venerdì 25 luglio 2014

CINERICHIESTA: Educazione siberiana

Educazione siberiana


★★

In un villaggio in Transnistria (Moldavia Orientale) il giovane Kolima (Arnas Federavicius) assieme al suo migliore amico Gagarin (Vilius Tumalavicius) cresce sotto l'attenta supervisione del nonno, capo della comunità siberiana, che li educa secondo rigide regole. Apprendono inoltre l'importanza dei tatuaggi, il rispetto nei confronti dei deboli e il disprezzo per la polizia, i banchieri, spacciatori e usurai. Tutto procede in maniera tranquilla fino a quando, durante un furto organizzato, Gagarin viene catturato e condannato a sette anni di reclusione. Quando esce di galera è cambiato, più ambizioso e violento; intenzionato a fare fortuna.


Non credevo che mi sarei divertito tanto, e in un'occasione anche schifato, mannaggia, a essere volutamente costretto a guardare e recensire qualsiasi film mi venisse proposto. Potevate davvero sbizzarrirvi con titoli ignobili, polpettoni soporiferi o concentrati di paura (sapendo quanto io sia fifone) invece la bontà ha contraddistinto due (su tre) di voi, per mia fortuna, lo ammetto.  La terza e ultima (forse, chi lo sa?) Cinerichiesta del 2014 - iniziativa che voglio riproporre annualmente - riguarda Educazione siberiana, film propostomi da Manuela Bonci del blog Il cinemanu



Il regista Gabriele Salvatores (premio Oscar per Mediterraneo) nel suo ultimo film tratto dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin mischia Quei bravi ragazzi e C'era una volta in America e lo fa in maniera maldestra con immagini prive di una forte coesione narrativa e buttate lì sullo schermo come il sacco della spazzatura in un bidone. Gli elementi per farne un gangster-movie russo c'erano; triti e ritriti, d'accordo, ma c'erano. In più Salvatores aveva a disposizione John Malkovich e avrei gradito vederlo accendersi d'ispirazione invece di limitarsi a far volare due colombe e a fare il verso del lupo di fronte al nipote dopo una delle tante fiacche lezioncine di vita del tipo "La fame viene e scompare, ma la dignità una volta persa non torna mai più". Frase, tra l'altro, che si sposa benissimo con diversi cineasti moderni.



Educazione siberiana è un mediocre film di formazione. Kolima cresce sotto gli occhi del nonno e impara ad odiare una determinata categoria di persone, che i soldi sono sporchi ed è proibito tenerne dentro casa, che bisogna proteggere i cosiddetti "voluti da Dio" (i malati di mente) e cresce all'interno della comunità siberiana come... come cosa? Beh, come un ragazzo che esce cogli amici, ruba degli oggetti da un negozio, redarguisce il suo amico Gagarin quando picchia "Lo zoppo" che non voleva pagare un servizio (e lo deruba del giusto dimostrando onestà) e poi accoltella allegramente alcuni membri di un'altra gang ritrovandosi ferito e a letto a casa del medico dove conosce Xenya, la rincoglionita; come membro dell'umanità opportunista vorrei andare in Paradiso e non essere giudicato come un disumano insensibile quindi mi correggo: Xenya è una "voluta da Dio". Se sia bipolare o autistica non si sa e neanche ce ne importa molto d'altronde qualsiasi personaggio poteva improvvisamente decidere di buttarsi nel fiume in piena e non avrei battuto ciglio. 



Se una sorta di empatia nei confronti dei personaggi (interpretati da attori che non vorrei più rivedere di cui si salvano solo John Malkovich e Eleanor Tomlinson) ci è preclusa dal modo stantio in cui sono stati scritti (colpa da attribuire allo sceneggiatore? o direttamente al romanziere?) la narrazione non viene in nostro soccorso perché a luci spente e totalmente confusa. Nel finale invece di venire travolti da un'emozione o da un qualsiasi stato d'animo si rimane con un punto di domanda sul capo e il dubbio che abbiano sbagliato a montare le scene. Ci voleva tanto a utilizzare dei flashback precisi? O una narrazione chiara indietro nel tempo? Possibile che io abbia scoperto solo alla fine che il soldato è Kolima? No, non sono ritardato; è Salvatores che ha toppato. Un'ultima nota: se proteggere i "voluti da Dio" è, come dice il nonno, un'importante missione per ricevere l'amore di Dio allora perché alle parole di Kolima "Se mi cerca Xenya io non ci sono, e anche ci fossi non ci sono lo stesso" invece di redarguirlo con una delle sue solite lezioni di vita decide di alzare le spalle con fare menefreghista? 

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Educazione siberiana
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Italia
Anno: 2013
Durata: 110 min
Generedrammatico, crimine
Regia: Gabriele Salvatores
Soggetto: Nicolai Lilin
Sceneggiatura: Gabriele Salvatores, Stefano Rulli, Sandro Petraglia
Produttore: Marco Chimenz, Gina Gardini, Piergiuseppe Serra, Giovanni Stabilini, Riccardo Tozzi
Produttore esecutivo: Matteo De Laurentiis
Casa di produzione: Cattleya, Universal Pictures, Relavity Media
Distribuzione (Italia): 01 Distribution
Fotografia: Italo Petriccione
Montaggio: Massimo Fiocchi
Scenografia: Rita Rabassini
Costumi: Patrizia Chericoni

Interpreti e personaggi:
John Malkovich: nonno Kuzja
Arnas Fedaravicius: Kolima
Vilius Tumalavicius: Gagarin
Peter Stormare: Ink
Eleanor Tomlinson: Xenja
Jonas Trukanas: Mel
Vitalji Porsnev: Vitalic
Andrius Paulavicius: Capitano di Kolima

Doppiatori italiani:
Andrea Tidona: nonno Kuzja
Emiliano Coltorti: Kolima
Andrea Mete: Gagarin
Cristiana Capotondi: Xenja
Gaetano Varcasia: Ink
Paolo Vivio: Mel
Alessio Puccio: Vitalic

Gerolamo Alchieri: Capitano di Kolima

Denny B.

6 commenti:

  1. Il libro di Lilin mi era piaciuto parecchio, quando uscì. Il film è stata una delusione pazzesca, sembrava l'educazione siberiana nella versione per educande... Mi ha dato l'impressione che Salvatores abbia avuto paura di osare. Salvo giusto l'interpretazione di John Malkovich.

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    1. Salvatores ha fatto un pastrocchio di cui si salva appunto solo Malkovich (anche se mi è parso leggermente annoiato).

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  2. Cinerichiesta: Nuovo Cinema Paradiso

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    1. Lo riguardo molto volentieri. Sarai accontentata ;)

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  3. Il libro lo avevo adorato, ma ero andato al cinema con la mente sgombra. Ne sono uscito col parere che, se separato dal libro di partenza, sia un piccolo buon film. Non un capolavoro ma manco la merda.

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    1. Attenzione: il libro non l'ho letto quindi pure io avevo la mente sgombra. Risultato? Non mi ha soddisfatto per niente. Mediocre. Con tutte le carte per essere più che buono. Peccato.

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