Boyhood
★★★★
La vita del giovane Mason Evans (Ellar Coltrane), dai tempi in cui frequenta la scuola elementare fino agli anni del college, il rapporto con i genitori divorziati e i successivi patrigni, i numerosi traslochi, le nuove scuole e amicizie, le prime relazioni sentimentali, ma anche l'evoluzione tecnologica e i cambiamenti politici e sociali intercorsi in dodici anni di crescita fisica e psicologica.
Siamo tutti quanti di fronte all'esperimento cinematografico più interessante, unico nel suo genere, di questi anni duemila. Solo 39 giorni di riprese distribuiti in un arco temporale che va dal 2002 al 2013, questo è Boyhood, un film puro e semplice, che mette in in scena non la vita di un ragazzo, ma la vita in generale fatta di sogni, giochi, genitori, amici, litigi, disillusioni, rabbia e cambiamenti inevitabili. E' questo che al regista Richard Linklater importa catturare: il cambiamento. Non mediante l'uso di trucco e parrucco, ma affidandosi al tempo vero e proprio che intercorre realmente tra una ripresa e l'altra.
Troveremo momenti assolutamente ordinari perché in fondo Boyhood, al di là del suo particolare modo di essere stato ripreso, è un film ordinario, pure banale, non nascondiamoci dietro una tastiera. Mason non è quel che si dice una persona piena di vita, ma a differenza degli altri suoi coetanei, a diciotto anni, è interessato a intessere relazioni reali e non all'interno di un contesto tecnologico. Sogna di fare il fotografo e nel mentre fa il cameriere in un locale per mettere da parte qualcosa per il college. Andando per ordine all'età di sei anni è un bambino che passa il suo tempo a giocare ai videogiochi con il suo migliore amico, ha una sorella logorroica con cui litiga spesso, e una madre divorziata che ha intenzione di ricominciare il college al fine di assicurare un futuro migliore ai suoi figli. Il padre è il classico buontempone che crede di poter recuperare due anni di vita dei propri figli con un pomeriggio al bowling. Ma è incredibile come negli anni successivi, oltre a essere un padre presente, riesca a rifarsi una famiglia senza più dimenticarsi di quella precedente. Ha avuto più fortuna della madre di Mason, sicuramente: due matrimoni falliti più numerosi traslochi in giro per il Texas. Nonostante ciò Mason cresce, impara a correre, a vivere, e no: non muore. E' inutile che continui: perché raccontarvi com'è stato il matrimonio di Tizio quando Caio ha fatto il filmino? Guardatelo insieme a Sempronio e via.
Ma Boyhood perché è un grande film? Perché è la vita. Nuda e cruda. Ovvero di una noia mortale. Responsabilità che non si è mai chiesto di volere, rapporti costrittivi o occasionali, lo sradicamento di un'identità abitativa, il non aver un posto fisso in cui ritornare, in cui immergersi nel ricordo dell'infanzia, e poi il futuro che non risponderà a un ululato lanciato contro il cielo, ma che aleggerà attorno alle figure sedute una di fianco all'altra in maniera costante, fatto di attimi che sono il "sempre" in questo momento, in questo preciso momento, mentre sto scrivendo, mentre voi mi leggete, mentre fuori dalla finestra imperversa il mal tempo. Ritorna in un certo senso l'insegnamento del film di Peter Weir: cogli l'attimo. Mason lo saprà cogliere?
Resta comunque il fatto che il cinema è molto meglio della vita. Molto meglio il cinema, assolutamente.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: Boyhood
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2014
Durata: 166 min
Genere: drammatico
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater
Produttore: Richard Linklater, Cathleen Sutherland, Vincent Palmo Jr. (co-produttore), Sandra Adair (co-produttore)
Produttore esecutivo: Jonathan Sehring, John Sloss
Distribuzione (Italia) : Universal Pictures
Fotografia: Lee Daniel, Shane Kelly
Montaggio: Sandra Adair
Scenografia: Rodney Becker
Interpreti e personaggi:
Ellar Coltrane: Mason Evans
Ethan Hawke: Mason Evans Sr.
Patricia Arquette: Olivia Evans
Lorelei Linklater: Samantha Evans
Tamara Jolaine: Tammy
Nick Krause: Charlie
Jordan Howard: Tony
Evie Thompson: Jill
Sam Dillon: Nick
Marco Perella: Bill Welbrock
Brad Hawkins: Jim
Jenni Tooley: Annie
Zoe Graham: Sheena
Doppiatori italiani:
Lorenzo D'Agata: Mason Evans piccolo
Riccardo Suarez: Mason Evans adolescente
Alex Polidori: Mason Evans cresciuto
Riccardo Rossi: Mason Evans Sr.
Eleonora De Angelis: Olivia Evans
Arianna Vignoli: Samantha Evans piccola
Agnese Marteddu: Samantha Evans adolescente
Giulia Franceschetti: Samantha Evans cresciuta
Roberto Chevalier: Bill Welbrock
Roberto Gammino: Jim
Rossella Acerbo: Annie
Erica Necci: Sheena
Denny B.
Un esperimento splendido, un film a suo modo molto toccante e semplice, come la vita :)
RispondiEliminaNon mi ha toccato in particolar modo, devo ammetterlo, ma nella sua semplicità descrive perfettamente la vita.
Eliminaok, appena posso lo vedo. mi avete convinto!
RispondiEliminaBravo picciotto ;)
EliminaPiaciuto, ma non troppo, mi duole ammettere :/
EliminaBellissimo. Come la vita davvero.
RispondiEliminaHo i miei forti dubbi riguardo al fatto che la vita sia bellissima. Il cinema è meglio.
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