Grand Budapest Hotel
★★★★
1968. Nell'immaginaria repubblica di Zubrowka si trova il Grand Budapest Hotel, un tempo prestigioso e rinomato albergo e ora decaduto. Qui uno scrittore (Jude Law) conosce il padrone dell'hotel, un anziano di nome Zero Moustafa (F. Murray Abraham) il quale lo invita a cena con la promessa di raccontagli la sua vita all'albergo prima di diventarne il proprietario. Il racconto inizia nel 1932 quando il Grand Budapest Hotel è in pieno splendore frequentato da facoltosi clienti distinti ed eleganti e dove Monsieur Gustave H. (Ralph Fiennes) è il concierge dell'albergo. Un uomo orgoglioso, vanitoso, amante della poesia, irreprensibile e meravigliosamente umano. Ha diverse relazioni con donne più grandi di lui una delle quali è la ricca Madame D. che dopo pochi giorni essere partita dall'hotel viene trovata morta in una stanza della sua magione. Monsieur Gustave partecipa all'apertura del testamento accompagnato da un giovanissimo Zero Moustafa (Tony Revolori) e si ritrova beneficiario del dipinto Ragazzo con mela di inestimabile valore. Una spiacevole sorpresa per i familiari della vedova, soprattutto per l'avido figlio Dmitri (Adrien Brody), il quale arriverà ad accusare Monsieur Gustave dell'omicidio di sua madre.
Oggi dì vediamo centinaia di film di vari generi la cui scala di utilità va da un minimo di "questo va buttato nell'indifferenziata" a un massimo di "E' una ragione valida per essere vivi". Tra questi due antipodi vi sono decine e decine di categorie e sottocategorie che non elencherò al fine di non annoiare me stesso, e voi soprattutto, ma una fa al caso nostro, perché riguarda la nuova opera cinematografica di Wes Anderson, ed è quella che riunisce quei film che non sono altro che libri di celluloide aperti per lasciare per poco tempo le nostre situazioni e condizioni spiacevoli fuori dalla porta legate a un albero. Ci abbandoniamo sulla sedia mentre la storia che abbiamo davanti agli occhi farà di noi spettatori partecipi lasciando che la tenerezza romantica per nulla bugiarda delle immagini annulli l'abitudine del cruccio perenne sul nostro viso fosco e sofferente.
Il Grand Budapest Hotel è un'istituzione. E tutto al suo interno deve funzionare come un orologio svizzero così da non perderne in credibilità e prestigio. L'orologiaio è il consierge Monsieur Gustave H., interpretato da un perfetto Ralph Fiennes, un uomo votato al suo lavoro, profumatissimo, che ha il vizio di declamare versi di poesie romantiche non importa che si trovi in mensa di fronte allo staff dell'albergo o sul bordo di uno strapiombo. E ha molto successo con le donne, quelle anziane, bionde, vedove e bisognose di compagnia. A una ha rubato il cuore: Madame D. (Tilda Swinton irriconoscibile) una ricca vedova a cui lascia il celebre Ragazzo con mela. E sappiamo bene che quando una persona facoltosa muore anche i parenti più lontani si riuniscono nella camera ardente, versano due lacrime di circostanza, e poi subito davanti a un notaio occhialuto che apre il testamento con fare solenne: a suo figlio Dmitri lascia la maggior parte delle ricchezze; alcune somme di denaro verranno distribuite in maniera uguale a tutti gli altri parenti, ma la parte più importante dell'eredità va proprio al consierge del Grand Budapest Hotel, che ha saputo alleggerirle il peso della vecchiaia.
Il seguito è la storia di un dipinto rubato (dallo stesso Monsieur Gustave), della fuga dal carcere, dell'amore di Zero per l'abile pasticcera Agatha dalla voglia sulla guancia a forma di Messico, il tutto narrato (e incorniciato) dalle inquadrature perfette di Wes Anderson, coi colori pastello, le location che paiono sospese sopra le nuvole e con l'occhio bizzarro di chi ama narrare storie. Trovano spazio i personaggi eccentrici tipici di Anderson interpretati tra gli altri da William Dafoe nella parte di un granitico e spietato assassino; il breve cameo di Bill Murray nei panni del presidente della Society of the Crossed Keys, scociet segreta di consierge la quale non ci penserà due volte ad aiutare un loro membro in difficoltà; F. Murray Abraham e Jude Law, fino al neosconosciuto Tony Revolori che si rivela essere un'azzeccata spalla per Ralph Fiennes.
