★½
Diciotto mesi dopo il suo scontro con Zod, Superman (Henry Cavill) divide l'opinione pubblica: c'è chi lo ama come se fosse un dio e chi teme che sia una pericolosa minaccia per il mondo intero. Tra coloro che provano nei confronti di Superman un odio profondo c'è il miliardario Bruce Wayne (Ben Affleck), che da più di vent'anni combatte il crimine a Gotham City vestendo i panni di Batman, il quale lo considera colpevole della morte di centinaia di cittadini di Metropolis. Nel frattempo il giornalista Clark Kent (identità dietro cui si cela Superman) indaga sul vigilante di Gotham che usa metodi tutt'altro che sottili mentre il giovane Lex Luthor (Jesse Eisenberg), convinto che il supereroe di Metropolis sia una minaccia per l'umanità, trama al fine di scalfirne la sua invulnerabilità.
Uno dei cinecomics più attesi degli ultimi anni, più di centocinquanta milioni spesi per la promozione, accompagnato da uno strascico di polemiche fin dalla conferma di Ben Mascellone Affleck nel ruolo di Bruce Wayne e di Zack Incapace Snyder alla regia, Batman v Superman: Dawn of Justice non solo riportava al cinema il Cavaliere Oscuro dopo l'ignobile capitolo finale della trilogia di Christopher Nolan, ma lo posizionava in una lotta all'ultimo brandello di mantello contro quel supereroe che solo Quentin Tarantino è riuscito a rendere interessante nel monologo di Bill in Kill Bill ovvero Superman (esistono davvero quelli che vanno al cinema con il suo logo stampato sulla maglietta?). Inoltre l'armatura e relativa maschera che Batman indossava durante i trailer era chiaramente ispirata a quella disegnata da Frank Miller - l'autore di fumetti che più di ogni altro ha rivoluzionato la figura del supereroe della DC comics - senza contare il suo mordace atteggiamento e la sua rabbia repressa che sembrava scaturire direttamente dalle pagine de Il ritorno del cavaliere oscuro, in più alla festa a base di pugni e sguardi truci partecipavano pure Lex Luthor e Wonder Woman. C'erano tutti gli elementi per sfregarsi le mani, leccarsi i baffi, e andare al cinema godendo della visione non di un capolavoro (ma chi ci sperava, dai), ma di un ottimo e solido film d'intrattenimento. Le alte aspettative saranno state ripagate?
Il film si apre con efficaci titoli di testa in cui si narra l'arcinota storia che ha portato Bruce Wayne a diventare Batman, il vigilante oscuro che di notte combatte il crimine nella città di Gotham. In seguito vediamo Bruce Wayne accorrere a Metropolis dove infuria lo scontro tra Superman e Zod (L'uomo d'acciaio): tra cittadini impauriti fatti evacuare, pezzi di palazzi che si infrangono al suolo, e caos ovunque, Bruce, mentre la lotta imperversa nel cielo, assiste al crollo di uno dei palazzi della Wayne Enterprises. In un colpo solo centinaia di morti gli si riversano su quella parte di sé che vorrebbe ardentemente salvare tutti, e l'odio per quell'alieno sceso dal cielo (e diciotto mesi dopo acclamato dal popolo come una sorta di Gesù Cristo salvatore) si fa strada attraverso il suo animo tormentato fino ad arrivare alle porte del suo cuore dove viene accolto e fatto crescere come una creatura a se stante.
I cittadini di Metropolis vedono in Superman non un alieno dai fini poco umanisti, bensì una sorta di Dio in tuta blu e mantello rosso che tra nuvole squarciate dai raggi solari appare a chi si trova in difficoltà. Bruce Wayne/Batman, d'altro canto, vorrebbe che tutti lo vedessero come una potenziale minaccia per il mondo intero, e il ricco imprenditore Lex Luthor, convinto che i diavoli arrivino direttamente dal cielo, trova un misterioso minerale (la kryptonite) che è in grado di corrompere e alterare le cellule kriptoniane. E la prima ora e mezza di Batman v Superman la si accantona, talmente piena zeppa di roba da risultare debordante e spesso confusionaria.
Ben Affleck, tutto sommato, si rivela essere un buon Bruce Wayne/Batman: arrabbiato, rancoroso, quasi stremato da vent'anni di lotta al crimine, ormai fuori posto, quasi estraneo alle feste mondane, assorbito dal suo odio verso quell'alieno che ha causato la morte di centinaia di innocenti. Certo, se avesse evitato di dire "Ommerda" come un Massimo Boldi qualsiasi sarebbe stata cosa assai gradita. Henry Cavill sarebbe meglio perderlo tra le macerie che ritrovarselo in un'altra pellicola. Gal Gadot voleva essere il simbolo dell'affermazione femminista nel mondo DC mentre è semplicemente calata in un ruolo (per ora) piuttosto "inconsistente" che pronuncerà sì o no cinque battute in croce; discorso diverso per Jesse Eisenberg che rende il suo Lex Luthor, attraverso una logorrea accigliata, uno psicopatico burattinaio di supereroi.
