Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
★★★★
Sauron, l'Oscuro Signore di Mordor, donò alle razze della Terra di Mezzo diciannove anelli: sette ai nani, tre agli elfi e nove ai re degli uomini. Ma Sauron ne forgiò uno, l'Unico Anello, in grado di dominare tutti gli altri. Nella battaglia contro l'Oscuro Signore, Isildur (Harry Sinclair), figlio del re degli uomini Elendil, tagliò a Sauron il dito al quale è infilato l'anello ottenendo così un'inaspettata vittoria, ma invece di gettarlo nella bocca del vulcano del Monte Fato, se ne impossessa, perdendolo in seguito a un'imboscata da parte degli orchi; l'Anello verrà trovato poi da una viscida creatura di nome Gollum e infine da un avventuroso hobbit chiamato Bilbo Baggins (Ian Holm) abitante della Contea di Hobbiville dove inizia la nostra storia durante i preparativi del suo compleanno.
Torna a Hobbiville lo stregone Gandalf (Ian McKellen) che riferisce al giovane Frodo Baggins (Elijah Wood), dopo aver ereditato da suo zio Bilbo (partito in direzione Gran Burrone per finire il suo libro e godersi gli ultimi anni della sua vecchiaia) la casa e l'Unico Anello che Sauron, risorto spiritualmente, rivuole indietro. Frodo assieme al suo giardiniere Sam Gamgee (Sean Astin) lascia la Contea e incontrerà lungo il suo cammino oltre ai due inseparabili pasticcioni Merry (Dominic Monaghan) e Pipino (Billy Boyd) il misterioso cavaliere Grampasso (Viggo Mortensen) che li salverà da un'orda di malvagi cavalieri agli ordini di Sauron.
Da per nulla tolkeniano quale sono mi appresto in questo caldo agosto ad ammorbare l'internet e gli schermi dei vostri computer e smarthphone con le mie recensioni della Trilogia dell'Anello diretta e sceneggiata da quel gran furbacchione (e talentuoso regista) di Peter Jackson nei primi anni del 2000. A riguardo c'hanno scritto cani e porci, e uno in più non farà male, se poi quell'uno continua e continuerà a definire l'opera di Tolkien in questione la noia fatta carta o, usando termini più gentili, un'opera di raffinato ingegno e passione con uno stile massiccio e pesante quanto una fortezza d'acciaio e una caratterizzazione psicologica dei personaggi inesistente, potrà soltanto che esprimere un giudizio onesto sui film scevro da qualsivoglia attaccamento sentimentale all'opera letteraria.
Lo confesso: non ho mai visto il terzo capitolo della trilogia. La colpa non è da attribuirsi alla pigrizia o al semplice fatto che non mi piacesse quello che avevo visto nei capitoli precedenti, ma a una professoressa di Linguaggi multimediali che in prima superiore ci fece analizzare, con carta e penna alla mano, i primi due film de Il Signore degli Anelli e pensate, non scherzo, Harry Potter e l'ordine della fenice (manco fosse stato Quarto Potere). E confesso anche che ciò che più mi ha frenato dal vederne la fine è il personaggio di Gollum al quale riservo sempre uno sguardo di estremo disgusto - sarà che alle elementari mi chiamavano Gollum? eppure non ero così brutto. O forse era perché imitavo molto bene la voce del doppiatore Francesco Vairano? Non so, fatto sta che mi sono deciso a recuperare il tutto, onde evitare occhi in cerca di fuga ogni volta che si parla in maniera entusiasta dell'intera trilogia.
Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello ha un grande pregio: quello di farci entrare nella storia epica dalla porta principale senza che si debba per forza abbassare la testa o peggio grattarsela mentre si cerca di acchiappare informazioni che sono già volate via come foglie d'autunno. Dopo un prologo oscuro e lontano il film si apre con la Contea di Hobbiville: tanto bella quanto accecante. Tutti i luoghi e gli scenari che fanno da sfondo all'avventura di Frodo e la Compagnia - appartenenti alla Nuova Zelanda - sono talmente scavati nella bellezza che rimango sempre tentato di derubare una banca e partire per questa terra non troppo gentile nei confronti dei turisti, o così almeno mi è sempre stato detto. La fotografia poi è grandiosa e gli effetti speciali utilizzati, sviluppati dalla Weta fondata dallo stesso Peter Jackson, sono tuttora straordinari.
