La leggenda del re pescatore
★★★ ½
Jack Lucas (Jeff Bridges) è un deejay che conduce un programma radiofonico di successo dove riceve chiamate di persone insicure, problematiche o prostitute che si sono intrattenute in un parcheggio con un senatore e a cui risponde con sagacia e sarcasmo pungente. Vive in un attico e presto gli faranno delle riprese dal vivo: non sarà solo più Jack Lucas, la voce; ma Jack Lucas, la faccia dietro la voce. Ma la disgrazia gli viene servita sullo schermo del televisore: uno psicopatico che lui aveva incitato durante il suo programma è entrato in un locale alla moda e a ha fatto una strage. Tre anni dopo Jack lavora come commesso nel videonoleggio della sua ragazza Anne Napolitano (Mercedes Ruehl), annega la depressione e l'irritazione nell'alcol fino a quando una sera tenta il suicidio e viene invece aggredito da alcuni ragazzi che lo scambiano per un barbone, ma gli viene in suo soccorso uno strano barbone, Parry (Robin Williams), che parla come un cavaliere errante dei miti di Re Artù che il mattino seguente gli racconta di essere in missione per conto di Dio: deve recuperare il Santo Graal nel centro di Manhattan, però non ce l'ha fa da solo ed è qui che entra in gioco Jack: lui è l'eletto. Inoltre Jack viene a conoscenza della tragedia che ha investito Parry quando tre anni fa uno psicopatico entrò in un locale e uccise tra gli altri anche sua moglie, e Jack, sentendosi responsabile, lo aiuta affinché riesca a far colpo sulla donna che lui ama, Lydia Sinclair (Amanda Plummer).
Sarà l'inizio di una bizzarra, ma splendida amicizia.
Non c'è un film giusto o sbagliato per scrivere di quell'attore geniale che era Robin Williams. Avrebbe potuto recitare in un film dove si narravano le vicende di un vegano che si avventura in una steakhouse e la mia attenzione sarebbe stata incondizionata. Basti pensare al mediocrissimo Licenza di matrimonio: ogni qualvolta passa in tv lo guardo solo perché c'è Robin Williams nella parte del prete che insegna il catechismo ai bambini come fosse un quiz televisivo ("Non desiderare la donna del vicino perché se lo scopre il vicino succede un bel PATA TRAC"). Molti altri suoi film bellissimi sono stati recensiti dai blogger di questa solida congrega che hanno partecipato a questo tributo e mi si permetta di essere un "cuorcontento" in un simile momento di commemorazione dove ho l'occasione di parlarvi di uno dei miei film preferiti, quelli di cui si fa più fatica a scriverne, forse perché parlando di essi si finisce sempre o quasi a parlare di se stessi.
Jeff Bridges interpreta il deejay radiofonico Jack Lucas. Ricco, famoso, egoista, cinico, misantropo con nessun obiettivo nella vita. Robin Williams interpreta il clochard Parry. Folle, altruista, generoso, allegro con una missione da compiere. Cosa avranno mai in comune questi due uomini totalmente diversi che finiscono per incontrarsi? Una disgrazia. La moglie di Parry è una delle vittime della strage compiuta dal pazzo che Jack incitò tre anni fa. Questo fatto convince Jack ad aiutarlo più per "pagare la multa e andarsene" che per riconoscenza o carità nuda e cruda, ma spesso il cuore dell'uomo più egoista può essere soggetto a cambiamenti positivi. Amo questo film perché fa bene al cuore.
Gli attori sono nel pieno del loro splendore artistico. Jeff Bridges in una delle sue migliori interpretazioni. Mercedes Ruehl, che interpreta Anne Napolitano, è la fidanzata di Jack, una donna emancipata, forte e indipendente, è stata premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista. Amanda Plummer, che interpreta Lydia Sinclair, invece è l'opposto di Anne: insicura, senza amici, sbadata, fissata con i giornaletti rosa, riceve ogni settimana la telefonata di sua madre la cui prima domanda che le pone è "Hai incontrato qualcuno di interessante?". Si sente sempre fuori posto, scombinata e indesiderata; Parry dichiarerà il suo amore per lei in un momento così dolce e ben scritto che Richard LaGravenese (I ponti di Madison County, Dietro i candelabri) firma una delle dichiarazioni più romantiche della storia del cinema mentre il regista Terry Gilliam dirige con cognizione di camera e generosità, ne è una dimostrazione la fantastica scena del valzer che altro non è che un dono tutto per noi. Infine da ricordare assolutamente lo splendido Michael Jeter che canta vestito da donna sopra una scrivania.
A Central Park, Parry (completamente nudo altrimenti non s'irradia l'energia psicofisica) convince Jack a rilassarsi e giocare con lui allo spaccanuvole e mentre sono distesi sull'erba gli racconta la leggenda del re pescatore. A un giovane re gli venne mostrato il Santo Graal e ordinato di custodirlo "onde possa guarire il cuore degli uomini", ma lui, accecato da una vita di ricchezza e potere si sentì onnipotente e fece per prendere il Graal che gli lasciò la mano tremendamente ustionata. Passarono gli anni e la ferita non si rimarginava e un giorno il re, vecchio e solo privo di fede negli altri e in se stesso, stava seduto in un angolo quando un giullare, essendo un povero di spirito, non vide il re, ma solo un uomo sofferente, e gli chiese che cosa lo addolorasse e il re rispose che aveva sete e che voleva un po' d'acqua. Il giullare riempì una coppa e la porse al re e bevendo scoprì che la ferita era guarita e che la coppa tra le sue mani altro non era che il Santo Graal e allora chiese stupito al giullare come aveva potuto trovare ciò che i suoi cavalieri non erano mai riusciti a trovare e lui rispose che non lo sapeva; sapeva soltanto che aveva sete.
