mercoledì 27 marzo 2013

The Westler is Mickey Rourke

The Wrestler

Fonte foto: www.cineclandestino.it
Ho sempre amato il wrestling. Personaggi carismatici, magari con maschere che non si toglieranno mai, che entrano con auto tamarre su musiche altrettanto tamarre, forti, decisi a dare il mille per mille per dimostrare chi è il più forte e poter abbracciare la prestigiosa cintura. Rivalità, amicizie, tradimenti, amori quasi una soap opera, però cazzuta e vera. Perché si fanno male veramente, quelli si ammazzano di botte, è tutto vero. No, mi dispiace ma è tutto finto. Come? Sì, insomma gli incontri sono tutti combinati, i lottatori si mettono d'accordo, sono veri e proprio professionisti che come lavoro prendono le botte e le danno senza però far del male all'avversario. E' tutto una recita. Ringrazio di averlo scoperto solo due o tre anni fa, perché se me l'avessero detto da piccolo, quando lo guardavo tutto eccitato tifando a per di fiato i miei lottatori preferiti, sarei stato male tanto quanto lo svelamento della verità su Babbo Natale da parte di una maestra che quel giorno ha ucciso l'ingenuità sana e disincantata di un bambino che aspettava con trepidazione la notte in cui sarebbe arrivato quell'uomo barbuto così generoso.
Però ho continuato ad amarlo il wrestling anche se non lo seguo più con tanto fervore e so una cosa: amo il film The Wrestler. Seppur non sappia decidere su chi è più cane tra Spielberg e Aronofsky (chi legge il blog sa suggerirmi la risposta giusta) questo è uno dei film più veri, reali e intensi che abbia mai visto e soprattutto l'unico in cui mi sia piaciuto Mickey Rourke - attore che a furia di botulino si è ridotto a una maschera inespressiva e alquanto schifosa.



Randy "The Ram" Robinson (Mickey Rourke) è un ex campione di wrestling che alla fine degli anni '80 era al culmine della sua carriera, ora invece si esibisce nelle palestre dei licei o in incontri finalizzati a riunire le vecchie glorie del wrestling, per i fan che gli sono rimasti. Randy è un uomo ormai di mezza età, ancorato al passato, ai coloratissimi anni '80, che odia quella merda degli anni '90, povero, con un apparecchio acustico all'orecchio sinistro, che vuole che lo si chiami Randy e non con il suo vero nome, con il corpo devastato dalle cicatrici di cui ognuna di esse sa la data in cui se l'è procurata, che prende quei quattro soldi che gli danno per combattere ancora, e dopo aver fatto un salto al night club dove si rilassa guardando e parlando con la lap dancer Cassidy (Marisa Tomei) che gli balla sinuosa  davanti, ritorna a casa, un'abitazione scassata, che spesso trova chiusa a chiave dal proprietario a cui deve i soldi dell'affitto, e dorme infine sul suo furgone. Randy continua a vivere per il suo lavoro, per l'adrenalina che gli procura ogni incontro, studiato nei dettagli con i colleghi con cui dovrà lottare, e, negli spogliatoi, dopo un incontro particolarmente duro e violento, ha un infarto.



