mercoledì 19 febbraio 2014

PHILIP SEYMOUR HOFFMAN DAY: LE IDI DI MARZO

Le idi di marzo


★★★
Fonte foto: www.dduniverse.net
"La vita va avanti anche senza gli attori", dicono i più cinici che non comprendono il nostro più nobile e disinteressato attaccamento alla settima arte e a coloro che vivono le storie davanti a una macchina da presa regalandoci l'illusione che il film sia tutto reale. La morte di Philip Seymour Hoffman, uno dei più grandi attori della sua generazione, un attore vero capace di interpretare qualsiasi ruolo gli si proponesse, la sentiamo ancora sulla nostra pelle e ci sembrava doveroso - a me e ai miei colleghi - rendergli omaggio ricordandolo con la recensione di un film in cui aveva recitato. E' poco, ma questo sappiamo fare. 


Stephen Meyers (Ryan Gosling) è un giovane e brillante addetto stampa per la campagna elettorale del governatore della Pennsylvania e candidato democratico alla presidenza Mike Morris (George Clooney) in competizione contro il senatore dell'Arkansas Ted Pullman. I due candidati stanno lottando per avere dalla loro il voto dei cittadini dell'Ohio ed entrambi i loro collaboratori stanno cercando di ottenere i favori e l'appoggio politico del senatore democratico della Carolina del Nord Franklin Thompson (Jeffrey Wright) che può farli vincere senza troppi problemi. Dopo un dibattito Meyers viene contattato dal capo della campagna di Pullman Tom Duffy (Paul Giamatti) che gli propone di passare dalla sua parte perché secondo i loro sondaggi Morris è sotto di quattro punti, Meyers però rinuncia spiegandogli che crede in Morris e nelle sue idee, ma non dice nulla sull'incontro al responsabile della campagna, suo capo, Paul Zara (Philip Seymour Hoffman). Durante la campagna Meyers inizia una relazione con Molly Stearns (Evan Rachel Wood), una stagista che nasconde un piccolo segreto in grado di distruggere il candidato alle elezioni per il quale Meyers e Zara lavorano.


Le idi di marzo è un film su qualcosa che sappiamo bene, su un cadavere che abbiamo sotto il naso e ne sentiamo ancora la puzza quando viene occultato in una cella frigorifera: l'intrigo politico. Certo, non abitando in America, e non vivendo la massiccia campagna elettorale che riempie le città di volantini, le televisioni di interviste e spot politici spesso bersagli della satira, e i pian terreni dei palazzi di uffici adibiti a quartier generale dove i responsabili della campagna giocano una battaglia navale sganciando l'uno sull'altro qualsiasi bomba faccia saltare uno scandalo così forte da fare affondare la barca elettorale dell'avversario.


Credo non ci si abitui mai a vedere un candidato - in questo caso George Clooney - che di fronte a una platea sorride sciorinando battute brillanti e affermando con pathos teatrale che non è né cristiano né ateo e che crede invece fermamente nella costituzione americana e che dopo in privato, seduto in cerchio cogli addetti stampa, discute se sia meglio perdere in Ohio e avere dalla sua l'appoggio dei democratici e accettare la proposta di Thompson di farlo Ministro degli Esteri (anche se straccerebbe in due minuti ogni contatto con i paesi dell'Onu) o continuare la campagna rifiutando qualsiasi intrigo e rischiare di veder sfumare la vittoria. 


Un luminoso credere nel lavoro che si svolge - anche se in anfratti bui dell'etica - e la seguente espressione visiva che segna la mancanza totale di speranza nella politica e negli uomini che la fanno coincide con quella che ha Ryan Gosling rispettivamente all'inizio e alla fine del film. Il suo personaggio, Meyers, è un po' un Bud Fox (Wall Street) della politica che si scontrerà con Paul Zara, uno straordinario Philip Seymour Hoffman, che in un'ottima scena del film elenca l'unica qualità necessaria per svolgere al meglio questo lavoro: la lealtà; che a poco gli servirà, come poi vedremo. 


Tom Duffy, invece, un convincente Paul Giamatti, è un Gordon Gekko della politica totalmente indifferente perché presto questo lavoro ti riduce così, gli confessa a Meyers in un frangente. La prima micidiale mossa vincente è la sua, noi non sappiamo come abbia fatto Meyers a ottenere il posto di Zara dopo il suo licenziamento, Morris è stato ricattato certo, ma Meyers non aveva alcuna prova del grave fatto di clintoniana memoria ("Puoi fare tutto, tranne scoparti le stagiste"), solo in un breve frammento vediamo una nuova stagista che di cognome fa Morris e quantomeno intuiamo che il caro governatore era un recidivo.   


