martedì 6 agosto 2013

La notte (senza) giudizio: "Mamma, esco a uccidere qualcuno!"

La notte del giudizio

★★½

Fin dal trailer apparso in tv, che mi ha letteralmente fatto tenere gli occhi incollati al televisore e il culo alla sedia, La notte del giudizio (smettiamola di lamentarci  dei titoli italiani, tanto non ci arriveranno mai, e dire che basterebbe aprire il dizionario di inglese) mi ha incuriosito, e mi sono creato delle aspettative, che, dopo l'agognata visione, non sono state deluse - in parte.


"Ma perché dobbiamo vederci le repliche delle repliche
 della Signora in Giallo?  Magari ci porta sfiga e qualcuno
entra in casa e ci uccide." 
Stati Uniti. 2022. Dopo una grave crisi economica i Nuovi Padri Fondatori hanno risollevato le sorti dell'America mantenendo basso il tasso di criminalità e di disoccupazione istituendo un periodo annuale di dodici ore chiamato Lo Sfogo in cui qualsiasi crimine, compreso l'omicidio, non viene punito. James Sandin (Ethan Hawke) è un imprenditore che si è arricchito nel campo della sicurezza domestica vendendo alle ricche famiglie del suo vicinato un impianto di sicurezza da usufruirne durante Lo Sfogo. Assieme a sua moglie Mary (Lena Headey), a sua figlia Zoey (Adelaide Kane), che si è fidanzata con un ragazzo più grande di lei che suo padre non approva, e suo figlio Charlie (Max Burkholder), un ragazzo silenzioso a cui piace la tecnologia, si preparano a passare serenamente Lo Sfogo, barricati nella loro casa (apparentemente) sicura, ma le cose non andranno come avevano previsto. 


"Tata Lucia??!! Che cazzo ci fa lei qui?!"
Se l'uomo (e con uomo intendo anche la donna) durante una notte all'anno potesse compiere un solo crimine non sceglierebbe l'omicidio: ma lo stupro. L'uomo non si alzerebbe dal divano per prendere un bicchiere d'acqua figuratevi per prendere un fucile a pompa e andare a caccia di umani per sfogarsi delle tante frustrazioni subite durante il corso dell'anno. Uscirebbe di casa invece e abborderebbe una qualsiasi ragazza piacente per dar libero sfogo ai suoi istinti animali e del tutto naturali. Questa cosa non l'ho inventata io, ma Freud che diceva che l'uomo ha barattato la felicità (l'appagamento di un bisogno) per un po' di sicurezza. Non nego che questa teoria mi affascina, penso che prima o poi la ragione delle nostre pulsioni verrà meno, e il declino della civiltà sarà definitivo (sì, mi sono svegliato cadendo dal letto, cosa che ha fatto sobbalzare il mio lato pessimistico, acido e misantropo). Quindi la logica per cui l'uomo si sfogherebbe uccidendo i propri simili è un po' troppo sfilacciata e "casta", l'intenzione del regista/sceneggiatore James DeMonaco era quella di fare un thriller e non un thriller-porno-hard, ma se avesse osato un po' di più, parecchio di più, avremmo avuto sotto gli occhi un film di una crudeltà allucinante, ma fornito di una sua logica, seppur malata.


"Noooi siaamo i giovani, i giovani, i giovani. Siaaamo l'esercito
l'esercito dei rom."
Gli attori si muovono bene a partire dal protagonista Ethan Hawke e dalla sua spalla femminile Lena Headley, un po' meno Max Burkholder, che in una scena, credo sia stato un errore del montatore che non ha tagliato il pezzo oppure non mi spiego, ride lievemente alla vista di un cadavere, va bene che nel giro di pochi minuti la routine della sua famiglia viene interrotta da minacce e spari e sangue, ma non credo che ridere sia una reazione ragionevole, o sbaglio? 