Grand Budapest Hotel non è una torta meringata con panna e ciliegie caramellate confezionata apposta per diabetici come potrebbero pensare i detrattori del maestro della geometria cinematografica, ma un autentico rifugio sulle montagne innevate della fantasia eccentrica che non svilisce la realtà come siamo abituati a conoscerla: Wes Anderson ce la mostra da una prospettiva ordinata e pulita e in una veste deliziosa, onirica e soprattutto coerente con quello che è il suo stile da narratore autentico.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: The Grand Budapest Hotel
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Germania, Francia
Anno: 2014
Durata: 100 min
Genere: commedia
Regia: Wes Anderson
Soggetto: Wes Anderson, Hugo Guinness
Sceneggiatura: Wes Anderson
Produttore: Wes Anderson, Jeremy Dawson, Steven M. Rales, Scott Rudin
Casa di produzione: American Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Scott Rudin Productions, Studio Babelsberg
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox
Fotografia: Robert Yeoman
Montaggio: Barney Pilling
Musiche: Alexandre Desplat
Costumi: Milena Canonero
Interpreti e personaggi:
Ralph Fiennes: M. Gustave
Tony Revolori: Zero Moustafa, giovane
Saoirse Ronan: Agatha
Bill Murray: M. Ivan
Edward Norton: Henckels
F. Murray Abraham: Zero Moustafa, anziano
Harvey Keitel: Ludwig
Jude Law: Giovane scrittore
Tilda Swinton: Madame D.
Jason Schwartzman: M. Jean
Willem Dafoe: Jopling
Léa Seydoux: Clotilde
Owen Wilson: M. Chuck
Adrien Brody: Dmitri
Tom Wilkinson: Autore
Bob Balaban: M. Martin
Mathieu Amalric: Serge X.
Jeff Goldblum: Kovacs
Karl Markovics: nel ruolo di un carcerato
Doppiatori italiani:
Francesco Prando: M. Gustave
Manuel Meli: Zero Moustafa, giovane, lobby boy
Erica Necci: Agatha
Emilio Cappuccio: M. Ivan
Massimo De Ambrosis: Henckels
Michele Kalamera: Mr. Moustafa
Ennio Coltorti: Ludwig
Riccardo Niseem Onorato: Giovane scrittore
Rita Savagnone: Madame D.
Emiliano Coltorti: M. Jean
Mario Cordova: Jopling
Domitilla D'Amico: Clotilde
Massimiliano Manfredi: M. Chuck
Simone D'Andrea: Dmitri
Michele Gammino: Autore
Marco Rasori: Serge X.
Dario Penne: Kovacs
Denny B.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: The Grand Budapest Hotel
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Germania, Francia
Anno: 2014
Durata: 100 min
Genere: commedia
Regia: Wes Anderson
Soggetto: Wes Anderson, Hugo Guinness
Sceneggiatura: Wes Anderson
Produttore: Wes Anderson, Jeremy Dawson, Steven M. Rales, Scott Rudin
Casa di produzione: American Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Scott Rudin Productions, Studio Babelsberg
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox
Fotografia: Robert Yeoman
Montaggio: Barney Pilling
Musiche: Alexandre Desplat
Costumi: Milena Canonero
Interpreti e personaggi:
Ralph Fiennes: M. Gustave
Tony Revolori: Zero Moustafa, giovane
Saoirse Ronan: Agatha
Bill Murray: M. Ivan
Edward Norton: Henckels
F. Murray Abraham: Zero Moustafa, anziano
Harvey Keitel: Ludwig
Jude Law: Giovane scrittore
Tilda Swinton: Madame D.
Jason Schwartzman: M. Jean
Willem Dafoe: Jopling
Léa Seydoux: Clotilde
Owen Wilson: M. Chuck
Adrien Brody: Dmitri
Tom Wilkinson: Autore
Bob Balaban: M. Martin
Mathieu Amalric: Serge X.
Jeff Goldblum: Kovacs
Karl Markovics: nel ruolo di un carcerato
Doppiatori italiani:
Francesco Prando: M. Gustave
Manuel Meli: Zero Moustafa, giovane, lobby boy
Erica Necci: Agatha
Emilio Cappuccio: M. Ivan
Massimo De Ambrosis: Henckels
Michele Kalamera: Mr. Moustafa
Ennio Coltorti: Ludwig
Riccardo Niseem Onorato: Giovane scrittore
Rita Savagnone: Madame D.
Emiliano Coltorti: M. Jean
Mario Cordova: Jopling
Domitilla D'Amico: Clotilde
Massimiliano Manfredi: M. Chuck
Simone D'Andrea: Dmitri
Michele Gammino: Autore
Marco Rasori: Serge X.
Dario Penne: Kovacs
Denny B.
Ho appena letto nei credits che la costumista è Milena Canonero.... Ecco. con questo lo dò già per capolavoro ancora prima di vederlo.
RispondiEliminaGuardalo e poi scrivici una recensione, dai.
EliminaBellissimo. Senza se e senza ma.
RispondiEliminaConcordo, però gli preferisco "Moonrise Kingdom".
EliminaUn gioiellino. Una favola. Un carosello che non ti stanca mai. Immenso!!! =)
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