venerdì 12 settembre 2014

Colpa delle stelle

Colpa delle stelle

★★

Hazel Grace Lancaster (Shailene Woodley) è una sopravvissuta a un cancro dapprima alla tiroide e poi ai polmoni grazie a un farmaco sperimentale, respira mediante una bombola di ossigeno, non può fare grandi sforzi, ed è costretta dalla madre (Laura Dern) a frequentare un gruppo di sopporto per sopravvissuti al cancro dove incontra Augustus "Gus" Waters (Ansel Elgort), un ex giocatore di basket dotato di una protesi alla gamba destra, e il suo amico Isaac (Nat Wolff) che presto dovrà affrontare un'operazione agli occhi che lo renderà cieco. Hazel Grace e Gus iniziano a frequentarsi, la loro è una tenera amicizia, e lei gli confida che le piacerebbe molto incontrare lo scrittore Peter Van Houten, autore del suo libro preferito Un'afflizione imperiale. Gus s'impegnerà per esaudire il desiderio di Hazel Grace.


Hazel Grace: "Perché mi guardi in quel modo?"
Gus: "Perché sei bella."
Ok, per me il film può concludersi qui. Tolgo il disturbo che c'ho la pentola sul fuoco rischio ancora di bruciare il sugo e poi che cosa mangio io, le stelle? magari in brodo? No, dai non è colpa di questi due ragazzi dalla faccia pulita che camminano per strada senza i libri di scuola e non mangiando nessuna mela, la colpa è dapprima dello scrittore John Green, che in questo momento starà gustandosi i profitti della vendita dei diritti immaginando già un sequel dal successo garantito, poi degli sceneggiatori che si sono limitati a ricalcare i dialoghi del libro senza prendersi troppe libertà per evitare l'ira dei lettori, e infine del povero regista Josh Boone privo addirittura di una propria pagina su Wikipedia che hanno reso possibile questo mediocre strazio di celluloide che sta riscontrando un grandioso successo al botteghino (d'altronde siamo un popolo di coprofagi ben collaudato). 


La protagonista di Colpa delle stelle Hazel Grace sta bene, a parte il cancro terminale. La madre la crede depressa perché passa le giornate con la testa immersa nello stesso libro (Un'afflizione imperiale dello scrittore eremita Peter Van Houten risiedente ad Amsterdam) senza proferire verbo alcuno fino a quando non la costringe a frequentare un gruppo di supporto dove si scontra letteralmente con qualcuno, Gus, che da quel momento in poi non le staccherà gli occhi di dosso un attimo fino al dialogo sopra citato. Gus sta bene, a parte la gamba bionica. Guida come uno spericolato, tiene spesso tra i denti una sigaretta che non accende mai (è una metafora: tiene in bocca una cosa mortale che però non può ucciderlo), è logorroico e il suo umorismo e parecchio irritante. I genitori di Hazel Grace sono molto presenti nella vita della figlia. Quelli di Gus sono totalmente assenti: come se il bene che provano verso il figlio sia sottinteso. Shailene Woodley e Ansel Elgort sono dei cartonati mossi dal vento causato dai rari spostamenti della cinepresa e condividono con i loro personaggi un futuro assai breve nel mondo (cinematografico, s'intende).


La trama è prevedibile: i due si frequentano e presto cominciano a provare l'uno verso l'altra dei teneri sentimenti, lei gli confida di voler andare ad Amsterdam a conoscere di persona il suo scrittore preferito, il quale le ha risposto a una mail invitandola a casa sua dovesse passare da quelle parti, e lui decide di utilizzare il suo desiderio inespresso presso la Fondazione dei Geni (che si occupa di esprimere desideri di malati terminali) per lei o per loro se vogliamo fare i sentimentali fino in fondo, ma dopo un improvviso ricovero d'urgenza all'ospedale i medici sconsigliano ad Hazel Grace di recarsi ad Amsterdam e lei si allontana da Gus mettendo in chiaro il fatto di essere come "una granata pronta ad esplodere" e che non vuole farlo soffrire in alcun modo. Il viaggio le è stato proibito, ma tanto sappiamo che ci andrà lo stesso, infatti la madre lo ha organizzato a sua insaputa, e partono, mamma, figlia e amico/fidanzato per Amsterdam - ricordo male io oppure la famiglia non poteva permettersi un viaggio in Europa?   


