lunedì 12 gennaio 2015

Madame Bovary di Gustave Flaubert



Nella mia top three dei personaggi letterari femminili che sono stati in grado di farmi venire le palpitazioni e smuovere i recessi dei miei istinti animaleschi Emma Bovary è al secondo posto tra l'irresistibile Hester Prynne de La lettera scarlatta, che da anni è il mio assoluto amore letterario, e Lila Cerullo de L'amica geniale che da poco ha scalzato Charlotte de Le palme selvagge. Gustave Flaubert ha il grande merito di aver descritto (descrivendosi) buona parte dell'essere umano del XXI secolo. Emma Bovary è una donna annoiata sposata con un medico di campagna che la ama alla follia e l'accontenta in tutte le sue spese pazze. E' soprattutto una inguaribile romantica che negli anni della sua educazione in convento si è riempita la testa di romanzi d'amore (come il Don Chisciotte fece con quelli cavallereschi) che ne hanno formato il suo "amare " più l'idea dell'amore che i due insipidi amanti con cui tradisce il devoto marito. Il matrimonio è una gabbia e lei è un uccello a cui viene impedito di volare nei cieli. Dapprima crede di essere innamorata del giovane Léon che va via da Yonville, città in cui Charles Bovary presta servizio come medico, senza confessare a Madame i suoi sentimenti; si incontreranno anni dopo a Parigi dove intraprenderanno una relazione - il paragrafo in cui Emma e Léon all'interno di una carrozza andante per le vie parigine con le tendine tirate mentre il cocchiere si domanda quale furia locomotoria abbia invaso i suoi due passeggeri rimane tuttora una delle scene più arditamente geniali della storia della letteratura. Mentre Léon è ormai lontano da Yonville nella cittadina arriva il facoltoso Rodolphe, un banale seduttore che in una scatola di biscotti tiene le lettere delle sue numerose amanti più alcune ciocche di capelli come trofei amorosi, che seduce Emma Bovary la quale arriverà addirittura a pianificare una fuga con lui. Ai nostri occhi Rodolphe è un uomo mediocre mentre agli occhi di Emma è bello, forte e coraggioso. Ai nostri occhi Charles Bovary è un brav'uomo, marito irreprensibile e amorevole, grande lavoratore, un po' privo di idee, certo, ma non lo vediamo come lo vede invece Emma: un fallito, una zavorra che le impedisce il movimento delle passioni che le infiammano la mente sognatrice e le fanno fremere le carni candide e delicate. Non è l'amore che uccide Madame Bovary bensì l'incapacità di affrontare i numerosi debiti contratti con lo strozzino Lheroux. "Emma non era più": una volta uccisa Emma, Gustave (che è Madame Bovary), può riprendersi se stesso. Flaubert commette un omicidio letterario per continuare a vivere oltre la pagina scritta. Tuttavia la morte di Emma è un dolore cocente che mi lascia il cuore come avvelenato dall'arsenico. Quei suoi immensi occhi neri, il corpo invitante coperto da raffinati merletti e pizzi, e la cascata di capelli in grado di mettere paura nell'animo di un giovane garzone di bottega che l'ammira dalla soglia della sua stanza. Quando vi ritrovate a desiderare un personaggio di un libro comprendete l'immensa potenza della letteratura. E ciò Gustave Flaubert lo sapeva bene.

Denny B.


1 commento:

  1. Sicuramente un grande romanzo, lo spietato ritratto di un'epoca... però non so perché, pur ammettendone la grandezza, l'ho sempre trovato parecchio distante.

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