lunedì 18 gennaio 2016

Revenant - Redivivo (2015)

★★★½

North Dakota. 1823. Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) è un abile cacciatore che, guidando un una compagnia capitanata dal Capitano Henry in cerca di pelli e pellicce, riesce a sventare un attacco degli indiani Ree portando in salvo una decina di uomini, nonostante le perdite ingenti, e suo figlio Hawk, avuto dalla moglie della tribù Pawnee. Sulla via del ritorno al campo base però Glass viene attaccato da un orso grizzly che lo lascia quasi in fin di vita dopo essere riuscito comunque ad abbatterlo. Avendo difficoltà a trasportarlo su per le pendici innevate il Capitano lo lascia nelle mani del figlio Hawk, del premuroso Bridger (Will Poulter) e del senza scrupoli Fitzgerald (Tom Hardy) dietro una ricompensa di trecento dollari. Sarà proprio quest'ultimo a compiere un omicidio che colorerà di vendetta il lungo cammino del redivivo Hugh Glass. 

Con ben dodici nomination agli Oscar 2016, Revenant - Redivivo è il film che si appresta a lasciare a mani vuote gli altri colleghi nominati, ed è soprattutto il film con cui il grande Leonardo DiCaprio, uno degli attori più poliedrici e capaci al mondo, può davvero sperare di saggiare tra le sue mani la consistenza del tanto agognato premio Oscar. Già fortemente criticato dai puristi della sceneggiatura e dai detrattori del cinema di Alejandro G. Iñárritu (Amores Perros, Babel e Birdman sono pellicole stupende), che appena a distanza di un anno dal suo primo Oscar ha serie possibilità di vincerne un secondo (tutti preghiamo perché lo vinca quel pazzo di George Miller), il suo ultimo film, un vero e proprio pezzo di arte visiva, ci fa ringraziare dal profondo buio della sala di essere soltanto degli spettatori che torneranno presto alle comodità di una casa dolce casa. 

Il premio Oscar Alejandro G. Iñárritu si lancia in un western crudo e sanguigno, velato di visioni oniriche, fotografato splendidamente da Emmanuel Lubezki, uno dei giganti della fotografia cinematografica, che lascia gli occhi estasiati e senza parole, e con un Leonardo DiCaprio che messosi a dura prova (condizioni lavorative al di sotto dei quaranta gradi, sveglia alle tre di notte per quattro/cinque ore di trucco, bronchite, oltre all'assaggio di un fegato di bisonte vero e proprio e al dormire all'interno della carcassa di un cavallo) offre una performance estrema e intensa, ai limiti della sopravvivenza, ma che, paradossalmente, non è una delle più grandi interpretazioni della sua carriera. Si sa che è il destino di molti attori vincere il premio Oscar per l'interpretazione meno incisiva come ad esempio John Wayne, Denzel Washington e Russell Crowe: che quest'anno Leonardo DiCaprio sia destinato a unirsi a loro?

Revenant - Redivivo è cinema possente, ultra realistico, dove l'epicità scaturisce dallo sporco sul viso e sotto le unghie delle dita, dall'acqua gelida che si colora del sangue dei caduti, dalle carcasse degli animali morti e dalla neve che scende addosso come un pesante sudario. Basterebbero solo i primi impressionati venti minuti, in cui un gruppo di indiani attacca la compagnia di cui fa parte Hugh Glass, per far comprendere quanto sia cresciuta la consapevolezza del mezzo cinematografico da parte di un regista che muove la cinepresa con sicurezza e piglio entusiastico. 

In un frangente del film è possibile assistere a una sorta di cometa che cadendo squarcia il cielo come se un eroe fosse caduto apposta per dare la forza necessaria a Hugh Glass per continuare il suo viaggio attraverso il freddo della vita privata di un figlio. Un percorso di vendetta atipico perché la vendetta non è nella mani di un cacciatore sopravvissuto all'attacco di un orso impegnato a proteggere i suoi cuccioli (proprio come Glass con Hawk), ma è tra la placida corrente di fiume che porta verso la destinazione del lungo e arduo viaggio di un redivivo: il nulla.

2 commenti:

  1. Di mio, sono più per la sostanza. E questo l'ho trovato visivamente straordinario - concordo con il tuo voto complessivo, per dirti - ma a me il film americanissimo e l'epopea, in generale, non convincono. In particolare, qui ho trovato che lo stile fortemente naturalistico si scontrasse con una storia - storia vera, ma davvero? - piena di fantasie e concessioni. Della serie, quanta sfortuna e quante inspiegabili botte di culo. Voglio un gran bene a Leonardo, ma gli ho anche preferito Hardy. Però che bravo Alejandro, nulla da dire.

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  2. Pure per me Hardy più bravo di DiCaprio, anche perché il suo è un personaggio meglio scritto.
    Il film in sé è bello, ma per me Iñárritu a tratti la fa un po' fuori dal vaso improvvisandosi come il Malick della situazione.

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