lunedì 7 aprile 2014

Nymphomaniac Vol.1: recensione vietata ai trierani convinti

Nymphomaniac Vol. 1

½

Non avrei mai creduto che un giorno avrei recensito nientepopò di meno che un film porno. Porno "d'autore", chiedo venia ai radical chic borghesucci che con la scusa che Nymphomaniac è un film di Lars Trier andranno a vederlo in sala masturbandosi mentalmente e altri anche fisicamente. Il regista di film di approvata inutilità quali Antichrist e Melancholia torna dietro la cinepresa per filmare ciò che non prova da una vita: il sesso. E dirige i soliti attori con cui lavora più qualche new entry. Il film arriva nelle nostre sale diviso in due volumi della durata di circa due ore l'uno e questa è la recensione di Nymphomaniac Vol. 1 vietata ai trierani convinti contenente qualche spoiler se si possono chiamare così. 



Una notte il mite e solitario Selingman (Stellan Skarsgard) trova in un vicolo una donna a terra insanguinata e decide di portarla a casa per curarla. La donna, che si chiama Joe (Charlotte Gainsbourg), gli racconta la sua vita sessuale dall'infanzia fino ai cinquant'anni.  


Ormai abbiamo imparato che Lars Trier ha un approccio arrogante alla sua stessa materia, che desidera provocare a ogni costo e mai nessuno che invece lo renda a conoscenza dello stato reale delle cose: che è un arrapato senza arte da parte. Come se non bastasse Trier è pessimo nel dirigere gli attori, è l'opposto di Tarantino, che invece farebbe recitare bene pure Stefano Accorsi; io credo che persino un Sean Connery in mano al danese flopperebbe alla grande. Gli attori in mano a Trier risultano sempre di una fastidiosità repellente perché devono interpretare personaggi già di per sé fastidiosi come uno sciame di moscerini nella calura estiva. Anche in Nymphomaniac incappiamo in due personaggi che non campano mai di nulla, di cui non si sa nulla e di cui non ti importa sapere nulla, tranne che fuggano in fretta verso i titoli di coda. 



Joe è a terra in un vicolo. E' stata pestata e Selingman si ritrova a passare lì per caso, le chiede se vuole un'ambulanza, lei rifiuta, e quindi la porta a casa dove tra un dolce e una tazza di the lei gli racconta la sua vita sessuale e lui della sua passione per la pesca. E qui ci sono due di quelle stangate alla Trier che ti abbassano pericolosamente la pressione: Selingman asserisce che distingue il mondo in due tipi di persone; chi si taglia per prima le unghie della mano sinistra e chi si taglia per prima quelle della mano destra. I primi sono persone vigliacche e codarde che preferiscono ignorare le difficoltà e i secondi sono invece coloro che non si spaurano di fronte a esse. E ringrazio Lars per avermi reso a conoscenza del mio stato di vigliaccheria. 


Proseguendo la visione s'incappa nella seconda trierata: mentre Joe - una calmissima Charlotte Gainsbourg, finalmente - ripercorre la sua emancipazione sessuale Selingman fa dei paragoni con la sua esperienza in fatto di pesca così che sorge chiara la proporzione matematica che collega i due personaggi apparentemente l'uno diversa dall'altra. La ninfomane sta al pescatore come la preda sta al pesce. Sono attimi quelli in cui si riesce perfino a ridere come quando il gruppo di ragazzine votate al serio dovere di scopare non più di due volte lo stesso ragazzo recitano la loro massima e comandamento Mea vulva, mea maxima vulva che è sicuramente una bella stoccata blasfema che ho gradito come pochi. L'amica del cuore di Joe abbandona la congregazione quando scopre che "L'ingrediente segreto per il sesso è l'amore". Joe non crede nell'amore, ha sempre e solo inseguito l'erotismo, il brivido della penetrazione e il potere che una donna può esercitare su un uomo con una sola frase che lo illude e lo incatena a lei come un prigioniero consenziente: "Sei il primo che mi ha procurato un orgasmo". Joe distrugge una famiglia la cui moglie dell'uomo che si scopava è Uma Thurman che ho riconosciuto dopo dieci minuti in cui era sullo schermo e questo episodio non incide per nulla sulla sua vita, quindi ninfomania = insensibilità. Ha avuto una valanga di uomini, alcuni dolci e premurosi a cui permetteva di lavarla, altri dominatori e poi Jerome, il suo primo ragazzo, che incontra in diverse occasioni favoleggianti e un po' campate in aria, col quale però non sente nulla. Sperava con lui di completare il Cantus Firmus di Bach, una polifonia sessuale perfetta, ma la prima parte di Nymphomaniac termina con le sue parole "Non sento nulla". Le mie stesse parole, che coincidenza. 



