mercoledì 21 maggio 2014

My Fair Lady (1964)

My Fair Lady

★★★★

Una sera piovosa il professor Higgins (Rex Harrison), un glottologo britannico di fama internazionale, ascolta sotto il portico il fastidioso berciare della povera fioraia Eliza Doolittle (Audrey Hepburn) e accetta la scommessa dell'amico Pickering (Wilfrid Hyde-White) di riuscire a farla passare come minimo per una duchessa al ballo dell'Ambasciata in soli sei mesi. Ne deriva un estenuante esperimento che darà i suoi frutti, ma ne lascerà anche alle sue spalle, infatti Eliza s'innamora del professor Higgins che pare non ricambiarla affatto, ma il futuro, per entrambi, non riserva alcuna pronuncia errata. 


Il modo in cui mi sono approcciato a quest'opera fa parte della schiera di miei comportamenti fumantini e sguardi insofferenti che riservo a quasi tutti i film appartenenti al genere musical. Una mattina mi ero deciso di vedere Tutti insieme appassionatamente, un classico del genere, ma dopo soli dieci minuti, lo confesso, ho distolto l'attenzione a causa del mio comportamento sopracitato. E ci tengo a dire che ho molta pazienza e Giobbe al mio confronto è un mediocre dilettante. Quindi, accantonato il film, mi sono gettato a capofitto nella visione di My Fair Lady di George Cukor: uno di quei musical che riesce a farsi amare inevitabilmente anche da un critico cinefilo non amante del genere quale il sottoscritto.


My Fair Lady è tratta dall'opera teatrale Pigmalione di George Bernard Shaw e può ricordare anche il celeberrimo romanzo di Mary Shelley, se vogliamo, ed è la storia di una scommessa e della sua buona riuscita. In questa storia sono coinvolti personaggi così irresistibili e caratterizzati benissimo che hanno la libertà di uscire dalla porta principale per traslocare in altri film limitrofi lasciandoci a fissare la scenografia mentre canticchiamo La rana in Spagna gracida in campagna, ma per nostra fortuna non ci abbandonano, mantenendosi sempre con tenacia sul binario fondamentale della coerenza narrativa. Troppo spesso vediamo personaggi lasciati a fare scelte di idiota schizofrenia quando la coerenza con se stessi e la coscienza di esistere, lasciandosi qualche volta andare a sorprese che non stonano con l'abito che s'indossa, è l'elemento di base per entrare nel pantheon dei ricordi. 


Due di questi personaggi sono senz'altro il professor Higgins, interpretato dal premio Oscar (per tale ruolo) Rex Harrison e doppiato dal fantastico Nando Gazzolo ed Eliza Dolittle, la Audrey Hepburn che preferisco, invece di quella nel mediocre Colazione da Tiffany, doppiata da una giovane Maria Pia Di Meo; e sul doppiaggio ce ne sarebbe da scrivere essendo stato uno dei più difficili in assoluto da realizzare. Per il dialetto Cockney della fioraia si è scelto di utilizzare un miscuglio di dialetto pugliese, ciociaro e napoletano e il risultato è lodevole, che al giorno d'oggi forse non si sarebbe più riusciti a raggiungere. Tornando ai personaggi Higgins ed Eliza sono dotati di un ego gigantesco che li porterà più a scontrarsi che a rapportarsi in maniera galante. 


Higgins non è proprio un misogino, è che tratta chiunque alla stessa maniera, che sia duca o panettiere. E' quel che si dice un single per scelta. Una donna minerebbe la sua tranquillità e il silenzio della sua dimora e poi perché diavolo una donna non è come l'uomo? perché "una donna non è come me?" si domanda andando a riprendersi la fuggitiva Eliza. Sì, Eliza a un certo punto fugge dalla prigione fonetica in cui l'ha messa il professor Higgins. Situazioni esilaranti, momenti di riflessione romantica, urla di vocali aperte e stridule, buona riuscita dello scioglilingua "La rana in Spagna gracida in campagna" (scena famosissima) e la vincita della scommessa da parte di Higgins che si prende tutti gli onori dell'esperimento non la rendono una donna realizzata anche se ora parla un perfetto inglese e i gentleman e dame dell'alta società la scambiano per una straniera di sangue reale. Si rende conto che per i due signori lei non era una persona sensibile bisognosa di dolcezza, ma solo una bambola di carne che dopo non sarebbe servita più nemmeno a portar le pantofole. 