Le idi di marzo è un elegante intrigo politico scritto e diretto da un George Clooney che è stato capace di vincere un Oscar per Argo e di produrre quest'anno uno dei film più belli dell'anno. Non aggiungerà nulla di nuovo, ma almeno descrive in maniera esemplare qualcosa che appunto sapevamo già. 


Ecco i blog che, oltre al mio, partecipano al Philip Seymour Hoffman Day: 


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The Ides of March
Paese di produzione: USA
Anno: 2011
Durata: 98 min
Generedrammatico
Regia: George Clooney
Soggetto: Beau Willimon
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon
Produttore: Grant Heslov, George Clooney, Brian Oliver, Beau Willimon (co-produttore)
Produttore esecutivo: Nigel Sinclair, Guy East, Stephen Pevner, Leonardo DiCaprio, Jennifer Killoran, Todd Thompson, Nina Wolarsky, Barbara A. Hall
Casa di produzione: Cross Creek Pictures, Exclusive Media Group, Smokehouse Pictures, Appian Way Productions
Distribuzione (Italia): 01 Distribution
Fotografia: Phedon Papamichael
Montaggio: Stephen Mirrione
Musiche: Alexandre Desplat
Scenografia: Sharon Seymour
Costumi: Louise Frogley

Interpreti e personaggi:
Ryan Gosling: Stephen Meyers
George Clooney: governatore Mike Morris
Philip Seymour Hoffman: Paul Zara
Paul Giamatti: Tom Duffy
Evan Rachel Wood: Molly Stearns
Marisa Tomei: Ida Horowicz
Jeffrey Wright: senatore Thompson
Max Minghella: Ben Harpen
Jennifer Ehle: Cindy Morris
Gregory Itzin: Jack Stearns
Michael Mantell: senatore Ted Pullman
Richard Rycart: Jill Morris
Yuriy Sardarov: Mike
Bella Ivory: Jenny

Doppiatori italiani:
Massimiliano Manfredi: Stephen Meyers
Francesco Pannofino: governatore Mike Morris
Pasquale Anselmo: Paul Zara
Massimo Rossi: Tom Duffy
Ilaria Stagni: Molly Stearns
Cristiana Lionello: Ida Horowicz
Luca Biagini: senatore Thompson
Emiliano Coltorti: Ben Harpen
Franca D'Amato: Cindy Morris
Dario Penne: Jack Stearns
Carlo Valli: senatore Ted Pullman

Denny B.




18 commenti:

  1. Ce l'ho ancora lì da vedere e, nonostante non mi appassioni troppo il genere, prima o poi lo recupero!

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  2. Mi era piaciuto parecchio, all'epoca. Infatti la settimana scorsa, beccandolo per caso in tv, l'ho riguardato. Davvero un buon film.

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  3. Mi manca anche questo, ma mia han detto in molti essere proprio bellino!

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  4. Altro film che mi manca, anche questo da recuperare.

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  5. "Le idi di marzo è un elegante intrigo politico scritto e diretto da un George Clooney che è stato capace di vincere un Oscar per Argo" EEEEEHHHHHHHHHHHHHH???????


    Ah, scusa...Dimenticavo il commento sul film. tragico spreco di ottimi attori.Filmaccio urendo, stravisto, malfatto.

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    1. L'Oscar per "Argo" l'ha vinto, come produttore assieme a Ben e a un altro. E mi ha prodotto il bellissimo "I segreti di Osage County", tra l'altro.

      Io sono sempre molto critico nei confronti di Giorgione, però questo è un film dignitoso che racconta cose già viste, ma lo fa bene.
      Non come quella merda di "Monuments Men".

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    2. Vincerlo per averlo prodotto è aver vinto una scommessa.Aver fatto un buon investimento, al massimo.Le capacità contano veramente nulla... ;)

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  6. Un film che ricordo con piacere, anche perchè Gosling (se non erro) fece le scarpe a Clooney, in tutti i sensi :)

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    1. Fare le scarpe a Clooney è anche facile ;) ma Gosling mi era piaciuto.

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  7. Non so, a pelle non mi ha mai detto granché. Ma lo dovrò vedere...

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  8. Per me un grande film di genere. Mi ha ricordato la New Hollywood degli anni settanta.

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  9. George se la cava alla grande anche dietro la mdp, mentre qui Hoffman è parecchio in disparte... il film in ogni caso mi è piaciuto e mi ha convinto.

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  10. un film ottimo, a cui manca giusto la zampata di originalità o personalità in più...

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  11. Lo devo ancora vedere, però lo volevo vedere al cinema perché George sarà pur stato con la Canalis, mai film li sa fare! Hoffman in disparte, ma sicuramente grande!

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