lunedì 9 settembre 2013

Gangs of New York - Il patriottismo del Macellaio

Gangs of New York

★★★

"Mulberry Street, Worth, Cross e Orange e Little Water
Ciascuno dei Five Points è un dito. 
Quando chiudo la mano, si trasforma in un pugno. 
E se voglio, posso usarlo contro di te.
(Bill il Macellaio)

New York. 1846. Il quartiere dei Five Points è il palcoscenico su cui si scontrano numerose bande criminali per assicurarsi il dominio del territorio, tra queste ci sono i Conigli Morti e i Nativi Americani, i cui leader sono rispettivamente Padre Vallon (Liam Neeson) e William "Bill il Macellaio" Cutting (Daniel Day-Lewis) che si scontrano sulla piazza innevata di Paradise Avenue in una fredda giornata, e chi perderà lo scontro verrà per sempre esiliato dai Five Points. Dopo un duro e sanguinoso scontro William uccide Padre Avalon sotto gli occhi di suo figlio. Questi cerca di scappare dagli uomini del Macellaio, ma invano. Viene risparmiato e rinchiuso in un riformatorio e compiuta la maggiore età, sedici anni dopo la battaglia dei Five Points, ritorna negli stessi luoghi facendosi chiamare Amsterdam (Leonardo DiCaprio), conoscerà un'abile borseggiatrice (Cameron Diaz), e comincerà a lavorare sotto l'ala di colui che uccise suo padre, aspettando il momento giusto per vendicarsi.


"Forza e coraggio ragazzi, prima si fa e prima torniamo a casa
a guardare Oprah Winfrey."
Gangs of New York non è tra i capolavori di Martin Scorsese. Pur essendo già sottovalutato di suo, non è mia intenzione infierire, tutt'altro. Il film, pur non privo di difetti, è un lavoro eccezionale. Ha una scenografia imponente (ad opera di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che hanno vinto tre Oscar, tra cui due per i film di Scorsese), la città di New York è stata ricostruita alla perfezione negli studi di Cinecittà a Roma. La regia è quella di un maestro, che offre delle inquadrature memorabili (l'immagine dei soldati che partono per la guerra che si incrocia con le bare dei caduti in battaglia o l'ultima mezz'ora in cui il caos sembra uscire dallo schermo).

"Te prego Madonna Santa, famme vince n'Oscar."
Il cast: Cameron Diaz se la cava, mai una volta però che faccia uno sforzo in più, solo durante le scene fisiche sembra padrona di sé. Leonardo DiCaprio - il film è del 2002 - non aveva ancora dimostrato al mondo di essere, oltre che un bel ragazzo, un attore con i controattributi, come ha fatto in The Aviator, film terribilmente patinato, la cui interpretazione era da Oscar-punto-e-basta, e il suo ruolo in Gangs of New York è un'appendice smolencia e priva di eroicità di uno dei personaggi più belli del cinema: Bill il Macellaio, che prende vita grazie a un mostruoso Daniel Day-Lewis, alto e baffuto, con il suo imponente cilindro, gli abiti eleganti, quando passeggia tra le strade povere e malfamate dei Five Points, dove la gente gli paga tremante il tributo, e il suo grembiule sporco di sangue della carne che macella e offre generosamente a una povera vecchietta, e quando insegna ad Amsterdam come si colpisce a morte un uomo servendosi di una carcassa di maiale è epico, come quando anche sputa a terra togliendosi di bocca la pipa, o quando batte con la punta del coltello il suo occhio di vetro, William "Bill il Macellaio" Cutting è il film, senza di lui non avrebbe senso parlarne, è il convinto e sadico e maligno conservatore filosofo di un America pura, è un personaggio che entra di diritto nella top 20 dei personaggi più belli della storia del cinema. 


"Dimmi ancora una volta che dovrei mettermi delle lenti a contatto
e lavarmi i capelli e giuro che ti svergino con questa lama."
Cosa che non si può dire dei personaggi di contorno, che sono noiosi, senza identità, in Quei bravi ragazzi, o in Casinò, persino l'aglio che taglia Paul Cicero (Paul Sorvino) in cella o le slot-machines del casinò di Sam Rothstein (Robert De Niro) hanno più spessore di loro, e questo è uno dei grandi difetti di Gangs of New York, che si regge su un impianto storico notevole, su Bill il Macellaio, una regia inconfondibile e la scenografia perfetta, ma ciò non basta per mettergli il sigillo di capolavoro. Peccato. 


"Sono pienamente d'accordo, figliolo."
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Gangs of New York
Paese di produzione: USA, Italia
Anno: 2002
Durata: 213 min (original cut), 166 min
Generestorico, drammatico
Regia: Martin Scorsese
Soggetto: Jay Cocks
Sceneggiatura: Jay Cocks, Steven Zaillian, Kenneth Lonergan
Produttore: Alberto Grimaldi, Harvey Weinstein
Produttore esecutivo: Maurizio Grimaldi, Michael Hausman, Michael Ovitz, Bob Weinstein, Rick Yorn, Graham King, Rick Schwartz, Colin Vaines
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Schoonmaker
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Alfio Bruno Tempera (trovarobe)

Interpreti e personaggi:
Daniel Day-Lewis: William "Bill il Macellaio" Cutting
Leonardo DiCaprio: Amsterdam Vallon
Cameron Diaz: Jenny Everdeane
Jim Broadbent: William "Boss" Tweed
Henry Thomas: Johnny Sirocco
Liam Neeson: Padre Vallon
Brendan Gleeson: Walter "Monk" McGinn
John C. Reilly: "Happy" Jack Mulraney
Gary Lewis: McGloin
Stephen Graham: Shang
Eddie Marsan: Killoran
Alec McCowen: reverendo Raleigh
Larry Gilliard Jr.: Jimmy Spoils
Cara Seymour: Hell-Cat Maggie
David Hemmings: Mr. Schermerhorn
Barbara Bouchet: Mrs. Schermerhorn
Roger Ashton-Griffiths: P.T. Barnum

Doppiatori italiani:
Francesco Pannofino: William "Bill il Macellaio" Cutting
Francesco Pezzulli: Amsterdam Vallon
Eleonora De Angelis: Jenny Everdeane
Luciano De Ambrosis: William "Boss" Tweed
Fabrizio Manfredi: Johnny Sirocco
Alessandro Rossi: Padre Vallon
Angelo Nicotra: Walter "Monk" McGinn
Roberto Draghetti: "Happy" Jack Mulraney
Manlio De Angelis: McGloin
Michele Gammino: reverendo Raleigh
Renato Mori: Mr. Schermerhorn

Denny B.




7 commenti:

  1. All'epoca ricordo che mi era piaciuto moltissimo, soprattutto mi aveva commossa il finale sulle note degli U2. Mi hai fatto venire una voglia matta di rivederlo!!

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    1. E' sicuramente troppo sottovalutato, ma non è tra i capolavori di Martin.
      Comunque se lo rivedi aspetto la tua recensione ;)

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  2. Non un Capolavoro, concordo, ma un dannatissimo e sporchissimo grande film troppo sottovalutato. Grandissimo Day Lewis.

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  3. Troppo sottovalutato, ma un film validissimo.
    Ah, quando sono andato a Cinecittà sono passato fra la scenografia dei Five Points :)

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    1. Cinecittà *.*
      Spero di poterci andare il prossimo anno.

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    2. Sarò sincero, per come è ridotta ora non ti perdi nulla...

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