mercoledì 15 gennaio 2014

Il Dr. Allen prescrive Blue Jasmine

Blue Jasmine

★★★

Finalmente sono riuscito a posare gli occhi sull'ultimo lavoro di Woody Allen. Dopo il gradevole Midnight in Paris e l'orrendo To Rome with Love, proprio quando lo credevo, non solo io, intento a impacchettare la cinepresa e percorrere il viale del tramonto sulle note di una soffice musica jazz, il genio irriverente di Allen ci regala Blue Jasmine, una fiaba agrodolce sulla caduta dai piani alti della società, sulla perdita degli affetti più cari, che ci fa riflettere, in fondo, su quanto sia facile per noi accettare gli eventi con folle lucidità. 

"Non me ne importa niente di quello che stai dicendo, sappilo."
Jasmine (Cate Blachett) è una bella donna di classe che si trasferisce da New York a San Francisco nello squallido appartamento di sua sorella Ginger (Sally Hawkins) dopo aver avuto alcuni problemi finanziari, e psicologici (infatti l'anziana signora accanto a lei durante il volo dice al marito di averla vista parlare da sola). Ginger è una donna umile che lavora duramente e cresce due figli e tra lei e Jasmine è presente una notevole tensione anche se tinta d'affetto. Attraverso alcuni flashback scopriamo la vita agiata di Jasmine accanto al brillante uomo d'affari Hal (Alec Baldwin) e al figlio studente a Harvard e i motivi che l'hanno spinta a chiedere ospitalità alla sorella. 


"Scusate ragazzi, ma qui c'è un'intruso vestito da pescatore."
Blue Jasmine è delizioso, anche se la trama non è tutta questa costellazione d'originalità, ne sono pieni i dizionari di cinema di film che raccontano la caduta di un personaggio dal prezioso piedistallo dell'alta società, ma Woody Allen con il suo tocco delicato e sognante lo rende assolutamente godibile e frena il nostro iniziale storcere del naso. 

Cate Blanchett imita Denny B. al mattino quando qualcuno
tenta di parlargli.
Cate Blanchett è assolutamente strepitosa e da forma a un'indimenticabile Jasmine, con gli occhi arrossati che vi guarda disinteressata se non avete un abito e una posizione rispettabile, che consuma litri di Martini come fosse succo d'uva e pillole di xanax come caramelle al miele, che non riesce e non infarcire le conversazioni con nostalgici baluginii della sua vita dorata con lo stereotipato Hal, un Alec Baldwin ingessato nell'inamovibilità. In alcuni tratti l'attrice gestisce la performance con non troppa difficoltà interpretativa: già di suo è una donna di classe, austera e leggermente snob, lontana dal mondo umile da cui può provenire una semplice domanda di un giornalista a disagio nell'intervistarla; tuttavia quando il merito c'è è bene riconoscerlo: l'Oscar è suo e nessun'altra può portaglielo via.


"Dai raga' facciamoci un selfie così glielo inviamo a Denny B.
con sotto scritto 'Guarda che ci siamo anche noi nel film'."
Blue Jasmine non è una commedia, anche se non mancano le scene in cui si sorride, a denti stretti, ma è come dicevo una fiaba che alterna momenti di sconforto jasminiani a flashback di momenti passati impreziositi dalla sicurezza di case sparse adatte alle quattro stagioni, gioielli che sanno a noi di contentino e party sfarzosi con sottofondo di musica soft. 


Non dico che Woody Allen è riuscito a descriverci. Noi non siamo Jasmine, ma lei non fa altro che rivangare il passato, sa che non cambierà mai, le vecchie abitudini non possono essere dimenticate, e ricominciare dopo che la gelosia e la rabbia l'ha spinta a distruggere una parte importante della sua vita è difficile, soprattutto se durante un attacco d'ansia non ha una pillola a disposizione, ma solo se stessa così com'è: unica e folle come noi che scivoliamo con lei nel forte e calmo finale che mi ha ricordato il meraviglioso Shakespeare a colazione.   



Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia): 

Titolo originale: Blue Jasmine
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2013
Durata: 98 min
Generedrammatico
Regia: Woody Allen
Soggetto: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Produttore: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson
Produttore esecutivo: Leroy Schecter, Adam B. Stern
Casa di produzione: Perdido Productions
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Fotografia: Javier Aguirresarobe
Montaggio: Alisa Lepselter
Musiche: Christopher Lennertz
Scenografia: Santo Loquasto
Costumi: Suzy Benzinger

Interpreti e personaggi:
Cate Blanchett: Jeanette 'Jasmine' Francis
Sally Hawkins: Ginger
Alec Baldwin: Harold 'Hal' Francis
Bobby Cannavale: Chili
Louis C.K.: Alan
Andrew Dice Clay: Augie
Peter Sarsgaard: Dwight Westlake
Michael Stuhlbarg: dott. Flicker
Max Casella: Eddie
Alden Ehrenreich: Danny Francis
Daniel Jenks: Matthew
Max Rutherford: Johnny
Tammy Blanchard: Jane
Annie McNamara: Nora

Doppiatori italiani:
Emanuela Rossi: Jeanette 'Jasmine' Francis
Paolo Buglioni: Harold 'Hal' Francis
Stella Musy: Ginger
Marco Foschi: Chili
Roberto Stocchi: Alan
Roberto Draghetti: Augie
Alessandro Quarta: Dwight Westlake
Franco Mannella: dott. Flicker
Luigi Ferraro: Eddie
Davide Perino: Danny Francis

Denny B.
  

6 commenti:

  1. Caschi a fagiolino: ho giusto recuperato un paio dei suoi prodotti post-2000 in questi giorni. Santiddio quel povero nevrotico non sa più scrivere dialoghi!!

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    1. "Basta che funzioni" è splendido. Gli altri lasciano un bel po' a desiderare. "Midnight in Paris" è copiato da una mia idea, comunque.

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  2. Interessante, anche se non eccezionale.
    Blanchett e Hawkins straordinarie.

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    1. Concordo. La Blanchett è da Oscar, la Hawkins se la deve vedere con le altre candidate.

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  3. Piaciuto molto, anche se ho preferito "Basta che funzioni". La scena finale è bellissima!

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    1. Quello è splendido :)
      Il finale ti lascia il gusto dell'acido in bocca.

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