Ci sono libri e libri. Libri che non si scorderanno mai come la prima cotta (pera o mela, non ha importanza). Libri crudi come il prosciutto che la commessa taglia sempre troppo spesso. Libri sudati come la fronte in un rovente pomeriggio d'estate. Libri veri com'è vero che dopo morti si è tutti dei santi. Libri forti come una formica o un wrestler degli anni d'oro che ci spezza l'ago che utilizziamo per tesserne le lodi interminabili e molto spesso inutili e sterili. Libri commoventi come il pianto di dolore sincero di un bambino di fronte al suo giocattolo preferito ridotto in pezzi da un distratto piede genitoriale. Ci sono libri che definiamo meravigliosi per il semplice fatto che nel nostro vocabolario abbiamo 300 parole e "meraviglioso" è una di quelle. Libri divertenti come la verità, sì, la verità di essere dei personaggi di un romanzo che teniamo nel cassetto e che abbiamo paura di leggere, paura di scoprire una pagina non buona, scritta con uno stile a noi non congeniale, magari non con la nostra solita penna; ma la paura più grande resta quella di non aver scritto abbastanza.
Ci sono libri odiosi come la nostra vicina di casa che crede di poter tagliare un ramo della nostra rosa solo perché invade il suo territorio. Libri schifosi come un pezzo di carta igienica già usato da un altro. Libri inutili come gli scrittori che li scrivono, inutili come le preghiere a un Dio che dietro il suo fortino di ire mai sopite fa man bassa di tutta la manna che c'è a disposizione. Libri che rimandano ad altri libri spiegandoti come tutto è influenzato da qualcosa di precedente a noi stessi. Libri scritti apposta per noi, libri dedicati a noi, libri che se ne fragano di noi, e fanno bene. Libri che non smetteremo mai di leggere perché senza saremmo come la disperazione appesa a se stessa. Libri crudeli come l'illusione tatuata sulla nostra convinzione di aver ragione sempre e comunque.
Ci sono libri e libri. Impariamo a distinguerli. Come? Leggendoli.
Ci sono libri e libri. Impariamo a distinguerli. Come? Leggendoli.
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