Lo scrittore è interpretato niente meno che da Willem Dafoe (uno dei più grandi attori in circolazione) ed è un cinico, alcolizzato e disilluso uomo la cui vita l'ha reso crudele che non accoglie con benvenuti e sorrisi di circostanza la coppia che gli pone domande sul finale brusco del suo libro (una frase interrotta a metà), ma addirittura li definisce al termine di un duro soliloquio "un fallimento di un esperimento di mutazione". Il vaffanculo non tarda ad arrivare. In seguito la coppia visita la casa di Anna Frank e nel solaio avviene la scena in cui Hazel e Guss si baciano sotto gli occhi degli altri visitatori che al termine del bacio si mettono ad applaudire. Davvero vomitevole: la prova lampante, se già non si fosse capito prima, che Colpa delle stelle è uno spray alla melassa che si spruzza sugli occhi dello spettatore perché non faccia altro che piangere dolci lacrime di commozione. A me invece piange copiosamente il cuore vedere attori del calibro di Dafoe e Laura Dern dover accettare tali ruoli meteora pur di pagarsi le bollette. Per chi avesse più di due ore da sprecare e volesse nonostante i miei caldi sconsigli visionare la pellicola evito di scrivere il finale.


La regia e la messa in scena di Colpa delle stelle è piatta e pulita come un tavolo dell'Ikea. Se gli si posasse sopra anche solo un granello di polvere lo si vedrebbe chiaramente. Non c'è alcun guizzo, solo una continua monotonia tremendamente lunga e tediosa. Perché si dovrebbe vedere un film del genere? Per ricordarci di quanto siamo fortunati a non avere il cancro? Che la vita va vissuta nonostante sia ingiusta e paragonabile alla maleodorante massa fecale comunemente detta merda? Ne eravamo già stati informati, grazie per l'ennesima ripetizione.



Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The Fault in Our Stars
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 2014
Durata: 125 min
Generedrammatico, romantico
Regia: Josh Boone
Soggetto: John Green (romanzo)
Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Produttore: Marty Bowen, Wyck Godfrey
Produttore esecutivo: Michele Imperato, Isaac Klausner
Casa di produzione: Temple Hill Entertainment
Distribuzione (Italia) : 20th Century Fox
Fotografia: Ben Richardson
Montaggio: Robb Sullivan
Scenografia: Molly Hughes

Interpreti e personaggi: 
Shailene Woodley: Hazel Grace Lancaster
Ansel Elgort: Augustus "Gus" Waters
Nat Wolff: Isaac
Laura Dern: Frannie Lancaster
Sam Trammell: Michael Lancaster
Mike Birbiglia: Patrick
Willem Dafoe: Peter Van Houten
Lotte Verbeek: Lidewij Vliegenthart

Doppiatori italiani:
Rossa Caputo: Hazel Grace Lancaster
Manuel Meli: Augustus "Gus" Waters
Alessandro Ward: Isaac
Monica Ward: Frannie Lancaster
Francesco Bulckaen: Michael Lancaster
Mario Cordova: Peter Van Houten

Denny B.




7 commenti:

  1. Be' io andrò a vederlo con pochissime aspettative. Il libro l'ho letto, nulla di particolarmente importante, ma ho apprezzato il fatto che sembra essere scritto proprio da una ragazzina di sedici anni. Vediamo un po', qualcosa però mi dice che condividerò queste recensioni poco felici. ^_^

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    1. Quando andrò in libreria sotterrerò il libro di Green sotto una pila di libri assai più meritevoli del suo (sembra scritto da una ragazzina di 16 anni? Ussignur!!).
      Leggerò la tua recensione, allora ;)

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  2. Decisamente non ti è piaciuto, certo non è un capolavoro, a me non è dispiaciuto affatto ^_^

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  3. Concordo in pieno. Una vera merdina. ;)

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    1. E non si può manco dire che sia una merdina d'autore, perché chi cacchio lo conosce questo regista? ;)

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  4. Filmetto assai dimenticabile. L'unico personaggio interessante è quello di Dafoe, peccato che alla fine smerdi tutto.
    Comunque la Woodley è brava come attrice, è che ora che è all'apice fa filmetti di merda. E di John Green un collega libraio me ne ha parlato bene, quindi non so quanto sia [se lo è] sua la colpa.

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