Batman v Superman: Dawn of Justice, senza tanti giri di parole, è una sòla, un bluff a poker che ti fa rimanere in mutande schiumante di delusione, una storia potenzialmente epica e rinvigorente soffocata dalla regia di uno Zack Snyder intento a riempire ogni scena di caotica CGI, muscoli, pioggia che guarda caso non sfiora mai i volti e i mantelli dei supereroi neanche fossero immuni, e dalla sceneggiatura ignorante di un Chris Terrio e David S. Goyer che forse lungo tutta la loro vita non hanno leggiucchiato di sfuggita neanche un graphic novel dedicato al Cavaliere Oscuro, tanto meno i capolavori di Frank Miller (soprattutto Il ritorno del cavaliere oscuro) da cui pareva essere tratto questo Batman dark, feroce e violento. Invece la possanza e l'oscura presenza del Batman di Zack Snyder viene buttata nel tritarifiuti del ridicolo nel giro di un'unica vergognosa e imperdonabile scena.
Dalla lotta con Doomsday fino al termine della corsa il film - che era entrato nel pieno del conflitto fra Batman e Superman - prende una piega insopportabile (è avvilente vedere Batman diventare best friend di Superman e nascondersi dietro le macerie con un caspita di fucile mentre lui e Wonder Woman lottano contro la creatura aliena) e soporifera dove ci si ritrova a sperare solo che finisca al più presto così da andare a mangiare un boccone. Come se non bastasse il caro Zaccaria Smerder posiziona tre o anche quattro possibili finali uno dietro l'altro, in sequenza, di modo che (manco fosse un istruttore di fitness) costringa lo spettatore ad alzarsi dalla poltrona altrettante volte proprio come se dovesse fare degli esercizi per mantenere tonici i glutei.
Batman v Superman: Dawn of Justice aveva tutte le carte in regola per essere la scala reale dei cinecomis: l'epica dietro i due supereroi più famosi del mondo avrebbe permesso a qualcuno dotato di senso estetico, conoscenza della materia, e abilità nell'arte visiva di trarne il meglio possibile e immaginabile; purtroppo il risultato ottenuto non è nient'altro che una pellicola incassa-incassa con il compito principale di preparare il terreno per i prossimi film della Justice League. Davvero un epico spreco.
Uno dei cinecomics più attesi degli ultimi anni, più di centocinquanta milioni spesi per la promozione, accompagnato da uno strascico di polemiche fin dalla conferma di Ben Mascellone Affleck nel ruolo di Bruce Wayne e di Zack Incapace Snyder alla regia, Batman v Superman: Dawn of Justice non solo riportava al cinema il Cavaliere Oscuro dopo l'ignobile capitolo finale della trilogia di Christopher Nolan, ma lo posizionava in una lotta all'ultimo brandello di mantello contro quel supereroe che solo Quentin Tarantino è riuscito a rendere interessante nel monologo di Bill in Kill Bill ovvero Superman (esistono davvero quelli che vanno al cinema con il suo logo stampato sulla maglietta?). Inoltre l'armatura e relativa maschera che Batman indossava durante i trailer era chiaramente ispirata a quella disegnata da Frank Miller - l'autore di fumetti che più di ogni altro ha rivoluzionato la figura del supereroe della DC comics - senza contare il suo mordace atteggiamento e la sua rabbia repressa che sembrava scaturire direttamente dalle pagine de Il ritorno del cavaliere oscuro, in più alla festa a base di pugni e sguardi truci partecipavano pure Lex Luthor e Wonder Woman. C'erano tutti gli elementi per sfregarsi le mani, leccarsi i baffi, e andare al cinema godendo della visione non di un capolavoro (ma chi ci sperava, dai), ma di un ottimo e solido film d'intrattenimento. Le alte aspettative saranno state ripagate?
Il film si apre con efficaci titoli di testa in cui si narra l'arcinota storia che ha portato Bruce Wayne a diventare Batman, il vigilante oscuro che di notte combatte il crimine nella città di Gotham. In seguito vediamo Bruce Wayne accorrere a Metropolis dove infuria lo scontro tra Superman e Zod (L'uomo d'acciaio): tra cittadini impauriti fatti evacuare, pezzi di palazzi che si infrangono al suolo, e caos ovunque, Bruce, mentre la lotta imperversa nel cielo, assiste al crollo di uno dei palazzi della Wayne Enterprises. In un colpo solo centinaia di morti gli si riversano su quella parte di sé che vorrebbe ardentemente salvare tutti, e l'odio per quell'alieno sceso dal cielo (e diciotto mesi dopo acclamato dal popolo come una sorta di Gesù Cristo salvatore) si fa strada attraverso il suo animo tormentato fino ad arrivare alle porte del suo cuore dove viene accolto e fatto crescere come una creatura a se stante.