I medici gli dicono di evitare qualunque tipo di sforzi, di smetterla con gli steroidi e di abbandonare definitivamente i combattimenti. Randy, distrutto dalla notizia, trova lavoro come commesso in un supermercato, e decide di andare a trovare Stephanie (Evan Rachel Wood), la figlia con cui non parla da anni per dirle che ha avuto un infarto, ma lei per tutta risposta lo manda affanculo. Randy non si arrende e torna da lei con un regalo e le chiede di venire con lui nel loro angolo preferito. Qui lui, piangendo, le chiede scusa per tutto quello che le ha fatto. Lei, mentre camminano, gli stringe il braccio e gli appoggia la testa sulla spalla e finiscono per ballare in una balera abbandonata. Dopo averla riportata a casa si danno appuntamento in un ristorante per sabato sera. Randy una sera esce con alcuni suoi colleghi, beve un paio di drink, e nel bagno del bar, dopo aver assunto della cocaina, si fotte una bionda accondiscendente, e con lei la possibilità di ricostruire un rapporto con sua figlia, perché si è dimenticato di raggiungerla al ristorante in cui si sono dati appuntamento. Lui va da Stephanie, per chiederle perdono, ma lei tronca definitivamente, perché non può continuare a piangere per lui. Randy arrabbiato durante il turno di lavoro compie un gesto atroce, si licenzia e decide di accettare la rivincita contro il suo rivale di sempre, pur sapendo di mettere a rischio la sua vita. Cassidy anche lei lascia il lavoro e raggiunge Randy nel luogo dove si terrà il combattimento e qui c'è una della scene più belle del film in cui lui le dice che questo è il suo lavoro e che il ring è l'unico posto in cui non si fa del male. Frase bellissima e verissima inserita in un contesto perfetto perché noi sappiamo che fuori dal ring, senza l'incitamento del pubblico a fargli da anestetico, si è sempre fatto del male, quindi va sul ring e combatte. Pugni, calci, scorrettezze da parte dell'avversario, il pubblico che lo acclama e lo incita "Ram Ram Ram", e un dolore lancinante che cresce, l'avversario è a terra che gli dice di farla finita, così Randy sale sulle corde per la sua mossa finale, lo sforzo sul suo volto, e il cuore che galoppa come un purosangue verso lo schermo nero. 





Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: The Wrestler
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 2008
Durata: 112 min
Generedrammatico, sportivo
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Robert D. Siegel
Produttore: Darren Aronofsky, Scott Franklin
Produttore esecutivo: Vincent Maraval, Agnès Mentre, Jennifer Roth
Casa di produzione: Protozoa Pictures, Saturn Films
Distribuzione (Italia): Lucky Red
Fotografia: Maryse Alberti
Montaggio: Andrew Weisblum
Musiche: Clint Mansell
Scenografia: Tim Grimes
Costumi: Amy Westcott
Trucco: E. Morrow

Interpreti e personaggi:
Mickey Rourke: Robin Ramzinski/Randy 'The Ram' Robinson
Marisa Tomei: Cassidy/Pam
Evan Rachel Wood: Stephanie Ramzinski
Todd Barry: Wayne
Mark Margolis: Lenny
Ernest "The Cat" Miller: Bob/"The Ayatollah"
Judah Friedlander: Scott Brumberg

Doppiatori italiani:
Francesco Pannofino: Robin Ramzinski/Randy 'The Ram' Robinson
Emanuela Rossi: Cassidy/Pam
Chiara Gioncardi: Stephanie Robinson

Denny B.



8 commenti:

  1. non sono un gran fan di Arocoso, ma questo film mi è davvero piaciuto. Vero, schietto, sincero, e con un perfetto perdente col quale non si può fare a meno di immedesimarsi totalmente. Scena finale da fazzoletti, stavo per piangere in sala!

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    1. Arocoso dopo quella ciofeca del cigno nero non lo degnerò più di uno sguardo. Però questo film è veramente bello. E io due lacrime le ho versate, mannaggia alla canzone finale di Bruce...

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    2. Film bellissimo, duro, con un protagonista louser la cui vita per lui è il ring, fuori dal ring si sente fuori posto, ma è anche un uomo che deve farsi perdonare molto da sua figlia, bellissime le scene con Evan Rachel Wood ^_^

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    3. Concordo: bellissime scene. Valle a tenere le lacrime, diamine.

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    4. "Il cigno nero" è un film che parte bene e finisce nel nulla, non conosco molto questo regista ma se non erro è stato l'unico film a non essere tratto da un suo soggetto. Tutto sommato almeno lì c'era una messa in scena da paura

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  2. Ho detestato "il cigno nero" come poche altre cose, ma questo film è di una bellezza cruda e straziante, senza se e senza ma.
    E Aronofsky era riuscito ad affascinarmi già in precedenza, con Requiem for a Dream.

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    1. Io avessi fatto "Il cigno nero" sarei andato a nascondermi, cosa che non ha fatto né Arocoso né la pessima Natalie Portman. Però questo è un gran bel film.

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  3. Ecco, praticamente quello che volevo dire io l'ha già detto la Poison...:)

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