Per quanto tutti gli attori siano perfettamente nella parte, Elijah Wood, che dopo la trilogia le uniche sue partecipazioni degne di nota sono in Eternal Sunshine of the Spotless Mind, Hooligans e Sin City, un affascinante Viggo Mortensen, Liv Tyler che in un solo fotogramma mi ha tirato fuori dalla bocca epiteti non proprio signorili, Orlando Bloom che scambiai per una donna (compatitemi) e il perenne spoiler vivente Sean Bean (che ho apprezzato nella serie tv Game of Thrones), la punta di diamante della compagnia è Ian McKellen che interpreta il personaggio che più ho adorato in questo film: Gandalf, il saggio stregone barbuto, che fuma erbapipa, e sciorina insegnamenti con ironia e fermezza. La sua presenza regala tranquillità, anche quando perde il confronto con il potente Saruman. Avrà sempre un trucchetto nella manica, o nel suo enorme cappello a punta, lo so.
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Paese di produzione: Nuova Zelanda, USA
Anno: 2001
Durata: 172 min (DVD widescreen edition)
178 min (versione cinematografica)
208 min (DVD versione estesa)
228 min (Blu-ray Disc versione estesa)
Genere: fantastico, avventura, epico
Regia: Peter Jackson
Soggetto: J. R. R. Tolkien (romanzo)
Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
Produttore: Peter Jackson, Barrie M. Osborne, Tim Sanders, Fran Walsh
Produttore esecutivo: Robert Shaye, Michael Lynne, Mark Ordesky, Bob Weinstein, Harvey Weinstein
Casa di produzione: New Line Cinema, WingNut Films, The Saul Zaentz Company
Distribuzione (Italia): Warner Bros. Pictures
Fotografia: Andrew Lesnie
Montaggio: John Gilbert
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Grant Major, Dan Hennah, Alan Lee, John Howe
Interpreti e personaggi:
Elijah Wood: Frodo Baggins
Ian McKellen: Gandalf
Viggo Mortensen: Aragorn
Sean Astin: Samvise Gamgee (Sam)
Orlando Bloom: Legolas
John Rhys-Davies: Gimli
Billy Boyd: Peregrino Tuc (Pipino)
Dominic Monaghan: Meriadoc Brandibuck (Merry)
Sean Bean: Boromir
Sala Baker: Sauron
Christopher Lee: Saruman
Hugo Weaving: Elrond
Liv Tyler: Arwen
Cate Blanchett: Galadriel
Marton Csokas: Celeborn
Lawrence Makoare: Lurtz
Ian Holm: Bilbo Baggins
Andy Serkis: Gollum
Craig Parker: Haldir
Mark Ferguson: Gil-Galad
Harry Sinclair: Isildur
Peter McKenzie: Elendil
Cameron Rhodes: Maggot il fattore
Martyn Sanderson: Guardiano alle porte di Brea
Sarah McLeod: Rose 'Rosie' Cotton
David Weatherley: Omorzo Cactaceo
Doppiatori originali:
Sala Baker: Sauron
Doppiatori italiani:
Davide Perino: Frodo Baggins
Gianni Musy: Gandalf
Stella Musy: Arwen
Pino Insegno: Aragorn
Massimiliano Alto: Samvise Gamgee (Sam)
Cristiana Lionello: Galadriel
Renato Mori: Gimli
Corrado Conforti: Peregrino Tuc (Pipino)
Paolo Vivio: Meriadoc Brandibuck (Merry)
Massimiliano Manfredi: Legolas
Omero Antonutti: Saruman
Luca Biagini: Elrond
Massimo Corvo: Boromir
Vittorio Congia: Bilbo Baggins
Gerolamo Alchieri: Sauron
Francesco Vairano: Gollum/Sméagol
Angelo Maggi: Celeborn
Christian Iansante: Haldir
Sergio Gibello: Maggot il fattore
Oreste Rizzini: Guardiano delle porte di Brea
Sandro Pellegrini: Omorzo Cactaceo
Denny B.
Forse il mio preferito della trilogia. Bellissimo.
RispondiEliminaA differenza tua ho adorato i tomi di Tolkien e la visione di questo film mi ha sempre riempita di una gioia immensa!
RispondiEliminaGrandissima la tua insegnante, comunque :D
Da amante del libro - a proposito, domani ti aspetto fuori casa con l'ascia - un film che adoro. Per certi versi, il mio preferito!
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