venerdì 5 febbraio 2016

Mr. Robot - Stagione 1

★★½

Mr. Robot è quella che in gergo si definisce una supercazzola. Dopo che il tuo corpo si riempie di aspettative gonfiate da aggettivi entusiasti e recensioni al settimo cielo manco fosse una di quelle botti di legno in cui riposa il vino finisci per affrontare la prima puntata con un'ubriacatura notevole, che ti spinge a cantare Fly Me to the Moon pur sapendo di essere stonati come Giancarlo Magalli sotto la doccia, e da dove te ne esci mediamente soddisfatto con quella faccia da "E va beh, è la première, il bello deve ancora venire" che puntata dopo puntata acquista l'espressione tipica della delusione. 

Elliot Alderson (Rami Malek) di giorno è un ingegnere informatico che lavora alla Allsafe come esperto di sicurezza informatica mentre di notte è un hacker/stalker che penetra nelle vite private delle persone spesso comportandosi come una sorta di giustiziere incappucciato. Il suo essere sociofobico, depresso e dipendente dalla morfina non gli rende facile relazionarsi con le persone e instaurare rapporti d'amicizia duraturi. Un giorno incontra il misterioso Mr. Robot (Christian Stater), un anarchico rivoluzionario, che lo invita a unirsi a un gruppo di hacker definito Fsociety che si pone il compito di liberare le persone dai debiti con le banche e mettere con la schiena contro il muro coloro che celati da tutti governano il mondo. 

La recitazione vocale di Rami Malek è notevole. La sua gamma di espressioni vocali è numerosa, ma a Mr. Robot manca solidità e un focus ben preciso. Si preoccupa di architettare il colpo di scena che in parte si intuisce dopo quattro puntate tralasciando i personaggi secondari che si trascinano in identità poco definite. La missione principale di questo gruppo di hacker definito Fsociety appare sempre fumoso e poco coinvolgente. Ci sono elementi che la distinguono dalle ciofece in circolazione come il gusto per l'inquadratura e l'utilizzo della colonna sonora, ma nel complesso il risultato è una serie Tv discreta che lascia più innervositi che deliziati. 

E poi alé, nel finale di stagione si tira fuori dal cilindro il pippone alla Tyler Durden d'altronde Mr. Robot è l'erede spirituale di Fight Club. Questo show pra ha una possibilità da non sprecare assolutamente: quella di delineare, nella seconda stagione prevista per quest'anno, una nuova società, un nuovo modo di vivere l'esistenza. Basta co' ste pippe sui media, le multinazionali, la pubblicità, le banche. Basta. Andiamo oltre. Immaginiamo finalmente un mondo libero dall'egemonia bancaria, attento allo stato di salute del pianeta Terra, esseri umani liberi di impiegare il proprio tempo come meglio credono senza dover lasciare l'epidermide del culo sulla sedia dell'ufficio. Un utopia, d'accordo, ma proviamo a immaginarla, crediamo in questo sogno, riponiamo anche solo una scampolo di fiducia in Sam Esmail. Lo potremmo vedere realizzato. Almeno in una seria Tv. 

4 commenti:

  1. Mi ispirava, perché anche a me l'hanno gonfiato all'inverosimile. Vedremo :/

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    1. Pure io mi aspettato decisamente di meglio e invece è un bel grosso meh.

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  2. Ammetto che la noia mi ha fatto fermare al pilot. Ci capisco poco. Sam Esmail, però, è bravissimo: ti consiglio di recuperare la romcom Comet - e poi si è cuccato Emmy Rossum, ti pare poco. ;)

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    1. Con la conquista di Emmy Rossum ha già vinto tutto ;)
      Recupererò senz'altro Comet, grazie.

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