venerdì 2 maggio 2014

Being There - Oltre il giardino

Oltre il giardino

Fonte foto: www.movieplayer.it
Alla morte del suo padrone, il giardiniere Chance (Peter Sellers), un uomo analfabeta di mezza età con la passione per la televisione, che non è mai uscito dalla casa in cui è cresciuto, si ritrova senza un posto in cui stare e in mezzo a una strada con una valigia piena di vecchi abiti di sartoria e spaesato ma con la curiosità di chi vede il mondo per la prima volta verrà investito dall'auto di Eve (Shirley MacLaine), moglie di Benjamin Rand (Melvyn Douglas), un uomo d'affari ricchissimo e con molta influenza, e dopo avergli chiesto il suo nome, la risposta di Chance risulta poco chiara per via di un colpo di tosse, lei comprende Chance Giardiniere invece di Chance il giardiniere (la professione viene scambiata per il cognome) e infine viene portato nella enorme dimora dei Rand al fine di curarlo e qui viene scambiato da Ben per un uomo d'affari caduto in disgrazia a causa degli avvocati e credendolo un uomo schietto e saggio per via delle sue metafore botaniche, lo renderà partecipe dei suoi piani finanziari fino a fargli conoscere il Presidente degli Stati Uniti d'America.



Questa recensione è per voi, lettori miei. Sì, dico proprio a voi. E' tutta vostra, ma un po' di più per coloro che continuano a considerare Forrest Gump un capolavoro e che non hanno mai sentito neanche nominare Oltre il giardino, un autentico film capolavoro, un magnifico scorcio di fraintendimenti, dove i rami spogli di un albero nudo e puro vengono scambiati da uomini ciechi per rigogliose mani tese a offrirgli i doni più preziosi.



Chanche cura il giardino del suo padrone probabilmente fin da quando è nato. La mattina appena alzato accende la sua televisione su un canale di musica classica e dopo aver svolto alcune mansioni si siede sul letto e fa quello che noi chiamiamo zapping. Purtroppo il suo padrone viene a mancare, la cameriera che portava sempre da mangiare a Chance se ne va, e lui rimane solo continuando a svolgere il suo lavoro come se niente fosse successo fino al giorno dopo quando un avvocato non gli comunica che la casa sarà chiusa e che lui dovrà andarsene. Chance non è mai andato oltre il giardino e l'unico mezzo di contatto col mondo esterno è stata la sua televisione, ma con una valigia e un ombrello e il suo candore che lo contraddistingue mette piede per la prima volta sul suolo del mondo ed è geniale la scelta del compositore di inserire all'interno della scena una versione remix della celeberrima musica iniziale di 2001: Odissea nello spazio
  

Ad alcuni individui di colore poco raccomandabili chiede dov'è possibile lavorare in un giardino e per tutta risposta riceve un ammonimento con tanto di coltello e un messaggio da mandare a un certo Raffaele che se ha voglia di parlare con loro non deve inviare un suo vecchio galoppino. E una volta davanti a una vetrina vede una televisione e tirato fuori dalla tasca del cappotto il suo telecomando prova a fare cambiare canale, si distrae e un'auto lo investe facendogli male a una gamba. Chance si ritrova in una villa enorme composta di camere su camere e con addirittura un ascensore che si premura di chiedere se vi è anche lì la televisione. 



Quando dico che Oltre il giardino è un film spontaneo e naturale io ho in mente questa scena esilarante che scommetto sia stata improvvisata: il medico, dopo aver visitato Chance, se ne va dalla stanza dicendo "E non si appoggi a quella gamba"; al ché Chance alza la gamba infortunata con una tale spontaneità e ingenuità che pervade tutta la pellicola che è una importante critica verso l'incomunicabilità tra gli individui e il ruolo fondamentale che può assumere quella scatola oggi quasi sorpassata da tablet, smartphone e computer. E ricordo che il film è del 1979. Sembra sia stato fatto ieri tutt'al più che in una scena un giornalista dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Chance "Io non leggo i giornali, a me piace la televisione" dice davanti alla telecamera "Finalmente qualcuno lo ammette" o ancora di più quando un editore a una festa afferma ridendo "Ormai sono tutti scrittori, siamo sommersi dai manoscritti". 



Chance Giardiniere è interpretato da uno straordinario Peter Sellers che morirà prematuramente un anno dopo. E' indimenticabile il candore che contraddistingue ogni suo gesto, ogni sua parola che suona così sincera in una società dove la falsità dei sorrisi imposti e le belle parole vuote fanno parte ormai degli usi e costumi. Chance parla per mezzo di metafore botaniche e i suoi ascoltatori, anche il Presidente, le prendono per parole profonde riconducibili a temi quali l'economia, lo stato di salute del Paese, le sovvenzioni statali e fondi fiduciari, e questa sua placidità, questo suo essere scevro da alcuna falsità lo porteranno suo malgrado a divenire un uomo importante nella scena politica ed economica americana. Viene invitato agli show televisivi, viene intervistato dai giornalisti, e il Presidente stesso ordina ai suoi collaboratori di indagare su questo Chance Giardiniere salvo non trovare nulla di nulla perché Chance non ha una carta d'identità, non sa leggere né scrivere, non aveva mai visto un medico in vita sua, come se fosse apparso sulla terra per caso. 



Oltre il giardino non fa intravedere costruzioni pensate a tavolino come succede invece in Forrest Gump dove il protagonista è una caricatura insopportabile che fa quel che fa perché decide di farlo. Invece Chance non fa nulla di ciò; cammina senza fretta e replica i gesti che vede in televisione quando si presenta l'occasione; e le persone lo stimano, lo innalzano, se ne innamorano: Chance è l'essere che fortemente abbaglia l'apparire. E Oltre il giardino è una magnifica metafora della vita che non è nient'altro che "uno stato mentale": un essere qui nonostante tutto. Nonostante questa recensione non riesca a rendere giustizia a un film che pur scuotendo le sue fronde pare che nessuno che passeggi per il viale cinematografico si sia accorto della sua presenza; del suo, appunto, esserci. 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Being There
Paese di produzione: USA, Giappone, Gran Bretagna
Anno: 1979
Durata: 130 min
Generedrammatico, commedia
Regia: Hal Ashby
Soggetto: Jerzy Kosinski
Sceneggiatura: Jerzy Kosinski
Fotografia: Caleb Deschanel
Montaggio: Don Zimmerman
Musiche: Johnny Mandel, Buffy Sainte-Marie, Eumir Deodato

Interpreti e personaggi:
Peter Sellers: Chance Giardiniere
Shirley MacLaine: Eve Rand
Melvyn Douglas: Benjamin Rand
Jack Warden: il Presidente
Richard A. Dysart: Dr. Robert Allenby
Fran Brill: Sally Hayes
Richard Basehart: Vladimir Skrapinov

Doppiatori italiani:
Giuseppe Rinaldi: Chance Giardiniere
Maria Pia Di Meo: Eve Rand
Carlo Alighiero: Benjamin Rand
Antonio Guidi: il Presidente
Luciano De Ambrosis: Dr. Robert Allenby
Serena Verdirosi: Sally Hayes

Denny B.



4 commenti:

  1. Film bellissimo, con un Peter Sellers da Oscar (che però non vinse, nonostante la nomination).

    RispondiElimina
  2. Ammetto che non l'ho mai visto e non l'ho mai sentito nominare :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora vedi di rimediare presto, perché non può continuare a essere ignorato.

      Elimina