lunedì 28 aprile 2014

Essere John Malkovich: essere chiunque tranne noi stessi

Essere John Malkovich

★★★★

Craig Schwartz (John Cusack) è un burattinaio fallito che si esibisce sui marciapiedi per pochi soldi mettendo in scena il dramma di Abelardo ed Eloisa e beccandosi le ire e gli schiaffi della gente offesa dalle movenze esplicite delle marionette.  E' sposato con Lotte (Cameron Diaz), ossessionata dagli animali, che lo sprona a cercare un lavoro al di fuori della sua passione e grazie alla sua abilità nel muovere le dita trova un impiego come archivista alla LesterCorp, un'azienda che ha sede al settimo piano e mezzo (soffitti molto bassi) di un alto grattacielo. Qui Craig incontra il dottor Lester, un arzillo signore dai pensieri sconci, e Maxine, una sensuale collega della quale si innamora. Un giorno, mentre sta riordinando delle pratiche, Craig scopre una porticina segreta dietro un raccoglitore di metallo che è un passaggio che porta dentro la testa del noto attore John Malkovich e dopo quindici minuti viene catapultato nel New Jersey in un fosso vicino all'autostrada. Dopo aver mostrato la sua scoperta a Maxine acconsente alla bizzarra idea di lei: permettere a chi lo desidera (dietro compenso) di essere per quindici minuti John Malkovich. Ma la cosa prenderà una piega inaspettata.



Essere John Malkovich è un titolo foriero e assolutamente geniale, in questo senso. Pochi al di fuori dei confini statunitensi conoscono l'attore di Le relazioni pericolose e anche nel paese a stelle e strisce un tassista può fargli i complimenti per il suo ruolo del ladro di gioielli in quel film là di cui non ricorda esattamente il nome, ignaro di confonderlo con Sean Connery (che ha recitato in Entrapment proprio il ruolo del ladro), e molti invece crederebbero si tratti di un nome di fantasia, tra cui io che la prima volta che sentii il titolo del film ignoravo si trattasse di un nome proprio di una persona reale in carne e ossa. John Malkovich è solo un pretesto, un modo per impreziosire il progetto cinematografico e renderlo appetibile a una casa di produzione. Chiunque avrebbe pagato i duecento dollari per essere qualsiasi attore o personaggio famoso, chiunque avrebbe pagato per essere qualcun'altro: tutto fuorché noi stessi. 


Craig e Lotte sono una coppia sporca, sudicia che se hanno mai provato l'amore l'uno per l'altra o li ha devastati o li ha resi indifferenti alle quatto mura di casa ravvivate da pappagalli che sopperiscono ai loro silenzi anch'essi sporchi d'indifferenza. Le marionette che Craig muove sono incredibilmente vive, la fiamma della vita brucia nelle loro membra di legno, gli occhi umani pietosi velati di disperazione, e compiono forse le azioni più vicine a un'estasi vitale: il ballo (nella scena d'apertura) e l'atto amoroso (Abelardo ed Eloisa). 


E' consequenziale e normale che una volta provato nuovamente l'amore Craig si prostri alla fredda Maxine che s'innamora di Lotte, peraltro ricambiata con passione bruciante, ma che desidera consumare un rapporto fisico solo quando lei è dentro la testa di John Malkovich (straordinario nell'interpretare se stesso posseduto e non). Il tema del fare l'amore coinvolgendo una terza persona Jonze lo riprenderà nel suo bellissimo Her, e in questo la vicinanza con un genio come Charlie Kaufman non gli ha fatto altro che bene. 


Craig, da sudicio fallito, diventa il più grande burattinaio mai esistito riuscendo a dimorare nella testa di John Malkovich per sette anni sconvolgendo la vita dell'attore-marionetta-burattinaio ignorando il tragico fatto che il dottor Lester (che ha scoperto il modo di vivere in eterno) e i suoi compagni di viaggio hanno intenzione di attraversare il passaggio che conduce alla testa dell'attore al compimento dei suoi quarantaquattro anni ed è in una delle inquadrature più belle del film che l'angoscia s'impadronisce delle nostre pupille e temendo quasi di essere stati manipolati vediamo John Malkovich guardare riflesso in una superficie metallica zigrinata il suo viso scomposto in tante parti quante sono le personalità che s'impadroniranno del suo corpo dopo aver esclamato il bellissimo "Sono libero" a seguito dell'abbandono di Craig.


Essere John Malkovich, dotato di uno dei finali più angosciosi che io ricordi, è un film sulla mancanza di piacere nell'essere noi stessi. Siamo quel che siamo per abitudine? o perché costretti dal vizio di vivere? Se potessimo vivere la vita di un altro lo faremmo ignorando gli sforzi impiegati per formare la nostra identità? Rispondete, e siate voi stessi. 


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Being John Malkovich
Paese di produzione: USA
Anno: 1999
Durata: 112 min
Generecommedia, fantastico
Regia: Spike Jonze
Soggetto: Charlie Kaufman
Sceneggiatura: Charlie Kaufman
ProduttoreSteve Golin, Vincent Landay, Sandy Stern, Michael Stipe
Produttore esecutivo: Charlie Kaufman, Michael Kuhn
Casa di produzione: Gramercy Pictures, Propaganda Films, Single Cell Pictures
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Fotografia: Lance Acord
Montaggio: Eric Zumbrenner
Musiche: Carter Burwell
Scenografia: K. K. Barrett
Costumi: Casey Storm

Interpreti e personaggi:
John Cusack: Craig Schwartz
Cameron Diaz: Lotte Schwartz
Catherine Keener: Maxine Lund
John Malkovich: John Horatio Malkovich
Orson Bean: Dr. Lester
Mary Kay Place: Floris
Charlie Sheen: se stesso
Ned Bellamy: Derek Mantini
Sean Penn: se stesso
Spike Jonze: assistente di Derek Mantini

Doppiatori italiani:
Gianluca Tusco: Craig Schwartz
Ilaria Stagni: Lotte Schwartz
Franca D'Amato: Maxine Lund
Luca Biagini: John Horatio Malkovich
Oreste Rizzini: Dr. Lester
Massimiliano Manfredi: Charlie Sheen
Massimo Rossi: Sean Penn

Denny B.










8 commenti:

  1. Godibilissima occasione fallita di tematiche profondissime...Ti sei perso dietro la messa in scena della coppia, però..

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    1. Sei il mio critico più severo. Anche per questo ti adoro :)

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  2. Wow, una delle tue migliori recensioni :D paragrafo finale da standing ovation!
    Ehssì, Kaufman è un genio assoluto, il mio sceneggiatore 'mentore', se così vuoi metterla. Non per nulla "Se mi lasci ti cancello" è uno dei miei film preferiti.
    E "Synecdoche NY" se non è un capolavoro, ci si avvicina.

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    1. Sono sensibile ai commenti come questo. Grazie ;)
      "Synecdoche NY" lo recupero al più presto, giuro. Beh, "Eternal Sunshine..." è uno dei più bei film degli ultimi trent'anni.

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  3. non ho mai visto il film
    è la tua prima recensione che leggo
    ma già mi piace il tuo stile

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