarlo.

      Elimina