lunedì 2 dicembre 2013

Il passato (di verdura)

Il passato

Fonte foto: www.multiastra.it
Scurdammoce o' passat simme e Napl paesà, dice una vecchia canzone napoletana. No, non ho intenzione di recensire un musicarello di Nino D'Angelo né un melodramma di Merola come O' Zappatore, è solo che ogni tanto bisogna cominciare con un po' di allegria e spensieratezza, anche se non c'è nulla da ridere avendo la vita che ci incula sardonica ogni giorno 24 ore no stop; anche se si ha appena finito di vedere il nuovo film di Ashgar Farhadi - Il passato - che rappresenterà l'Iran nella categoria Miglior film straniero agli Oscar 2014. 

Neri Marcorè in una scena del film
Ahmad (Ali Mosaffa) dall'Iran parte per Parigi a seguito della richiesta della sua ex-moglie Marie (Bérénice Bejo) che ha intenzione di ufficializzare il divorzio e cominciare una nuova vita con il suo nuovo compagno Samir (Tahar Rahim), titolare di una tintoria, che ha già un figlio, Fouad, come Marie, che ha due figlie, Lucie e Léa, avute da altri due uomini. Ahmad ha un ottimo rapporto con entrambe e userà la sua disponibilità all'ascolto per aiutare Lucie, da tempo in conflitto con la madre, a ritornare a vivere una vita quantomeno serena, nonostante il passato che tende a non morire mai. 

"Dimmi la verità: hai nascosto una bomba in casa?"
"Dimmi una cosa te, invece: ragioni per stereotipi e con quelli
te la scopi pure?"
Nella sua vita precedente Ashgar Farhadi sarà stato sicuramente un avvocato matrimonialista; o il suo più grande sogno era quello di diventare un bravo avvocato divorzista; oppure i suoi genitori si sono separati quando lui era piccolo. Perché questo regista iraniano è un attento conoscitore del tema della separazione, sa come far muovere gli attori nel contesto quotidiano dove una famiglia deve rinascere dopo sfaldamenti emotivi e strascichi rancorosi avvenuti in un passato che stringe ancora i bordi del presente sognatore che spera in una vita meno nervosa e più distesa verso un orizzonte luminoso.  

L'apparizione.
Parlando degli attori per fortuna Marion Cotillard ha rinunciato a interpretare Marie per impegni di lavoro, così si è deciso di lasciare spazio a una donna dalla bellezza che prosciuga ogni speranza di incontrarne un'altra con una percentuale anche inferiore di beltà (all'inizio del film lei è un'epifania), e che soprattutto è un'attrice versatile, espressiva, che non si atteggia a star con la puzza sotto al naso, nonostante la nazionalità francese, e che ha vinto il premio come miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes di quest'anno, intascandosi, secondo me, una probabilissima nomination agli Oscar. E poi ho deciso che d'ora in poi terrò d'occhio Pauline Burlet, che nel film interpreta Lucie, perché quella sua tristezza emaciata mi ispira grandi cose. 


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Le passé
Lingua originale: francese
Paese di produzione: Francia
Anno: 2013
Durata: 130 min
Generedrammatico
Regia: Asghar Farhadi
Soggetto: Asghar Farhadi
Sceneggiatura: Asghar Farhadi, Massoumeh Lahidji
Produttore: Alexandre Mallet-Guy
Casa di produzione: Memento Films Production
Distribuzione (Italia): BiM Distribuzione
Fotografia: Mahmoud Kalari
Montaggio: Juliette Welfling
Musiche: Evgueni Galperine, Youli Galperine
Scenografia: Claude Lenoir
Costumi: Jean-Daniel Vuillermoz
Trucco: Lucía Bretones-Méndez

Interpreti e personaggi:
Bérénice Bejo: Marie
Tahar Rahim: Samir
Ali Mosaffa: Ahmad
Pauline Burlet: Lucie
Jeanne Jestin: Léa
Elyes Aguis: Fouad
Sabrina Ouazani: Naïma
Babak Karimi: Shahryar
Valeria Cavalli: Valeria

Eleonora Marino: collega di Marie

Denny B.

5 commenti:

  1. Mi intriga molto e mi piace sempre inaugurare, qualsiasi cosa, con un po' di allegria. Smorza il resto che quasi sempre fa schifo e deprime. ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi aspettavo granché, invece mi è piaciuto. La Bejo è bravissima e Pauline Burlet ha quel non so che mi ricorda la Winslet degli inizi.

      Elimina
  2. Lo vedrò nei prossimi giorni, e l'aspettativa è molto alta. Del resto, Fahradi mi aveva già conquistato in passato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggendo in giro dicono che Sorrentino avrà vita dura agli Oscar, ma sinceramente il suo film è di un altro pianeta rispetto a questo che è un signor film. E poi Fahradi la statuetta l'ha già vinta, lasci qualcosa pure a noi che non la vediamo da tredici anni.

      Elimina
  3. Un solo appunto: Farhadi "sogna" di far "muovere gli attori nel contesto quotidiano".. o perlomeno vorrebbe... c'è tantissima carne al fuoco, ma se ne brucia un frego... ;))

    RispondiElimina