lunedì 10 marzo 2014

La 25ª ora


★★★★

New York. 2002. Montgomery "Monty" Brogan (Edward Norton) è uno spacciatore di droga ritiratosi a vivere di rendita assieme alla sua bellissima fidanzata Naturelle (Rosario Dawson) e al suo cane Doyle salvato dalla strada. Un giorno viene condannato a scontare sette anni di carcere dopo che la polizia grazie a una soffiata trova un chilo di eroina e parecchi contanti nel suo appartamento così, prima di recarsi in galera, decide di parlare col padre, e passare la sua ultima serata da uomo libero con i suoi unici amici, l'insegnante di letteratura inglese Jacob (Philip Seymour Hoffman), l'agente di borsa Frank (Barry Pepper), e la sua ragazza. 

Quando nel locale Monty chiede a Jacob di fargli un brindisi lui resta in silenzio per circa dieci secondi e non gli viene in mente nulla, neanche il più piccolo dei cliché. Poteva citare un verso o un passo di un romanzo, essendo professore di letteratura inglese, invece non dice nulla, non mente. Questo è uno dei pochi momenti di sincerità all'interno di La 25ª ora diretto da Spike Lee che si va a unire allo straordinario e liberatorio monologo di Monty di fronte allo specchio del bagno dove riserva un fanculo al sistema politico ed economico e a tutte le razze di popoli che costellano una New York dopo appena un anno dal tragico 11 settembre - da notare il vuoto Ground Zero dove sorgevano le due torri fuori la finestra dell'appartamento di Frank, quello spazio che lui e Jacob bevendo birra si accorgono di vedere tra considerazioni sul destino del loro amico Monty e la fermezza con cui Frank dice che non schioderà mai di qui neanche se Bin Laden dovesse far esplodere il palazzo accanto. 

Il viso di Monty, interpretato da un bravissimo Edward Norton, è così concentrato, così chiuso e impenetrabile che ho avuto timore che non si rendesse conto dei suoi ultimi minuti che passavano correndo come velocisti. Mi sono chiesto ingenuamente come mai non facesse l'amore con Naturelle (una Rosario Dawson mai così bella), come mai non si lasciasse andare con lei a un'emozione umana fragile pronta a essere raccolta dalle sue mani e poi mi sono dato la risposta: alcuni ricordi, bei ricordi, vanno tenuti intatti nella propria mente per riviverli in seguito nei momenti di sconforto.


Monty è uno zero che non ha saputo fermarsi quando aveva raccolto un gruzzolo sufficiente da affidare a Frank affinché lo facesse crescere così da vivere un'esistenza lunga tranquilla o è circondato da persone che valgono ben poche cifre dopo la virgola in più? In fondo i suoi due migliori amici si sono riuniti solo in quest'occasione, sono simpatici, ma hanno veramente poco da dirsi, non vanno oltre bizzarre teorie sul 62 percentile, commenti sul lato b della barista, rimproveri per l'incivile modo di comportarsi a tavola di Frank o sulla confessione di Jacob che riguarda un suo collega che è attratto da una studentessa minorenne, salvo poi intuire immediatamente che sta parlando di se stesso. Questi amici di cui sappiamo davvero poco sono troppo occupati, uno ad aspettare il numero della disoccupazione per festeggiare la riuscita di un rischioso investimento e l'altro a sprecare pensieri erotici su Mary (Anna Paquin), la sua alunna diciassettenne impegnandosi a non compromettere il suo lavoro, per essere presenti nella vita di Monty. Non basta una birra una volta ogni morte di Papa per essere considerati amici, non basta perché poi quello che si ha indietro sono parole e sorrisi di circostanza. Troppo poco persino per riempire un guscio di noce.  

Prima di concludere questa recensione volevo solo citare due scene legate da un'uguale tecnica registica: quando Mary si allontana dalla pista di ballo verso il posto riservato questo avviene con un primo piano del volto e a rallentatore, lei confessa a Jacob di di aver preso dell'ecstasy e tenta di sedurlo. Lui riesce a trattenersi, ma quando lei si alza per andare in bagno, in quel momento Jacob è tirato da un filo invisibile che lo porta a salire le scale e dirigersi al bagno dove bacia Mary per un breve intenso istante, poi esce e, come sotto l'effetto di un incantesimo stordente, fluttua sulle scale con gli occhi spalancati e vivi: meraviglioso. 

In una delle scene finali, dopo che Jacob ha preso ufficialmente in consegna il cane Doyle, Frank acconsente di picchiare Monty tra lacrime e rabbia per non averlo fermato e aiutato quando ce n'era il tempo - forse, un altro momento sincero. Frank e Jacob non lo rivedranno più. E' finita. Questo lo sa anche Monty, infatti nell'amara sequenza di scene finale narrate dalla voce del padre loro non ci sono: c'è Naturelle, i loro futuri figli, e siamo pensati a credere che non sia un sogno, ma che sia successo veramente, dopo aver preso una strada differente da quella che porta verso il carcere. "C'è mancato poco che non succedesse mai... C'è mancato poco che non succedesse mai" e resteremo feriti e gonfi come il viso di Monty.

10 commenti:

  1. Un film stupendo, con Inside man il migliore di Spike Lee.
    Comunque, io non ho visto tutto questo "vuoto": in realtà, con il tempo che passa, l'amicizia si consuma spesso in pochi istanti. L'importante è che siano importanti.

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    1. Un grande film, senz'altro. Beh, uno che non vedo da tre anni minimo di sicuro non lo considero amico, sarebbe una mancanza di rispetto per quello che c'è sempre stato.
      Io ho visto tanto vuoto, gli amici nel sogno di Monty non ci sono. Lo sanno pure loro che non lo vestano più, pure Frank che continua a ripetere "Quando uscirai, io ci sarò".

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  2. Uno dei film della vita, ed ho detto tutto.Il migliore in assoluto di Lee. Norton non è mai stato più così bravo

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    1. Non conosco bene la cinematografia di Lee, ma questo è un grande film. E sì, Norton non è mai più stato così bravo.

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  3. Te sui film strarecensiti dai il meglio, cazzo! FANCULO, ottimo!

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  4. Un film davvero molto bello, non c'è che dire... e la tua recensione gli da il giusto valore!
    Comunque, devo appuntarti un errore... non l'ha diretto qual maledetto di Spike Lee, ma un suo omonimo con le sue stesse fattezze...
    *ok, mi brucia che un film così bello l'abbia diretto quello stronzone di Spike Lee*

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    1. Ti ringrazio :)
      E sapevo della tua antipatia per Spike Lee, conta che "Oldboy", il suo remake, non ho ancora avuto il coraggio di vederlo: ho paura che abbia messo l'hamburger al posto del raviolo.

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    2. Assolutamente fantastico, il monologo allo specchio è storia del cinema, non si discute. Interessante l'analisi sugli a mici, bella recensione!

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    3. Ti ringrazio, sono contento che la consideri bella :)

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