★★★ ½
Molto probabilmente se rimanessi chiuso in una stanza con Gus Fring, Pablo Escobar e Carl Gallagher avrei una paura fottuta di ritrovarmi appeso per i piedi e torturato non dai primi due temibili e organizzati narcotrafficanti, bensì dal membro psicopatico della folle famiglia Gallagher che in questa quinta stagione raggiunge il luogo di cui si interessava maggiormente fin da quando era un bambino che inseriva la bambole nel forno a microonde: la prigione.
Impensabile come nella quinta stagione di Shameless ci si ritrovi a parteggiare per Frank nella sua lotta contro quella sciroccata di Sammi (figlia maggiore acquisita), inimmaginabile fino a quattro stagioni fa vedere Frank tenere veramente a una donna senza provare a circuirla, e poi è strano come Debbie sia cresciuta e rimasta bambina allo stesso tempo: picchia le ragazze, le minaccia nei bagni della scuola per ricevere consigli in fatto di ragazzi, ma resta quella ragazzina insicura, bisognosa d'affetto, che per il bacio di colui che le piace salta, fa le giravolte, e ha il viso radioso di chi non ci crede ancora.
E' appurato che la fedeltà non è tra i valori di Fiona Gallagher, ma le vogliamo bene lo stesso. Il suo carosello di uomini in questa stagione (Sean - un Dermot Mulroney ritrovatosi - che non ci sta, finora; Guss, musicista jazz che sposa nel giro di due giorni; e Jimmy che fa il suo ritorno solo per dimostrare quello che è ed è sempre stato: un cazzone) non fa che accrescere la voglia di vederla sistemata con un uomo dabbene che sappia accettare il caos della sua famiglia che inevitabilmente si porta dietro uno strascico di illegalità (Carl finisce in galera per spaccio), problemi di salute (Ian è bipolare proprio come la madre Monica), di cuore (Debbie e Fiona),di coppia (Kevin e Veronica) e di parenti nuovi che spuntano come tumori (Sammi, la detestabile Sammi e suo figlio ritardato Chuckie).
Momenti che ti demoliscono (il ricovero di Ian e il suo arresto da parte dei militari dopo un bellissimo pomeriggio trascorso con Mickey), piccolissime scene mute che fanno la differenza (La sera del giorno in cui Sean dice a Fiona "Tu porti il caos" lei porta Debbie a un concerto e lì, per difenderla dalle avances di un viscido, fa a botte. Scappano dal locale a rotta di collo. Per riprendere fiato si fermano. Debbie è eccitata, sconvolta. Fiona si accascia contro un muro e guarda sua sorella. Le vediamo negli occhi la realizzazione delle parole di Sean), la vivace colonna sonora che accompagna le gesta dei Gallagher, e quell'affezione ai personaggi che ho provato solo per quelli de I Soprano, The Leftovers, Mad Men e Downton Abbey: tutto questo e altro ancora è la quinta stagione di Shameless che pur non raggiungendo i fasti della quarta si mantiene su un livello di piacevolissima godibilità.
Insomma, dopo cinque stagioni ci si rende conto che la famiglia Gallagher è una malattia. Una malattia decisamente sana, però.
I Gallagher fanno questo effetto.
RispondiEliminaNon puoi farne più a meno.
Concordo con te, ma l'insensità della quarta?
RispondiEliminaMi sa che dobbiamo dimendicarla, perché anche la sesta sta viaggiando su binari più... spensierati. E, soprattutto con un Mickey latitante, la delusione un po' c'è.