I cittadini di Metropolis vedono in Superman non un alieno dai fini poco umanisti, bensì una sorta di Dio in tuta blu e mantello rosso che tra nuvole squarciate dai raggi solari appare a chi si trova in difficoltà. Bruce Wayne/Batman, d'altro canto, vorrebbe che tutti lo vedessero come una potenziale minaccia per il mondo intero, e il ricco imprenditore Lex Luthor, convinto che i diavoli arrivino direttamente dal cielo, trova un misterioso minerale (la kryptonite) che è in grado di corrompere e alterare le cellule kriptoniane. E la prima ora e mezza di Batman v Superman la si accantona, talmente piena zeppa di roba da risultare debordante e spesso confusionaria.
Ben Affleck, tutto sommato, si rivela essere un buon Bruce Wayne/Batman: arrabbiato, rancoroso, quasi stremato da vent'anni di lotta al crimine, ormai fuori posto, quasi estraneo alle feste mondane, assorbito dal suo odio verso quell'alieno che ha causato la morte di centinaia di innocenti. Certo, se avesse evitato di dire "Ommerda" come un Massimo Boldi qualsiasi sarebbe stata cosa assai gradita. Henry Cavill sarebbe meglio perderlo tra le macerie che ritrovarselo in un'altra pellicola. Gal Gadot voleva essere il simbolo dell'affermazione femminista nel mondo DC mentre è semplicemente calata in un ruolo (per ora) piuttosto "inconsistente" che pronuncerà sì o no cinque battute in croce; discorso diverso per Jesse Eisenberg che rende il suo Lex Luthor, attraverso una logorrea accigliata, uno psicopatico burattinaio di supereroi.
Batman v Superman: Dawn of Justice, senza tanti giri di parole, è una sòla, un bluff a poker che ti fa rimanere in mutande schiumante di delusione, una storia potenzialmente epica e rinvigorente soffocata dalla regia di uno Zack Snyder intento a riempire ogni scena di caotica CGI, muscoli, pioggia che guarda caso non sfiora mai i volti e i mantelli dei supereroi neanche fossero immuni, e dalla sceneggiatura ignorante di un Chris Terrio e David S. Goyer che forse lungo tutta la loro vita non hanno leggiucchiato di sfuggita neanche un graphic novel dedicato al Cavaliere Oscuro, tanto meno i capolavori di Frank Miller (soprattutto Il ritorno del cavaliere oscuro) da cui pareva essere tratto questo Batman dark, feroce e violento. Invece la possanza e l'oscura presenza del Batman di Zack Snyder viene buttata nel tritarifiuti del ridicolo nel giro di un'unica vergognosa e imperdonabile scena.
Dalla lotta con Doomsday fino al termine della corsa il film - che era entrato nel pieno del conflitto fra Batman e Superman - prende una piega insopportabile (è avvilente vedere Batman diventare best friend di Superman e nascondersi dietro le macerie con un caspita di fucile mentre lui e Wonder Woman lottano contro la creatura aliena) e soporifera dove ci si ritrova a sperare solo che finisca al più presto così da andare a mangiare un boccone. Come se non bastasse il caro Zaccaria Smerder posiziona tre o anche quattro possibili finali uno dietro l'altro, in sequenza, di modo che (manco fosse un istruttore di fitness) costringa lo spettatore ad alzarsi dalla poltrona altrettante volte proprio come se dovesse fare degli esercizi per mantenere tonici i glutei.
Batman v Superman: Dawn of Justice aveva tutte le carte in regola per essere la scala reale dei cinecomis: l'epica dietro i due supereroi più famosi del mondo avrebbe permesso a qualcuno dotato di senso estetico, conoscenza della materia, e abilità nell'arte visiva di trarne il meglio possibile e immaginabile; purtroppo il risultato ottenuto non è nient'altro che una pellicola incassa-incassa con il compito principale di preparare il terreno per i prossimi film della Justice League. Davvero un epico spreco.
Non mi pronuncio, ne parlerò domani.
RispondiEliminaIntanto, però, per quanto parzialmente deludente, non me la sentirei proprio di definire ignobile l'ultimo Batman di Nolan. ;)
Film imbarazzante. Erano anni che al cinema non vedevo qualcosa di così brutto...
RispondiElimina