mercoledì 22 ottobre 2014

Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York

Great Movie

★★★★

New York. Una giovane coppia, lui, Guy Woodhouse (John Cassavetes), è un attore teatrale, lei, Rosemary (Mia Farrow), è appena uscita dal college cercano casa e trovano un ampio appartamento in un elegante palazzo dove gli inquilini sono tutti anziani. Una sera la coppia viene invitata dai simpatici coniugi Roman (Sidney Blackmer) e Minnie Castevet (Ruth Gordon), ma ben presto cominciano a essere invadenti e fin troppo presenti nella loro vita. Minnie regala a Rosemary uno strano ciondolo contenente una radice di Tammis che le assicura essere un amuleto portafortuna e una sera dopo una cena romantica lei sviene sul letto avendo strani e macabri incubi e la mattina dopo si accorge di avere dei strani segni sulla schiena. Pur essendo svenuta il marito le confessa di aver fatto l'amore con lei perché voleva metterla incinta proprio quella notte. Rosemary è incinta e invece di ingrassare e mostrare un aspetto florido e ridente dimagrisce e il suo viso è più bianco di un lenzuolo. Che cosa sta succedendo a Rosemary e al suo bambino?



Qui siamo di fronte al film che avrebbe diretto Alfred Hitchcock se prima di andare a dormire avesse letto libri esoterici. Le atmosfere e i movimenti di macchina riconducono a una chiara influenza del Maestro del brivido su Roman Polanski fino a citazioni non troppo velate di Notorious, l'amante perduta. Ma il merito di Polanski è quello di aver imparato la lezione e di averla messa in pratica a modo suo dosando in maniera perfetta la suspense, il mistero, il pericolo, e uno degli ingredienti che più prediligo: l'inquietudine. 



Che cosa ci potrà mai essere di horror in una storia che vede una coppia di sposini trovare casa, stringere amicizia con gli anziani vicini, e desiderare di avere un bambino? Nulla, mi risponderanno le nuove generazioni cresciute a pane e Esp, Paranormal Activity e The Ring incapaci di apprezzare le autentiche pietre miliari del genere quali L'esorcista, Shining, Nightmare - Dal profondo della notte, Halloween - La notte delle streghe (anche se lo considero più un thriller che un horror), La notte dei morti viventi e il film in questione, Rosemary's Baby, dove non incapperete in spaventi alla bubusettete o fantasmi che urlano fino a slogarsi la mandibola bensì personaggi apparentemente normali che si muovono in un'atmosfera borghese sempre più soffocante per la dolce protagonista Rosemary intrappolata in una situazione di costante pericolo. 



La capacità del regista sta nel creare una macchina inquietante e macabra funzionante alla perfezione. I nostri nervi sono sempre ben aggrovigliati. Cosa sta succedendo? Gli invadenti e curiosi Castevet sono davvero quello che sono? I frammenti onirici di Rosemary in cui si vede distesa nuda e presa con violenza da un essere mostruoso mentre gli inquilini assistono impassibili sono frutto della sua immaginazione notturna oppure no? Da cosa è causato il suo dolore acuto al ventre? Perché le sembra che tutti, a partire da suo marito, si siano messi d'accordo contro di lei e il bambino? Rosemary's Baby  non è solo una della più grandi pellicole horror della storia del cinema, è anche un'acuta critica al trattamento della figura della donna quale sottomessa sfornatrice di bambini e un affresco della borghesia invadente e curiosa che non sopravviverebbe senza impicciarsi nelle vite degli altri. 



In Rosemary's Baby non vi è mai un momento di distensione. Gli occhi sempre attenti al più piccolo particolare. Mostriamo empatia nei confronti della protagonista tanto che vorremmo aiutarla a scappare in qualche modo. Seguiamo i piccoli movimenti della cinepresa, un primo piano di una lettera o di un pacco, questo basta per farci sobbalzare. Se avete seguito il film vi ritroverete a pochi minuti dal finale con tutti i tasselli del puzzle al loro posto, ma tra avere i tasselli e il vedere il quadro completo c'è una sottile differenza dal quale trovano il tempo di uscire tutti i fumi sulfurei della nostra paura. Paura di rimanere intrappolati accanto a Rosemary di fronte alla culla drappeggiata di nero contenente il flagello del cielo e della terra. Rosemary's Baby, appunto. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: Rosemary's Baby
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 1968
Durata: 136 min
Genereorrore
Regia: Roman Polanski
Soggetto: Ira Levin (omonimo romanzo)
Sceneggiatura: Roman Polanski
Produttore: William Castle
Fotografia: William Fraker
Montaggio: Sam O'Steen, Bob Wyman
Musiche: Krzysztof Komeda
Scenografia: Richard Sylbert

Interpreti e personaggi:
Mia Farrow: Rosemary Woodhouse
John Cassavetes: Guy Woodhouse
Ruth Gordon: Minnie Castevet
Sidney Blackmer: Roman Castevet
Maurice Evans: Edward "Hutch" Hutchins
Ralph Bellamy: Dott. Abraham Sapirstein
Angela Dorian: Terry Gionoffrio
Patsy Kelly: Laura-Louise McBirney
Elisha Cook Jr.: Sig. Nicklas
Emmaline Henry: Elise Dunstan
Charles Grodin: Dott. C. C. Hill
Hanna Landy: Grace Cardiff
Phil Leeds: Dott. Shand
D'Urville Martin: Diego
Hope Summers: Sig.ra Gilmore
Marianne Gordon: Joan Jellico, amica di Rosemary
Wende Wagner: Tiger, amica di Rosemary
Walter Baldwin: Sig. Wees
Patricia O'Neal: Sig.ra Wees
Charlotte Boerner: Sig.ra Fountain
Gail Bonney: Babysitter (voce)
Carol Brewster: Claudia Comfort
Jean Inness: Suor Agnes
Lynn Brinker: Suor Veronica
Sebastian Brook: Argyron Stavropoulos
Gordon Connell: Allen Stone
Patricia Ann Conway: Sig.ra John F. Kennedy
Tony Curtis: Donald Baumgart (voce)
Almira Sessions: Sig.ra Sabatini
Michael Shillo: Papa Paolo VI
Clay Tanner: il diavolo
Viki Vigen: Lisa
Frank White: Hugh Dunstan

Doppiatori italiani:
Maria Pia Di Meo: Rosemary Woodhouse
Giuseppe Rinaldi: Guy Woodhouse
Wanda Tettoni: Minnie Castevet
Corrado Gaipa: Roman Castevet
Michele Gammino: Dott C.C. Hill
Oreste Lionello: Agente Immobiliare

Denny B.



3 commenti:

  1. Ecco un'altro cult/capolavoro di genere che si aggiunge alla lista della carne da cannone della mia nuova rubrica. Grazie :D

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  2. Capolavorone, uno dei titoli più importanti del genere e di Polanski.

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  3. Pochi cazzi: un capolavoro!
    E che figa Mia Farrow!

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