Chiudo dicendo a coloro che già lo considerano un capolavoro che solo l'umiltà e l'ambizione portano a creare capolavori immortali. Se Malick fosse stato arrogante non avrebbe mai diretto uno dei film più belli del nuovo millennio quale è The Tree of Life. Vorrei, una volta ogni tanto, ma in questo momento più di tutti, che un critico valido, pur non essendocene più, dica che la carrellata di cazzi o la scena raccapricciante in cui la giovane Joe si bagna di fronte al cadavere di suo padre non è né cinema né arte né bellezza né provocazione. Ma semplice e purissima merda.


(Continua, ahinoi, perché la recensione ho deciso di dividerla per non abusare troppo della vostra pazienza)

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Nymphomaniac
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Danimarca, Germania, Regno Unito, Belgio
Anno: 2013
Durata: 240 min
330 min (versione estesa)
Generedrammatico, erotico
Regia: Lars von Trier
Soggetto: Lars Von Trier
Sceneggiatura: Lars von Trier
Produttore: Marie Cecilie Gade, Louise Vesth, Bettina Brokemper, Bert Hamelinck, Marianne Slot
Produttore esecutivo: Peter Garde, Peter Aalbæk Jensen
Casa di produzione: Zentropa, Heimatfilm, Film i Väst, Slot Machine, Caviar Films, Concorde Filmverleih, Artificial Eye, Les Films du Losange, European Film Bonds
Distribuzione (Italia): Good Films
Fotografia: Manuel Alberto Claro
Montaggio: Molly Marlene Stensgaard
Effetti speciali: Erik Zumkley
Scenografia: Simone Grau
Costumi: Manon Rasmussen
Trucco: Dennis Knudsen, Astrid Weber

Interpreti e personaggi:
Charlotte Gainsbourg: Joe
Stacy Martin: giovane Joe
Stellan Skarsgård: Seligman
Christian Slater: padre di Joe
Uma Thurman: Mrs. H
Willem Dafoe: L
Shia LaBeouf: Jerôme
Jamie Bell: K
Connie Nielsen: madre di Joe
Udo Kier: cameriere
Caroline Goodall: psicologa
Jesper Christensen: zio di Jerôme
Jean-Marc Barr: debitore gentiluomo
Jens Albinus: Sig. S

Doppiatori italiani:
Claudia Catani: Joe
Erica Necci: giovane Joe
Rodolfo Bianchi: Seligman
Vittorio Guerrieri: padre di Joe
Chiara Colizzi: Mrs. H
Davide Perino: Jerôme
Pierluigi Astore: Sig. S

Denny B.





7 commenti:

  1. Oggi pare il Von Trier Day! ;)
    Io ne parlerò domani, ma devo dire che mi sarei aspettato di incazzarmi di più! :)

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  2. ahia, i pareri sono diversissimi tra loro, certo fin ora non ne ho letti di positivi almeno fino a quando quello del bradipo, ma avvolte e non sempre ci vuole la provocazione, e Lars Von Trier per quanto sia arrogante è un provocatore, ti punzecchia fino a farti incacchiare avvolte, e di questo ha un grande merito, io ancora lo devo vedere e a giorni spero di riuscirci, ovviamente ognuno in un film ci vede quello che vuole ovvio ^_^

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    1. E' un provocatore del nulla col nulla. Fosse per me non gli farei manco lucidare la sirenetta di Copenaghen; potrebbe ingropparsela.

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  3. Ma la valanga di cazzi poteva anche starci se era finalizzata a qualcosa. Il problema di Trier è che vuole provocare, ma alla fine quello che mostra p unicamente sesso. Che è la cosa più naturale che esista.
    Il pezzo con la Thurman per me è stato quello più disturbante. Niente riprese di cazzi o altro, solo una grande prova d'attrice.

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    1. Io l'ho riconosciuta solo dopo un po' la Thurman. Ma che l'è successo?

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    2. Penso si chiami età. Oppure è l'effetto di Von Trier :-P

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