"Uè, ce l'hai una siga? No? Allora spacco bottilia e ammazzo familia."
Da citare assolutamente Rhys Wakefield, un giovane attore che nella parte del fighetto-figlio-di-papà-intenzionato-a-sfogarsi, circondato dai suoi fedeli mascherati e da ragazze in vestaglia bianca con accette che dondolano ridendo sull'altalena (mi hanno turbato, eccome), ti mette la pelle d'oca e ancora più ansia di quanta non te ne metta già il film in sé, pieno di colpi di scena, uno inaspettato, i seguenti un po' fru fru (i classici oh-mio-Dio-l'ammazza-no-qualcuno-lo-salva), e il colpone finale che ahimè avevo già intuito nei primi venti minuti.
La notte del giudizio è un thriller estivo che ci mancava in queste afose giornate d'agosto, non sarà un filmone, ma funziona, saprà tenervi sulle spine, scaricherà le batterie dei bypass dei più sensibili, e poi vederlo è del tutto legale, non commetterete nessun crimine.



Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The Purge
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2013
Durata: 85 min
Generehorror, thriller, fantascienza
Regia: James DeMonaco
Sceneggiatura: James DeMonaco
Produttore: Michael Bay, Jason Blum, Andrew Form, Bradley Fuller, Sebastien Lemercier
Casa di produzione: Universal Pictures, Blumhouse Productions, Platinum Dunes, Why Not Productions
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Fotografia: Jacques Jouffret
Montaggio: Peter Gvozdas
Musiche: Nathan Whitehead
Scenografia: Melanie Jones
Costumi: Lisa Norcia

Interpreti e personaggi:
Ethan Hawke: James Sandin
Lena Headey: Mary Sandin
Adelaide Kane: Zoey Sandin
Max Burkholder: Charlie Sandin
Arija Bareikis: Grace Ferris
Tom Yi: Cali
Chris Mulkey: Mr Halverson
Tisha French: Mrs Halverson
Tony Oller: Henry
Dana Bunch: Mr Ferrin
Peter Gvozdas: Dottor Peter Buynak
Edwin Hodge: L'ostaggio
Rhys Wakefield: il poliziotto
Karen Strassman: La giornalista

Doppiatori italiani:
Alessandro Quarta: James Sandin
Claudia Catani: Mary Sandin
Veronica Puccio: Zoey Sandin
Alex Polidori: Charlie Sandin
Francesca Guadagno: Grace Ferris
Marco Vivio: il poliziotto

Denny B.


8 commenti:

  1. Se il regista avesse "osato di più" come dici tu, molto probabilmente lo avrei inserito dritto nella personalissima lista nera di registi da torturare a morte come Tom Six, Alexandre Bustillo, Julien Maury e soprattutto Timo Tjahjanto.
    Detto questo, bel thriller da godersi d'estate, la mia bella botta d'ansia me la sono presa tutta :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi consideri un ignorante se ti dico che questi registi non li ho ancora sentiti? :(
      Mi sa tanto che li recupero, mi hai incuriosito.

      Elimina
  2. Oddio, francamente anche io pensavo a qualche scena di violenza in più. Ad esempio, l'idea dello stupro è stata solo lontanamente accennata, quando la giovane Sandin se ne sta nascosta sotto al letto e gli intrusi guardano le sue foto in corridoio. Sicuramente si sarebbe potuto fare molto di più, ma per molti altri aspetti il film ha funzionato. Forse anche perché ha inscenato poca violenza e si è concentrato di più sull'aspetto morale della questione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo è solo accennato, peccato perché un po' di violenza in più non avrebbe fatto male.

      Elimina
  3. Io come già sai, guardando il trailer non gli avrei dato due lire, invece poi mi sono - in parte - ricreduta...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io dopo il trailer volevo vederlo subito, e in parte non mi ha deluso.

      Elimina
  4. La tua premessa è giusta secondo me, se si potesse dare sfogo alla violenza sarebbe più di natura sessuale; tuttavia essendo un film commerciale è andata anche bene così, virando su un moralismo di fondo e discriminando la violenza gratuita, spesso razziale...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo il regista/sceneggiatore è partito subito con l'idea di fare un film commerciale, invece se avesse approfondito vari aspetti, se avesse osato molto di più, ci saremmo trovati di fronte a un bel film d'autore con due attributi così.
      Anche la scelta della vittima è un po' troppo banalotta, fosse stata una donna la cosa si sarebbe fatta più interessante.

      Elimina