lunedì 19 agosto 2013

Margin Call - thriller ad alta finanza

Margin Call

★★★½

"Ci sono tre modi per andare avanti in questo campo: 
essere i primi, essere i più furbi o imbrogliare." 
(John Tuld)

Io di finanza ed economia ci capisco un tubo arrugginito. Le uniche cose che so, oltre alla legge domanda-offerta, che mi ha insegnato il mio professore di scienze sociali, è che il debito pubblico non esiste e che questa crisi economica mondiale è pilotata e voluta dai poteri forti che stanno guadagnando tanto di quel denaro che potrebbero comprarci sedici galassie se fossero in vendita. Di film che trattano dei temi sopra citati ho visto solo i due Wall Street di Oliver Stone (il primo un cult, il secondo 'no schifo) e questo, diretto e scritto da J. C. Chandor, con un cast eccezionale: Margin Call.



Il film si svolge presso una banca d'investimento americana nell'arco di 24 ore. 
Eric Dale (Stanley Tucci) è uno dei capi settore di una importante banca di credito finanziario che viene licenziato in tronco. In pochissimo tempo prende i suoi effetti personali, ma prima di uscire definitivamente dagli uffici consegna una chiavetta usb  al giovane analista Peter Sullivan (Zachary Quinto) dicendogli di fare attenzione. Dopo che i suoi colleghi, tra cui Seth Bregman (Penn Badgley) e Will Emerson (Paul Bettany), sono usciti a bere qualcosa, Peter analizza i dati inseriti nella chiavetta e scopre che la banca, appoggiandosi su azioni virtuali, ha le ore contate prima che affondi. Così chiama i suoi colleghi, che avvertono il loro capo Sam Rogers (Kevin Spacey), che a sua volta chiede un secondo parere al suo superiore Jared Cohen (Simon Baker), che conferma le analisi scoperte da Peter, che mettono in allarme il comitato direttivo presieduto da John Tuld (Jeremy Irons). Prima dell'apertura dei mercati devono inventarsi una soluzione o il crollo dell'istituto sarà qualcosa di mai visto nella storia del capitalismo.



Margin Call lascia un senso di oppressione. Salvo pochissime scene esterne tutto il film è girato dentro gli uffici di un grattacielo, la luce tenue che scende dal soffitto, le cifre che scorrono dai computer perennemente accesi, i telefoni che squillano, le mandibole di Will perennemente impegnate a masticare gomme, la curiosità di Seth su quanto hanno guadagnato i suoi capi, la tristezza e preoccupazione di Sam sul disastro imminente e sul suo cane che sta morendo per un tumore, l'azzurro del cielo fuori dalle finestre che continua a coprire qualunque cosa, soprattutto le magagne di questi avvoltoi che fanno in fretta a sbattere le ali e a volar via quando il ramo su cui stanno comodi si spezza sotto il loro peso monetario.


Margin Call si fregia di una sceneggiatura asciutta e tagliente, di una regia niente male per essere il primo lavoro di un regista esordiente, ma soprattutto di un cast di attori veri - tranne qualche neo come Demi Moore, più una milf di professione che attrice, e Penn Badgley, che ovunque tu lo metta finisce per interpretare una copia di Dan Humphrey (Gossip Girl) - come Paul Bettany che abbiamo visto quest'anno in Blood e che mi piace sempre di più, perché sa muoversi nello spazio come un vero attore; il sottovalutatissimo Stanley Tucci che purtroppo appare per pochi minuti, dove nella scena sulle scale di casa da prova di una memoria allucinante (in fatto di numeri io ricordo a malapena il mio numero di cellulare); il grande Kevin Spacey  che non ha bisogno di presentazioni ed elogi, è uno dei più grandi attori, cosa vuoi dirgli di più se non di recitare più spesso?; e Jeremy Irons, che ho adorato in Mission e nel remake di Lolita, che interpretando il capitalista John Tuld che alla fine dice una verità assoluta: "I soldi sono un'invenzione, evitano di farci uccidere tra di noi per qualcosa da mangiare". 



Non posso assicurarvi che Margin Call non vi annoierà o non stimolerà la vostra curiosità sulle dinamiche della finanza ad alto livello, ma sicuramente lo apprezzerete per la recitazione, e per il fatto di denunciare il potere di Wall Street senza paraculismo e atteggiamenti politically correct.


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Margin Call
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 2011
Durata: 107 min
Generethriller, drammatico
Regia: J. C. Chandor
Sceneggiatura: J. C. Chandor
Produttore: Joe Jenckes, Robert Ogden Barnum, Corey Moosa, Michael Benaroya, Neal Dodson, Zachary Quinto, Anna Gerb (co-produttore), Sean Akers (produttore associato), Dan Hendler (produttore associato), Lawrence Kopeikin (produttore associato)
Produttore esecutivo: Anthony Gudas, Michael Corso, Rose Ganguzza, Joshua Blum, Kirk D'Amico, Randy Manis, Cassian Elwes, Laura Rister
Casa di produzione: Benaroya Pictures, Myriad Pictures, Before The Door Pictures, Washington Square Films, Untitled Entertainment
Fotografia: Frank G. DeMarco
Montaggio: Pete Beaudreau
Musiche: Nathan Larson
Scenografia: John Paino
Costumi: Caroline Duncan
Trucco: Mindy Hall

Interpreti e personaggi:
Kevin Spacey: Sam Rogers
Paul Bettany: Will Emerson
Jeremy Irons: John Tuld
Zachary Quinto: Peter Sullivan
Penn Badgley: Seth Bregman
Simon Baker: Jared Cohen
Mary McDonnell: Mary Rogers
Demi Moore: Sarah Robertson
Stanley Tucci: Eric Dale
Aasif Mandvi: Ramesh Shah
Ashley Williams: Heather Burke
Susan Blackwell: Lauren Bratberg

Doppiatori italiani:
Roberto Pedicini: Sam Rogers
Roberto Chevalier: Will Emerson
Mario Cordova: John Tuld
Emiliano Coltorti: Peter Sullivan
Marco Vivio: Seth Bregman
Sandro Acerbo: Jared Cohen
Roberta Paladini: Sarah Robertson
Luca Biagini: Eric Dale


Denny B.

2 commenti:

  1. Uno dei migliori titoli del genere dai tempi di Wall Street.
    Nonché l'Americani del Nuovo Millennio.

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  2. Concordo su Wall Street, ma Americani no, questo Margin Call non lo sfiora nemmeno. Lo sceneggiatore ha molto meno talento di quello di Americani.

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