lunedì 21 settembre 2015

Inside Out (2015)

Great Movie

★★★★

Riley è nata, come tutti gli esseri umani, con le cinque emozioni primarie, teorizzate dallo psicologo Ekman (Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Paura - ci sarebbe anche Sorpresa, ma non vi è descritta) che hanno tutte un compito ben preciso: Gioia di rendere la sua giornata splendida e degna di essere ricordata; Rabbia fa sì che non riceva ingiustizie; Disgusto evita che ingerisca cibi orrendi (come i broccoli) e s'impegna affinché si vesta sempre alla moda; Paura vigila e controlla ogni pericolo al fine di mantenerla al sicuro; Tristezza, beh, Tristezza la fa piangere. All'età di dodici anni - cosa mai potrebbe accadere a quell'età? - avviene un brusco cambiamento nella vita di Riley: il trasferimento. I suoi genitori vendono la casa in cui hanno sempre vissuto e dal Minnesota si trasferiscono a San Francisco. Le emozioni, nella loro Cabina di Pilotaggio situata all'interno della mente della ragazzina, ce la metteranno tutta per rendere questo cambiamento tutto fuorché un trauma. Purtroppo però Tristezza un giorno sfiora un Ricordo Base e Gioia, nella fretta di rimetterlo al suo posto senza ulteriori danni, si ritrova, assieme a Tristezza, risucchiata da un tubo che porta direttamente nel labirinto della Memoria a Lungo Termine. Ce la faranno a tornare in tempo al Quartier Generale prima che le altre emozioni combinino un disastro emotivo? 

Inside Out è un concentrato di pura genialità. Questo film, assieme alle pellicole di Hayao Miyazaki, è la dimostrazione di ciò che s'intende quando si parla di animazione: esporre discorsi importanti e riflessioni profonde guardando il tutto attraverso le lenti colorate della fantasia. Da ogni scena, trovata o chicca sparsa qua e là ("Lascia stare, Jack. Questa è Nuvolopoli") traspare la gioia che il regista/sceneggiatore premio Oscar Pete Docter ha per la nobile arte di narrare attraverso il cinema. Fare meglio di così dopo il meraviglioso Up (chi lo dice che quando si è vecchi ci siano precluse le avventure?) e Wall(la potenza del cinema sta anche nel rendere umano un robot) credo sia dura anche per lui e per la Pixar dal punto di vista dell'inventiva e del soggetto trattato per la prima volta nonostante le emozioni qui descritte siano sempre state con noi fin dalla nascita. Ci voleva Docter perché le emozioni diventassero finalmente le protagoniste di un lungometraggio. 

Ogni emozione è caratterizzata sia nell'aspetto che nel colore che nel comportamento. Tristezza è di colore blu, ha gli occhiali e indossa un maglioncino a girocollo bianco. Viene tenuta in disparte da Gioia che non comprende bene la sua funzione all'interno del Quartier Generale se non quella di far piangere Riley e di appannare la sua felicità. E' pigra, sconsolata, e adora quel film in cui il cagnolino muore per non parlare del giorno in cui sotto la pioggia Riley si riempì gli stivali di acqua. Poi c'è Rabbia, facilmente irritabile, di colore rosso fuoco, che essendo abbigliato con camicia bianca, cravatta, e pantaloni marroni, è l'esemplificazione dell'impiegato stressato dal proprio odioso lavoro. Disgusto, di un verde acceso e dalle lunga ciglia è la Carla Gozzi delle emozioni: chioma, outfit, trucco perfetti. E' lei che ha il compito di tenere Riley lontana dagli orrendi broccoli e di farle fare bella figura a scuola andando a fare una cernita tra le compagne. Paura, invece, con maglia a quadretti e papillion rosso, sembra un contabile, una sorta di Silvano Rogi che vede pericoli ovunque (Paura: "Per il primo giorno di scuola ho preso in considerazione pericoli quali meteoriti, incendi, terremoti tranne essere chiamati dalla professoressa il primo giorno di scuola tanto figuratevi..."; Professoressa: "Abbiamo una nuova compagna qui con noi, Riley, alzati in piedi, parlaci un po' di te"; Paura: "Oh, ma dai, mi prendete in giro?"). Infine c'è Gioia, un vulcano di energia, il leader dell'emozioni, colei che ce la mette tutta per rendere la vita di Riley felice e priva di preoccupazioni. Il suo colore è il giallo eppure i suoi capelli sono blu come la Tristezza perché ad essa è inevitabilmente legata e solo alla fine questa consapevolezza brillerà come le stelle che punteggiano il cielo che Riley immagina di vedere la notte sdraiata sul letto. 

