venerdì 7 agosto 2015

Pixels (2015)

½

Nel 1982 la NASA ha inviato nello spazio una capsula contenente le immagini dei videogiochi di altre forme di cultura terrestre al fine di contattare altre forme di vita. Degli alieni però interpretano male le immagini sopratutto dei videogiochi scambiandole per una dichiarazione di guerra. Il presidente degli Stati Uniti d'America (Kevin James) chiede aiuto al suo amico Sam Brenner (Adam Sandler), campione di videogiochi, che mette in piedi una squadra di esperti videogiocatori per rendere impossibile l'invasione aliena. 

Chiariamo una cosa: Adam Sandler è la peste bubbonica della comicità. Accostare il suo nome alla comicità è un grave insulto a quest'ultima. Le commedie che sforna, pardon, tira fuori dal sacco dell'umido, quasi con regolarità sono tremende per due fattori ricorrenti: la sua fastidiosa presenza e l'innegabile fatto che non fanno assolutamente ridere. E cosa c'è di peggio di una commedia che non fa ridere? Soltanto un horror che non fa paura. E per fortuna non si è mai imbarcato nell'impresa di farne uno anche se già con il suo nome nei credits mette addosso dei brividi colossali. 

Pixels è diretto da Chris Columbus che in molti ricorderanno per essere stato il regista dei primi due film della saga di Harry Potter. Ciò è un bene, dirà qualcuno, insomma, coi bambini ha mostrato di saperci fare, in fondo come li dipinge i nerd questo film se non come dei bambinoni smanettoni con la mente andante ai favolosi anni '80? Anni in cui il più bel videogioco in circolazione era PacMan o Donkey Kong e per giocare gli allora giovani dovevano uscire dalla loro stanza e raggiungere gli amici nelle sale giochi dove oltre ad ascoltare la musica potevano provarci con le ragazze. 

Adam Sandler è coinvolto nel primo film non vergognoso dopo anni - incredibile come sia lo stesso attore che ha recitato così bene in Ubriaco d'amore - nel ruolo di un quasi campione del mondo di Donkey Kong, battuto negli anni '80 da Eddie Plant il quale nel presente è un galeotto interpretato dall'unica cosa davvero positiva del film: Peter Dinklage. Kevin James è un impacciato, balbettante e per nulla credibile presidente degli Stati Uniti d'America, e Josh Gad è il classico nerd vergine che vive ancora con la nonna e, oltre a essere fissato con le teorie del complotto ("a Dallas è stato JFK a sparare per primo") è innamorato perso di un personaggio donna di un videogioco. Questi tre, armati di cannoni fotonici come dei Ghostbusters mancati, avranno il compito di salvare il pianeta (o più propriamente una fetta d'America come al solito) dall'invasione di questi alieni che hanno visto nelle immagini dei videogiochi una chiara dichiarazione di guerra.

Pixels funziona come operazione nostalgia (e non vacanze) atta a riportare alla mente i videogiochi degli anni '80 e la musica che accompagnava quegli anni particolari a chi li ha vissuti e dall'altra avrebbe voluto essere in tutto e per tutto una rivincita dei nerd mettendo addirittura nell'ufficio ovale niente meno che un nerd stesso che dice a soldati addestrati alla guerra vera e propria "lasciate il controllo ai nerd" o facendo esclamare a un bambino, dopo essere stato salvato da "soltanto uno sfigato che gioca ai videogiochi""allora che Dio sia lodato". I nerd salveranno il pianeta. Sì, ma solo in questo film. 

Poteva essere il The Avengers dei videogiochi. Ciò si vede soprattutto nell'ultima parte del film in cui v'è l'invasione: una schiera indefinita di personaggi che scendono sulla terra dalla bocca dell'astronave come i Chitauri dal portale spaziale e i nerd pronti alla battaglia all'ultimo pixels. Cosa sarebbe diventato Pixels se fosse stato affidato a un regista come Joe Dante (suo quel gioiellino di Small Soldiers) e se al posto di questi attori ce ne fossero stati altri? Magari i personaggi di The Big Bang Theory. Tanto tra una decina d'anni ci sarà un remake quindi mai dire mai. 

4 commenti:

  1. L'ho visto giusto ieri e non mi è dispiaciuto del tutto a dire la verità... Nell'ottica della cazzata l'ho trovato una buona ora e quaranta di intrattenimento...

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    1. Ecco, hai detto la parola giusta: cazzata. E' diventata tale in mano a sti qui se no poteva venir fuori qualcosa di più intelligente.

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  2. C'è Adam Sandler, quindi passo e chiudo.

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