lunedì 1 aprile 2013

American Psycho(logy)

American Psycho

Fonte foto: www.movieplayer.it
Parlerò del romanzo omonimo in un secondo momento, posso però dire che il film è molto, molto più sobrio del libro di Bret Easton Ellis perché trovare qualcuno disposto a mettere in scena davanti una cinepresa le scene cruenti, folli partorite dalla mente malata dello scrittore non è facile. Chi sarebbe disposto? Io, io. No, Denny B. tu no. Stavo domandando a qualcuno che ha talento. Beh, allora Zio Tara. Sì, Tarantino ne avrebbe tirato fuori l'ennesimo capolavoro, ma sai che lui non lavora sulle sceneggiature non originali, peccato davvero. Robert Rodriguez è un altro che non si sarebbe tirato indietro a rappresentare quelle scene, peccato che nessuno l'abbia preso in considerazione (si potrebbe sempre fare un nuovo American Psycho, no?). Oliver Stone doveva essere lui a dirigerlo con Leonardo DiCaprio nel ruolo da protagonista, rifiutato, per fortuna, perché Christian Bale è perfetto nel ruolo di Bateman, anzi, quando ho letto il libro per me il protagonista aveva le esatte fattezze dell'attore. 


"Avete trovato dei corpi in casa mia? Impossibile, io non spreco
mai niente. Se vuole le posso offrire un salame di cosce.
L'ho fatto con tanto amore."
Patrick Bateman (Christian Bale) è un broker finanziario che lavora a Wall Street, bello, ricco, a cui piace prendersi cura del proprio corpo, ascoltare buona musica e vestirsi con abiti firmati costosi ed eleganti che passa le giornate tra un pranzo di lavoro e una tirata di coca nei bagni dei locali. Se durante il giorno Bateman può sembrare un bravo ragazzo, almeno nell'aspetto, di notte però si trasforma in un sadico omicida, facendo emergere il suo disprezzo per gli immigrati, l'invidia nei confronti dei colleghi (soprattutto di Paul Allen, che gestisce un importante pacchetto azionario e riesce sempre a trovare un tavolo al Dorsia) e un uso del corpo delle donne, fino a conservare in casa i loro corpi o solo parti di essi.

"Spielberg è un ottimo regista? Ripetilo con un ascia in testa
AAAAAAAHHHHHH!!!!!"
Il materialismo narcisistico del personaggio - il classico yuppie degli anni '80 - si può vedere in tutto il suo grigiore , più che splendore, nella scena dei biglietti da visita, in cui Bateman dopo aver mostrato ai suoi colleghi il suo, prova una terribile invidia nei confronti dei loro biglietti da visita, molto più belli del suo. Invece il suo narcisismo al cubo lo si può notare durante le scene di sesso in cui lui si guarda allo specchio, si sorride, si fa l'occhiolino e mostra il muscolo del braccio. E verso la fine, in una bellissima scena in cui Bateman telefona al suo avvocato confessandogli tutti i suoi misfatti, il suo viso è oscurato per metà mentre l'altra è illuminata, eterno dualismo del suo essere: per metà bravo ragazzo, per metà serial killer.

"Ma quanto parli?! Statte zitta n'attimo."
La regista Mary Harron non ha avuto le palle - beh, anatomicamente è difficile che le abbia - di tirar fuori un capolavoro pulp, folle, vietato ai minori di 80 anni, è andata invece sul sicuro, confezionando un film sobrio, con qualche timido schizzo di sangue, due o tre cadaveri - interi - scene di sesso a suon di musica, e che musica: Whitney Houston, Huey Lewis & the news e i Genesis - e con una prova attoriale di Christian Bale ottima. 
American Psycho non mi è dispiaciuto - molto meglio il libro però - certo, poteva essere diieci volte meglio e brillare come un gioiello di inizio millennio. Peccato.

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: American Psycho
Paese di produzione: USA
Anno: 2000
Durata: 102 min
Generethriller psicologico
Regia: Mary Harron
Soggetto: Bret Easton Ellis (romanzo)
Sceneggiatura: Guinevere Turner, Mary Harron
Produttore: Christian Halsey Solomon, Chris Hanley, Edward R. Pressman
Produttore esecutivo: Joseph Drake, Michael Paseornek, Jeff Sackman
Casa di produzione: Lions Gate Films, Universal Pictures
Distribuzione (Italia): Filmauro
Fotografia: Andrzej Sekuła
Montaggio: Andrew Marcus
Effetti speciali: Michael Kavanagh
Musiche: John Cale
Scenografia: Gideon Ponte
Costumi: Isis Mussenden

Interpreti e personaggi:
Christian Bale: Patrick Bateman
Justin Theroux: Timothy Bryce
Jared Leto: Paul Allen
Bill Sage: David Van Patten
Josh Lucas: Craig McDermott
Chloë Sevigny: Jean
Reese Witherspoon: Evelyn Williams
Samantha Mathis: Courtney Rawlinson
Matt Ross: Luis Carruthers
Willem Dafoe: Det. Donald Kimball
Cara Seymour: Christie
Guinevere Turner: Elizabeth
Stephen Bogaert: Harold Carnes
Monika Meier: Daisy
Reg E. Cathey: Al

Doppiatori italiani:
Riccardo Rossi: Patrick Bateman
Francesco Prando: Timothy Bryce
Massimo De Ambrosis: Craig McDermott
Roberto Gammino: Paul Allen
Vittorio De Angelis: David Van Patten
Cristina Boraschi: Jean
Rossella Acerbo: Evelyn Williams
Sabrina Duranti: Courtney Rawlinson
Fabrizio Manfredi: Luis Carruthers
Sergio Di Stefano: Det. Donald Kimball
Alessandra Cassioli: Christie
Pinella Dragani: Elizabeth

Denny B.





 

2 commenti:

  1. Poteva essere un capolavoro, invece è un film leggero. Ricordo che la scena dei biglietti da visita mi aveva lasciato un gran vuoto, mentre il finale mi ha leggermente stranito...

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    1. La scena dei biglietti può essere considerata come il simbolo di un decennio (gli anni '80), dove l'importanza dell'apparenza era portata all'estremo (va beh che è ancora così oggi, se vogliamo fare i pignoli). Fosse stato diretto da un regista vero sarebbe stato un capolavoro.

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