lunedì 14 ottobre 2013

Cinema in assenza di Gravity

Gravity


★★★½

Diciamolo: sono un tipo prevenuto. Non nel senso che sono affetto da eiaculazione precoce, birbantelli maliziosi. Solitamente quando esce il trailer di un film lo guardo con un certo distacco, poi se il film è quello che ha aperto il Festival del Cinema di Venezia la mia faccia si fa rugosa e gli occhi si fanno alti nel cielo, speranzosi di non essere di fronte all'ennesima cagata tanto decantata invece come torta al cioccolato. Gravity di Alfonso Cuaron è stato elogiato dalla critica internazionale, applaudito all'unanimità dal pubblico che si è riversato numeroso nelle sale, considerato da molti una conquista della storia del cinema. Ma sara vero? Ve lo dice il vostro Denny preferito. 


La dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) e l'astronauta Matt Kowalsky (George Clooney) sono in missione sullo Space Shuttle e durante una passeggiata nello spazio per lavori di manutenzione del telescopio Hubble vengono avvisati da Houston che presto saranno investiti da un'onda di detriti di un satellite. Mentre avvengono le operazioni di rientro la pioggia di detriti colpisce la navetta lasciando Matt e Ryan soli nello spazio.



Gravity si apre con una sequenza splendida: una passeggiata nello spazio mentre la radio trasmette canzoni e le battute tra Matt e il suo collega si sprecano attorno alle orecchie della dottoressa Ryan che sta aggiustando il telescopio, il tutto seguito dalla regia in assenza di gravità di Alfonso, che si muove con i personaggi (cliché e privi di spessore), li segue e a volte si fonde con i loro occhi impauriti. Il film ha un impatto visivo notevole e per una volta, finalmente, il 3D non si è beccato le mie ingiurie ringhianti, perché è usato non per spettacolarizzare un momento d'azione, alla sparatutto, ma per rendere vivide e silenziose le immagini della Terra inondate dalla luce dell'alba o circondate dal perenne buio dello spazio. 



Una scena in particolare, meravigliosa, però entra delicata nella mia mente per non uscirne più: quando Ryan riesce a entrare nella cabina della navicella si spoglia della tuta e, con la luce che illumina l'oblò sullo sfondo, lei si rannicchia lentamente, ed è come se tornasse bambina, con i tubi che sembrano dei cordoni ombelicali. E poi la lacrima di una Sandra Bullock convincente e sorprendentemente gradevole che vaga in assenza di gravità. 



Gravity è senza ombra di dubbio uno dei film più interessanti dell'anno. Credevo di non riuscire a sopportare oltre i due attori principali, che non amo e stimo assolutamente, invece anche George, che gigioneggia e fa il piacione, non ha urtato in particolar modo i miei sensi. Non aspettatevi da Gravity grandi messaggi filosofici, non è il nuovo 2001 - Odissea nello Spazio, punta su qualcosa di risaputo, che non smette di farci riflettere: la paura dell'uomo di fronte all'inconoscibile, la sua vulnerabilità, e il vuoto al di là dei confini terrestri.



Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

 Titolo originale: Gravity
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno: 2013
Durata: 90 min
Generedrammatico, thriller, fantascienza
Regia: Alfonso Cuarón
Soggetto: Alfonso Cuarón, Jonás Cuarón
Produttore: Alfonso Cuarón, David Heyman
Produttore esecutivo: Stephen Jones, Nikki Penny, Gabriela Rodriguez, Christopher DeFaria
Casa di produzione: Warner Bros., Heyday Films, Reality Media
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Montaggio: Alfonso Cuarón, Mark Sanger
Effetti speciali: Jonathan Bickerdike, Luke Marcel, Matt Wood
Musiche: Steven Price
Scenografia: Andy Nocholson
Costumi: Jany Temime
Trucco: Ann Fenton
Sfondi: Rosie Goodwin

Interpreti e personaggi:
Sandra Bullock: Dottoressa Ryan Stone
George Clooney: Matt Kowalsky
Doppiatori originali
Ed Harris: Controllo da Houston
Eric Michels: Personale NASA
Paul Sharma: Shariff
Basher Savage: Capitano della stazione spaziale

Doppiatori italiani:
Anna Cesareni: Dottoressa Ryan Stone
Francesco Pannofino: Matt Kovalsky
Alessio Cigliano: Controllo da Houston
Roberto Gammino: Shariff

Denny B.

8 commenti:

  1. Ne parlo oggi pure io.
    Con molto meno entusiasmo, però. :)

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    1. Guarda: non mi sono strappato i capelli neanch'io, è un film furbetto, ma tecnicamente eccellente.
      Passerò a leggere la tua recensione ;)

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  2. Come ho scritto nelle pagine di altri amici e colleghi. 'Gna faccio più. Devo vederlooooooooooooooo. ^_^

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  3. Io, cuore d'oro, ho davvero empatizzato tantissimo con lei. Sono uscita dalla sala distrutta...

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  4. Purtroppo sembro essere l'unico ad averlo visto senza 3D... sigh.
    Piaciuto moltissimo proprio per questo suo essere furbetto. Alle volte mi lascio catturare più dal proverbiale 'come' che dal 'cosa'.

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  5. Anche a me è piaciuta molto l'immagine della Bullock che entra nella navicella per la prima volta e si rilassa dopo l'orribile esperienza. Promosso in pieno, veramente una gioia per gli occhi!

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  6. Ne sto leggendo benissimo, spero di poterlo recuperare entro un paio di giorni!

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