Jack scopre la volontà di fare qualcosa per qualcun altro che non sia lui stesso mentre Parry scopre la vera amicizia e bontà disinteressata. Come in questa leggenda i due protagonisti si porgono l'un l'altro la coppa colma d'acqua perché hanno sete non sapendo che così ricevono entrambi il Santo Graal. La coppa che si trova all'interno di un castello al centro di Manhattan (un trofeo di football giovanile appartenente a un ricco imprenditore) non è che un fantasioso pretesto per narrare una splendida storia d'amicizia reale, tangibile, che non lascia le mani ustionate.
Tuttavia La leggenda del re pescatore subisce un calo nella seconda parte, proprio dopo la dichiarazione d'amore, di cui non sono mai riuscito a venire a capo almeno fino a questa decima visione. Ora ho la risposta. Il calo è dovuto alla momentanea assenza di Robin Williams dalla storia. Si nota la sua mancanza, e si fa sentire irrimediabilmente anche quest'oggi (e per sempre). Il suo ruolo è umano, commovente, sfacciato, folle, disperato e doloroso. Forse il personaggio di Parry è quanto di più vicino ci fosse al vero Robin Williams. Quello fuori dallo schermo, a servizio solo della sua vita e dei suoi conseguenti affanni e dolori.
Ecco gli altri blog, oltre al mio, che partecipano al Robin Williams Tribute:
Bollalmanacco di cinema - Al di là dei sogni
Non c'è Paragone - Good Morning Vietnam
Montecristo - Il Mondo Secondo Garp
In Central Perk - Will Hunting - Genio Ribelle
Viaggiando Meno - The Angriest Man in Brooklyn
Pensieri Cannibali & White Russian - Hook & Hook
Solaris - L'uomo Bicentenario
Combinazione Casuale - Jumanjii
Director's Cult - Toys
Recensioni Ribelli - L'attimo Fuggente
Bollalmanacco di cinema - Al di là dei sogni
Non c'è Paragone - Good Morning Vietnam
Montecristo - Il Mondo Secondo Garp
In Central Perk - Will Hunting - Genio Ribelle
Viaggiando Meno - The Angriest Man in Brooklyn
Pensieri Cannibali & White Russian - Hook & Hook
Solaris - L'uomo Bicentenario
Combinazione Casuale - Jumanjii
Director's Cult - Toys
Recensioni Ribelli - L'attimo Fuggente
Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):
Titolo originale: The Fisher King
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 1991
Durata: 137 min
Genere: drammatico, psicologico
Regia: Terry Gilliam
Sceneggiatura: Richard LaGravenese
Fotografia: Roger Pratt
Montaggio: Lesley Walker
Musiche: George Fenton
Interpreti e personaggi:
Robin Williams: Henry Sagan "Parry"
Jeff Bridges: Jack Lucas
Mercedes Ruehl: Anne Napolitano
Amanda Plummer: Lydia Sinclair
Michael Jeter: Cantante senzatetto
David Hyde Pierce: Lou Rosen
Lara Harris: Sondra
Christian Clemenson: Edwin
Carlos Carrasco: Dott. Mandeville
Tom Waits: Veterano disabile
Kathy Najimy: Cliente del "Video Spot"
Doppiatori italiani:
Marco Mete: Henry Sagan "Parry"
Sergio Di Stefano: Jack Lucas
Emanuela Rossi: Anne Napolitano
Cristina Boraschi: Lydia Sinclair
Francesco Vairano: Cantante senzatetto
Sandro Acerbo: Lou Rosen
Barbara Doniselli: Sondra
Roberto Del Giudice: Edwin
Francesco Pannofino: Dott. Mandeville
Claudio Fattoretto: Veterano disabile
Ida Sansone: Cliente del "Video Spot"
Denny B.
L'avevo guardato quando ero troppo piccola per capire di che diavolo parlasse la pellicola, quindi non la ricordo affatto.
RispondiEliminaSpero di recuperarla quanto prima!!
E' uno di quei film che, inevitabilmente, quando passano in tv non riesci a non guardare... sarà anche furbetto, ruffiano, eppure ti coinvolge dal primo all'ultimo minuto. E' Hollywood allo stato puro, e in questo caso è un complimento.
RispondiEliminaanche questo è un film immenso :)
RispondiEliminaStavo per dire che questo mi manca ma, guardando le immagini da te postate, mi risulta comunque familiare. Quindi non saprei, dovrei recuperarlo per vedere se ricordo qualcosa!
RispondiEliminaFilm bellissimo, con tutte le sue imperfezioni.
RispondiEliminaOttima scelta per celebrare Williams.
Ne ho un ricordo sfocato e quasi allucinante, come fosse un piccolo trip. Forse a causa della sua visione sotto febbre e influenza anni or sono.
RispondiEliminaDirei che un revisione ci sta.
E' uno dei miei film preferiti recitati da Robin Williams! Grande lui, Bridges (ma il meglio per lui sarà il Dude Lebowsky) e Gilliam!
RispondiEliminaTra quelli che ho visto di Gilliam, uno dei miei preferiti. E Robin sfoggia una peluria invidiabile XD
RispondiEliminacredo sia il primo film di terry gilliam che ho visto.
RispondiEliminaè passato troppo tempo. dovrei riguardarlo...