Inside Out è un viaggio all'interno della mente di una ragazzina di dodici anni, ma più in generale è una straordinaria avventura nella nostra mente descritta proprio come un mondo colorato, complesso, al cui interno vi sono altri mondi con i suoi "lavoratori" che svolgono mansioni ben delineate. Oltre alle emozioni primarie che vivono all'interno del Quartier Generale (ricorda molto l'ultimo esilarante episodio di Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso di Woody Allen), vi sono le Isole (ovvero ciò che rende Riley veramente Riley) come quella della Famiglia, dell'Amicizia, dell'Hockey, della Scimmia e dell'Onestà alimentate dai gesti e dalle emozioni provate durante ogni giorno della sua vita sotto forma di sfere colorate a cui ogni colore corrisponde appunto un'emozione. E poi vi sono città sparse in tutta la mente: vi è Sogniwood (dove vengono girati in diretta i sogni in base al materiale ricevuto durante la giornata), Immagilandia (dove vi sono contenute le fantasie di Riley tra cui Nuvolopoli, la foresta di patatine fritte e il suo ragazzo ideale che darebbe la vita per lei) fino ad arrivare al Tunnel dei Pensieri Astratti e al vasto labirinto della Memoria a Lungo Termine dove piccoli operai scelgono quali ricordi rimuovere e gettare nella buia Discarica dei Ricordi Dimenticati, fino ad arrivare alla Porta del Subconscio, controllata da due guardie che disquisiscono sulla proprietà del loro cappello su cui c'è scritto "Mio", dove all'interno vi si tengono le paure più oscure di Riley

L'evoluzione di Tristezza all'interno del film è tanto geniale quanto sorprendente e inattesa. Come dice la mia fidanzata "Solo conoscendo veramente la tristezza, si può capire cosa sia la felicità. Siamo sempre abituati ad accantonare la tristezza e a non vederne mai gli aspetti positivi, quasi evitandola volontariamente, quando invece è proprio essa stessa a farci percepire lo scarto differenziale con la gioia. Se fossimo sempre felici non riusciremmo mai a percepire la vera felicità". E la presenza di Bing Bong, l'amico immaginario di Riley dimenticato nel corso degli anni per via del fatto che si cresce, si matura, ed è normale che alcune isole si sfaldino fino a scomparire nell'oblio, è fondamentale e lo fa assurgere al ruolo di eroe in una delle sequenze più intelligenti e commoventi mai viste in un film d'animazione. 

Guardando Inside Out si prova la Gioia dei bambini di fronte alla prima abbondante nevicata, Rabbia per non aver avuto prima un'idea simile, Paura di vedere la Pixar arenarsi dopo un capolavoro di tale portata e Tristezza per non averlo guardato abbracciati alla persona più importante della propria vita, ma sicuramente l'unica emozione che non si prova guardandolo è Disgusto. Inside Out è come Walt Whitman: contiene moltitudini. Una moltitudine di emozioni. La cosa più pura che il cinema può donarci. 

9 commenti:

  1. Capolavoro. La tua ragazza ha perfettamente ragione solo che la gente preferisce dimenticare quanto sia necessaria Tristezza...

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    1. Se Inside Out fosse stato un film totalmente Disney ci sarebbero state solo canzoncine gioiose e il discorso sulla tristezza e sulla crescita personale ciao ciao.

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  2. Io non l'ho trovato perfetto. Bellissimo film, ma mi aspettavo qualcosa di diverso. :)

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    1. Vi hai trovato dei difetti? Quali?

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    2. Probabilmente è lo scorrere della storia che secondo me non serve bene il messaggio che il film dichiara di voler lasciare! Ne ho già scritto, ma forse ne scriverò per spiegare perchè la storia non è così forte a mio avviso. Poi anch'io l'ho trovato un gran bel film, piacevolissimo, ma non un capolavoro al pari di Monsters &co o Up o Bug's Life... :)

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  3. Uno dei più bei film dell'anno e della Pixar.
    Stupendo davvero, e moltitudini davvero.

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  4. Appena riesco a prendere in mano la mia vita e a sistemare un po di casini, corro al cinema a vederlo! Mi avete messo una scimmia pazzesca!

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  5. Non ho assolutamente la lacrima facile ..anzi ..ma nella scena di Bing Bong ho pianto senza ritegno...

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