Higgins riesce in sol colpo a togliere Eliza dalla miseria linguistica e suo padre Alfred - uno spassosissimo Stanley Holloway - da quella economica (avendolo consigliato a un eminente studioso di politica) considerato che adesso non è più costretto a chiedere quei due spiccioli a sua figlia visto che è il beneficiario di una rendita annuale di ben quattromila sterline. Ma anche lui non è felice. Ormai tutti vengono da lui a chiedere denaro e si sente imprigionato nella moralità piccolo borghese tanto che è costretto a sposare la sua compagna non prima di dire addio alla sua libertà con una serata di bagordi e birra (bellissimo il modo in cui si conclude la scena e la canzone Alfred Doolittle prende moglie). Il loro miglioramento sociale e/o linguistico li eleva dal mondo a cui appartenevano: Eliza torna nel suo quartiere ma nessuno riconosce in lei quella povera fioraia vestita di stracci che sbraitava in un orrendo dialetto ai signori col soprabito. Però sia Higgins sia Eliza sono innamorati l'uno dell'altra, ma non cedono alla facilità di una semplice dichiarazione. Alla fine però tutto si risolverà per il meglio di entrambi. My Fair Lady è uno dei film musicali più esilaranti e frizzanti che mai vedrete. Un perfetto sposalizio tra recitazione superba, ricca scenografia, canzoni azzeccatissime e interpretazioni assolutamente perfette.  

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: My Fair Lady
Paese di produzione: Regno Unito, USA
Anno: 1964
Durata: 170 min
Generecommedia romantica, musicale
Regia: George Cukor
Soggetto: dall'opera di George Bernard Shaw
Sceneggiatura: Alan Jay Lerner
Produttore: Jack Warner
Fotografia: Harry Stradling Sr.
Montaggio: William H. Ziegler
Musiche: Frederick Loewe
Scenografia: Gene Allen, Cecil Beaton, George James Hopkins
Costumi: Cecil Beaton, Michael Neuwirth

Interpreti e personaggi:
Audrey Hepburn: Eliza Doolittle
Marni Nixon: Eliza Doolittle (canto)
Rex Harrison: professor Henry Higgins
Stanley Holloway: Alfred P. Doolittle, padre di Eliza
Wilfrid Hyde-White: colonnello Hugh Pickering
Gladys Cooper: la signora Higgins
Jeremy Brett: Freddy Eynsford-Hill
Bill Shirley: Freddy Eynsford-Hill (canto)
Theodore Bikel: Zoltan Karpathy
Mona Washburne: signora Pearce
Isobel Elsom: signora Eynsford-Hill
John Holland: il macellaio
Bina Rothschild: la regina di Transilvania

Doppiatori italiani:
Maria Pia Di Meo: Audrey Hepburn (dialoghi)
Tina Centi: Audrey Hepburn (canto)
Nando Gazzolo: Rex Harrison
Luigi Pavese: Stanley Holloway (dialoghi)
Otello Felici: Stanley Holloway (canto)
Giorgio Capecchi: Wilfrid Hyde-White
Wanda Tettoni: Gladys Cooper
Gianni Marzocchi: Jeremy Brett
Sergio Graziani: Theodore Bikel
Lydia Simoneschi: Mona Washbourne
Franca Dominici: Isobel Elsom

Dhia Cristiani: Bina Rothschild

Denny B.


1 commento:

  1. Uno dei miei film preferiti, e due delle mie interpretazioni preferite. Sono giorni che ho una smodata voglia di rivederlo!
    Complimenti, le tue recensioni sono sempre molto interessanti!
    A presto.

    RispondiElimina